Factory - Ex Mattatoio di Testaccio dal 8 Febbraio al 3 Marzo 2013 “Festival della Creatività”. Festival creato come un investimento per rivolgere a tutti i giovani artisti della città di Roma una possibilità espressiva. Per quattro week end i circa 250 protagonisti della manifestazione, tra artisti, attori, registi e performer under 35, regaleranno alla capitale il loro talento, la loro fantasia, la loro capacità di espressione artistica. Lo spazio di Factory rimarrà a disposizione dei giovani autorizzati ad “occuparlo” con le proprie idee e proposte costruttive per la città. A confermare Factory come laboratorio polivalente e vivace ribalta di idee, l’Assessorato ai Giovani non ha posto nessuna regola o limite su temi e linguaggi: denominatore comune sono esclusivamente l’età degli autori - rigorosamente sotto la soglia dei 35 anni - e l’appartenenza al territorio di Roma - come residenti, domiciliati o iscritti ad un corso di formazione della città. Lo stesso nome Factory è stato scelto direttamente dai giovani attraverso un sondaggio online sui social network. In linea con altri spazi simili presenti in altre capitali europee, come il Matadero di Madrid, Factory si propone come spazio di intenso e continuo fervore creativo, per diventare “un punto di riferimento per chi non rinuncia alla cultura e cerca proposte di qualità accessibili perché gratuite.
22 febbraio 2013 “L'ANIMALE DEL CUORE” di e con Alessia Berardi liberamente tratto dal romanzo ‘Herztier’di Herta Muller, musiche originali dal vivo Sebastiano Forte costumi e maschere Martina Augias elaborazioni video Christian Bonatesta. Come può da un vissuto terribile e senza speranza nascere la poesia? Il tema su cui ruota lo spettacolo è la fragilità e allo stesso tempo la forza di un essere umano che prova ad opporsi alla violenza esterna. Nello specifico, la dittatura rappresenta anche una condizione sottile e subdola di violenza che paralizza e non permette di evolversi. Parlare della dittatura rumena degli anni ’80 è pretesto per riflettere sulla libertà di esprimersi, pensare, amare, che crediamo scontate e sentiamo minacciate ad un livello culturale oltre che politico. Ci fa mettere in luce la libertà che ci permette di essere uguali, di stare con noi stessi e con l’altro senza paura. Questo succede nelle dittature dichiarate tali, e profondamente succede in quelle società dove viene distrutta la possibilità della fantasia e della creatività . Perchè l’arte è cosa inutile per la politica dell’utile e del profitto. Lo spettacolo rende fruibile un testo che è attualissimo nel guardare alle catene esplicite della dittatura ed implicite della cultura, degli schemi del terrore e della discriminazione, dell’appiattimento e della costruzione dell’odio e dell’indifferenza. Il senso di appartenenza e l’ambiguità , la storia e la fiaba, la ferocia e l'ingenuità , la ragione e l’irrazionale, il corpo ed il suo simulacro, il volto e la maschera, l'uomo e la sua immagine, l'animale vitale e la bestia distruttiva sono i contrasti su cui gioca lo spettacolo.
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