Genesiquattrouno

30.12.13 ,
6 dicembre 2013 – Teatro Arvalia
“Genesiquattrouno” di Gaetano Bruno (Roma).

Hic sunt leones. La storia di uno scienziato in tempo di guerra

30.12.13 ,
8 dicembre – Teatro Villa Torlonia
 “Hic sunt leones. La storia di uno scienziato in tempo di guerra” presentato da Teatri della Resistenza (PI)

Nostos: L’impossibilità del ritorno

30.12.13
Teatro Furio Camillo di Roma 20 Dicembre 2013
 NOSTOS: l’impossibilità del ritorno. (prima assoluta) sala teatro. Concetto, coreografia e interpretazione: Stefano Taiuti
Scenografia: Egon Schrama.
Ambienti sonori : Saara Roppola.
Disegno luci: Gianluca Cappelletti.
Nel 2011 ho lasciato l’Italia e mi sono trasferito in Olanda.
Prendere le distanze, anche oggettivamente, comporta una nuova prospettiva sulle cose.
In questi anni ho osservato il mio paese scivolare in una spirale di decadenza, al punto da averlo reso irriconoscibile. Ma cosa può essere cambiato a tal punto in un tempo così breve? Probabilmente il mio sguardo, perché la distanza non è soltanto fisica, ma anche e soprattutto emozionale.
Nel luogo che ero solito chiamare “casa” non mi sento più a casa. Ma allora dove è la mia casa, ora? Su una scala più ampia, quando i cambiamenti climatici e la massiccia distruzione della natura operata dall’essere umano mostreranno in pieno i loro devastanti effetti, dove sarà la nostra casa?

Falsae praetextae

30.12.13 ,
Sabato 21 e domenica 22 dicembre 2013 a Roma nel Teatro Villa Torlonia si svolgono le finali del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti”, istituito dall’Associazione culturale Tuttoteatro.com, con la direzione di Mariateresa Surianello. Promosso dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale in collaborazione con la Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea e con Zètema Progetto Cultura, il Premio verrà assegnato ad un progetto di spettacolo ancora inedito scelto tra gli otto selezionati per la finale.
 La giuria, presieduta da Grazia Maria Ballerini, nipote di Dante Cappelletti, composta da Roberto Canziani, Gianfranco Capitta, Massimo Marino, Laura Novelli, Attilio Scarpellini, Mariateresa Surianello e Aggeo Savioli quale membro onorario, assegnerà un premio di produzione di 3000 € allo studio ritenuto più meritevole tra gli otto finalisti.
Gli studi in finale
Sabato 21 dicembre
ore 17.00 Falsae praetextae titolo studio Bluestocking/Lucilla Lupaioli (Roma)

Kheperer

30.12.13
Teatro Furio Camillo di Roma 20 Dicembre 2013
KHEPERER (prima italiana) foyer. Concetto e presenza performativa: Federica Dauri.
Installazione: Egon Schrama.
Sonorizzazione: Alberto Novello.
KHEPERER è un’ istallazione performativa creata in collaborazione con lo scultore olandese Egon Schrama. Un insetto osservato attraverso un microscopio: questa l’immagine che ha suggestionato l’artista. Il lavoro approccia il concetto di tempo inteso come fattore di esposizione piuttosto che di durata, ciò che viene mostrato è una presenza e non un azione.
Un “essere” piuttosto che un “fare”, un corpo in costante trasformazione mosso da una immagine che guida il movimento interno alla ricerca di uno stato psico-fisico proprio ad un insetto. Un intimo processo di disumanizzazione.

In luce

30.12.13 ,
Sabato 21 e domenica 22 dicembre 2013 a Roma nel Teatro Villa Torlonia si svolgono le finali del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti”, istituito dall’Associazione culturale Tuttoteatro.com, con la direzione di Mariateresa Surianello. Promosso dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale in collaborazione con la Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea e con Zètema Progetto Cultura, il Premio verrà assegnato ad un progetto di spettacolo ancora inedito scelto tra gli otto selezionati per la finale.
La giuria, presieduta da Grazia Maria Ballerini, nipote di Dante Cappelletti, composta da Roberto Canziani, Gianfranco Capitta, Massimo Marino, Laura Novelli, Attilio Scarpellini, Mariateresa Surianello e Aggeo Savioli quale membro onorario, assegnerà un premio di produzione di 3000 € allo studio ritenuto più meritevole tra gli otto finalisti.
Gli studi in finale
Sabato 21 dicembre
ore 17.45 In luce titolo studio Francesca Cola/Volvon (Torino)

Alvin Curran dirige Ottobre Orchestra

30.12.13 , ,
Angelo Mai 12 Dicembre 2013 “Alvin Curran dirige Ottobre Orchestra”
 nell'ambito di Festival D'Ottobre
Alvin Curran (Usa) direzione
Michael Thieke, Alberto Popolla clarinetti
Errico De Fabritiis sax alto
Stefano Di Cicco, Emanuela Cavallaro tromba
Davide Piersanti, Enrica Vatteroni, Mario Camporeale tromboni
Luca Tilli violoncello
Gianfranco Tedeschi, Roberto Bellatalla contrabbassi
Stefano Acunzo basso elettrico
Mike Cooper chitarra, elettronica
Antonia Gozzi elettronica
Natalie Lithwick, Monica Demuru voci
Luca Venitucci fisarmonica
Alberto Fiori piano
Stefano Tedesco vibrafono
Cristiano De Fabritiis, Fabrizio Spera batteria
Alvin Curran, tra i più importanti compositori contemporanei e tra i fondatori di Musica Elettronica Viva – 1966/1971, oggi attivo in Europa e Stati Uniti con composizioni per strumenti tradizionali che vanno dall’orchestra, al coro, agli strumenti elettronici, con installazioni sonore e lavori per la radio, per il video ed il teatro, dirige Ottobre Orchestra, un grande ensemble creato per l’occasione come estensione della Iato Orchestra, realtà musicale che include alcuni dei musicisti improvvisatori più attivi nella scena romana.

Dove diavolo sei stato? .....

30.12.13
Casa della Memoria e della Storia 19 Dicembre 2013 presentazione del volume “Dove diavolo sei stato? Il generale Montgomery, l’Italia e la storia incredibile di un uomo in fuga” (Ianieri Edizioni) Intervengono la scrittrice Dacia Marini, l'autore Tom Carver - direttamente da Washington - e la traduttrice Federica D'Amato, con i saluti augurali dell'Assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale Flavia Barca e, in rappresentanza dell'Ambasciatore Britannico in Italia, il Colonnello Duncan Venn. La storia, ambientata in Italia tra il 1942 e il 1943 durante la Seconda Guerra mondiale, ripercorre le imprese africane del generale Montogomery e del figliastro Richard Carver, rispettivamente nonno e padre dell'autore; l'incredibile fuga di Richard dal campo di prigionia di Fontanellato verso l'Abruzzo per raggiungere Monty e l'insperata salvezza. Nel novembre 1942, due giorni dopo la battaglia di El Alamein, un giovane ufficiale dell'esercito britannico fu catturato dai tedeschi. Mentre i nazisti decidevano della sua sorte, il militare inglese aveva una ragione particolare per essere preoccupato: nessuno lo sapeva, ma Richard Carver era il figliastro del feldmaresciallo Bernard Montgomery, il comandante delle forze alleate... Questa storia avvincente racconta l'internamento di Richard nei campi di prigionia italiani e la sua successiva fuga. Deciso ad affrontare il rischioso cammino fino al quartier generale degli Alleati nel Sud Italia, Richard intraprende un viaggio estenuante di 500 miglia, evitando più volte la cattura e infine rifugiandosi presso una famiglia di coraggiosi contadini abruzzesi di Gessopalena. Il 4 dicembre 1943, dopo più di un anno, Richard fa ritorno barcollando al quartier generale dell'Ottava Armata a Paglieta, sulla sponda sud del fiume Sangro, accolto dall'ormai famoso patrigno che lo salutò dicendo: "Dove diavolo sei stato?"

Santa perpetua

30.12.13
Teatro Biblioteca Quarticciolo 10 dicembre 2013 “SANTA PERPETUA” di Laila Ripoll traduzione Simone Trecca Con: Gabriele Benedetti, Gianni D’Addario, Massimo De Lorenzo, Michele Sinisi Musiche Paolo Coletta, regia Veronica Cruciani. Un letto. In esso, da tempo immemorabile giace Perpetua, una donna che vive di ricordi. I suoi due fratelli provvedono ai suoi bisogni e a mantenere un business redditizio basato sulle qualità di Perpetua, santa e visionaria, in grado di predire il futuro, vedere il passato e alleviare il dolore. Tuttavia, la comparsa di un nuovo personaggio fa crollare il mondo perfetto dei fratelli, dato che Perpetua nasconde un oscuro segreto. Umorismo nero, emozioni, drammi umani fanno emergere una molteplicità di situazioni che trasportano lo spettatore nelle dure realtà che hanno segnato la storia della Spagna dopo la guerra civile. Quest’opera di Laila Ripoll completa la grande trilogia in cui la memoria, il ricordo, il paranormale si intrecciano in modo inestricabile.

Vacanze rumene

30.12.13
Teatro Sette 11 dicembre 2013 "VACANZE RUMENE"
di: Cavallaro, Gaetani, Generosi con: Fabrizio Gaetani, Christian Generosi e Mauro Bellisario, regia: Marco Cavallaro. In un periodo di crisi economica mondiale trovare un lavoro è già complicato, figuriamoci se chi un lavoro lo ha, lo perde perché la politica del “Capo” cambia a favore del vento dell’Est…
In questo periodo di crisi trovare un lavoro è già complicato, figuriamoci se chi un lavoro ce l’ha si ritrova a perderlo perché la politica del “Capo” cambia a favore del vento dell’Est.
Due attori, scartati da tutti i provini che fanno, lavorano come manovali in un cantiere edile.
Perennemente in ritardo sul lavoro e con la voglia di lavorare li sotto zero perché il sogno è quello di recitare, sono in ritardo sull’affitto, sulle bollette, con le donne e sono vessati dal “Capo cantiere” che non sopporta più i loro comportamenti. Un bel giorno al cantiere per risparmiare sulle paghe, i due sono licenziati a discapito di manovali venuti dall’Est. I due, buttati in mezzo alla strada non possono che fare la loro più grande interpretazione della vita, fingersi “Rumeni” per continuare a vivere dei loro sogni e pagare le bollette.
Una commedia scanzonata sull’arte tutta italiana del sapersi arrangiare finché la buona sorte non decide di venire alla loro porta… o al cantiere.

Signorinette

26.12.13 ,


Recensione dello spettacolo su Gufetto.it

Teatro Tordinona 13 Dicembre 2013 “SIGNORINETTE” le donne si guardino dal lasciar tracce di rossetto sulle schede, di e con : Tiziana Avarista, Carmen Giardina, Annamaria Loliva, Federica Marchettini. Regia Nuccio Siano Quel 2 giugno del ‘46 per le donne il salto è doppio: votano e possono esser votate. Sono oltre dodici milioni. Arrivano ai seggi con il vestito buono della festa, con i bambini in braccio, con il fazzoletto sui capelli, emozionate, come si conviene per un appuntamento importante, decisivo. «Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Nelle lunghe file davanti ai seggi, le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari» racconta la giornalista Anna Garofalo. Su 556 deputati eletti, 21 furono donne. Cinque di loro entrarono a nella "Commissione dei 75" incaricata di scrivere la Carta Costituzionale: le Democristiane Maria Federici e Angela Gotelli, la socialista Lina Merlin e le comuniste Teresa Noce e Nilde Jotti. Le loro biografie, la loro passione politica, l’efficacia delle loro azioni in quel parlamento sono davvero entusiasmanti: alcune di loro hanno origini umilissime, quasi tutte hanno combattuto in prima persona durante la resistenza, alcune imprigionate, hanno fondato giornali, sono state protagoniste nei sindacati, nei partiti, hanno avuto figli, mariti, amori. Si sono battute per la parità̀ salariale, per la tutela della maternità̀, per la cancellazione della definizione "N.N." dai documenti anagrafici, per l’equiparazione dei figli adottivi a quelli legittimi, per la partecipazione all’amministrazione della giustizia, contro un’immagine della donna che la voleva remissiva moglie e madre. Un percorso emozionante raccontato dal punto di vista delle donne, un viaggio nella memoria, tra ricordi personali e collettivi, tratti da biografie, articoli di giornali e riviste dell’epoca, con foto, canzoni e video dell'epoca. Un ritratto vivo dell’Italia del ’46.

Hand Play

26.12.13 ,
CENTRALE PRENESTE TEATRO 14 Dicembre 2013 “HAND PLAY”
Inteatro Produzione – progetto Teatri del Tempo Presente
ideazione e coreografia: Davide Calvaresi
interpreti: Davide Calvaresi, Giulia Capriotti
osservazione: Valeria Colonnella
Hand Play è la tappa finale di un percorso visivo portato avanti dalla Compagnia 7-8 chili per riflettere sulla dimensione relazionale tra uomo e donna. 
Con stile ironico e dissacrante Hand Play mostra un dialogo tra due mondi, con visioni e prospettive diversissime, svelando, con un sapiente gioco di immagini, le crudeli dinamiche del rapporto di coppia.
Spettacolo promosso nell’ambito di Teatri del Tempo Presente progetto interregionale di promozione dello spettacolo dal vivo a cura del MIBAC – Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e delle Regioni: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto – soggetto attuatore CMS – Consorzio Marche Spettacolo – produzione Inteatro, in collaborazione con AMAT

DANTE CAPPELLETTI” 2013 – decima edizione

20.12.13 ,
PREMIO TUTTOTEATRO.COM ALLE ARTI SCENICHE
“DANTE CAPPELLETTI” 2013 – decima edizione "
PREMIO TUTTOTEATRO.COM “RENATO NICOLINI” 2013 – seconda edizione
“IN LUCE” DI FRANCESCA COLA SI AGGIUDICA A MAGGIORANZA IL PREMIO
TUTTOTEATRO.COM ALLE ARTI SCENICHE “DANTE CAPPELLETTI” 2013
CARLO FUORTES E VIRGILIO SIENI
RITIRANO A ROMA IL PREMIO TUTTOTEATRO.COM “RENATO NICOLINI” 2013

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Al Teatro Villa Torlonia sono stati assegnati domenica 22 dicembre 2013 i Premi Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” e “Renato Nicolini”, istituiti dall’associazione Tuttotatro.com con la direzione di Mariateresa Surianello. I Premi promossi dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale in collaborazione con la Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea e con Zètema Progetto Cultura, sono stati attribuiti dalla giuria, presieduta da Grazia Maria Ballerini, nipote di Dante Cappelletti, e composta da Roberto Canziani, Gianfranco Capitta, Massimo Marino, Laura Novelli, Attilio Scarpellini, Mariateresa Surianello e Aggeo Savioli quale membro onorario. Sul palco del Teatro Villa Torlonia dopo un saluto di benvenuto di Emanuela Giordano direttrice artistica della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea, e un augurio di nuovo corso per la politica culturale romana di Mariateresa Surianello, Ottavia Nicolini, figlia di Renato ha consegnato il Premio Tuttoteatro.com “Renato Nicolini” a Carlo Fuortes, neo sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, e a Virgilio Sieni, danzatore e coreografo fiorentino, direttore della Biennale Danza di Venezia. Maria Grazia Ballerini, nipote di Dante Cappelletti e presidente della giuria, ha premiato invece il progetto di spettacolo In luce di Francesca Cola/Volvon Teatro e ha letto le segnalazioni attribuite ai progetti Anime morte di Teatrodilina e Falsae praetextae di Lucilla Lupaioli/Bluestocking per la decima edizione del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti”.

CARMEN che non vede l’ora

19.12.13 ,
Centrale Preneste Teatro 13 Dicembre 2013 “CARMEN che non vede l’ora” con Michele Baronio e Tamara Bartolini drammaturgia di Tamara Bartolini; regia di Tamara Bartolini e Michele Baronio. Facciamo che c’era una volta…un piccolo villaggio della ex Jugoslavia e che da lì inizia il viaggio, si passa per l’Africa, da cui partivano durante la guerra le navi della croce rossa, e poi si arriva a Napoli nei favolosi anni ’60, proseguendo dentro le leggi e i tabù della Basilicata, per scappare in una Roma infuocata dalle contestazioni degli anni ‘70, tra nonni slavi e ladri, mariti violenti, amanti, riunioni politiche, rivolte femministe e il sogno di una stanza tutta per sé e di un lavoro, e sbarcare infine in un piccolo paesino della provincia di Roma davanti al mare…Carmen è così, è una profonda e vertiginosa immersione dentro la storia del nostro paese ma è anche un viaggio alla ricerca di un corpo e del suo posto nel mondo. Carmen è il viaggio di questa donna qualunque che cerca la sua libertà ed è anche il viaggio artistico attraverso un caleidoscopio di formati e linguaggi, per ricostruire una vita che è anche tante vite. Carmen è il viaggio di questa donna qualunque che cerca la sua libertà. Una libertà cercata e ritrovata solo nel momento in cui la parola che non si può dire – stupro – viene finalmente nominata pubblicamente, viene detta. Stupro, inteso non solo come violenza fisica, ma anche, e soprattutto, morale e culturale, vero e proprio programma politico, scheletro del capitalismo, rappresentazione cruda e diretta dell’esercizio del potere. Atto sadico contro chi afferma la propria libertà di scelta, sfregio al piacere condiviso dell'amore, declassato a pura evacuazione/auto-soddisfazione, riduzione della donna a merce, preda, oggetto, essere che va punito perché fragile, inferiore, altro, diverso. Atto di vendetta politica contro chi si ribella al potere che la vuole sempre sottomessa o complice, e poi violenza, quotidiana, familiare, perché la donna accetti la sua subordinazione, storico e naturale destino stabilito. Stupro. Metafora perfetta della nostra società. Ma Carmen è anche il viaggio di un uomo che cerca il suo corpo e la sua libertà.

Il peccato

17.12.13
Teatro Tor Di Nona 6 dicembre 2013 “IL PECCATO”
dall'omonimo romanzo di Zachar Prilepin
di Zachar Prilepin, regia di Fabrizio Parenti
drammaturgia di Sara Cavosi, Laura Grimaldi, Fabio Marson e Antea Moro
con:
Caccioppoli Roberto
Caccamo cristiano
Cardinale Francesca
Colombo Valeria
De Paola Gregorio
Lamanna Mauro
Leoni Matteo
Malinconico Renata
Masseroni Giorgia
Principi Valentina
Rubinelli Giulio
Vicario alice
Zacchia Federica
“È così che sto al mondo. Do fastidio a Dio, agli uomini, e a quelle bestie degli animali”. Venedikt Erofeev Non siamo mai una persona. Siamo sempre tanti, quelli che eravamo prima, da bambini, da giovani e siamo quelli che saremo da vecchi. Siamo quelli che sono stati umiliati e quelli che hanno trionfato, siamo miserabili e sublimi, vigliacchi ed eroici, malati e medici. Ed ognuno di questa folta schiera di nostri io scompare e riappare continuamente, come in continuo gioco di specchi, in cui l'immagine riflessa sembra la nostra ma a guardarla bene non lo è più. Dal romanzo di Zachar Prilepin, uno spettacolo in cui il gioco di stili e di forme narrative vuole raccontare l'impossibilità dell' unicità della vita, raggiungibile solo attraverso la nostra trasformazione in personaggi di una storia racconta a qualcun altro.

JAZZ ORCHESTRA - Monday Night

17.12.13
Casa del Jazz 9 dicembre 2013 "JAZZ ORCHESTRA - Monday Night" NEW TALENTS JAZZ ORCHESTRA diretta da Mario Corvini Ospite speciale STEFANO DI BATTISTA Diego Bettazzi, Vittorio Cuculo sax alto Luciano Ciaramella, Emiliano Mazenga sax tenore Riccardo Nebbiosi sax baritono Andrea Priola, Stefano Monastra, Tommaso Iacoviello, Elena Bianchi tromba Riccardo Tonello, Stefano Coccia, Mattia Collacchi trombone Gianluca Lanzi trombone basso Marco Silvi pianoforte Luca Berardi chitarra Nicolò Pagani contrabbasso Davide Sollazzi batteria Mario Corvini direttore

link: http://www.casajazz.it/pagine/dicembre-2013#sthash.AY9kvJpO.dpuf

Hatealy

17.12.13 ,
Audio Intervista su Radio Boh
Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Tordinona 29 novembre 2013 “HATEALY”
 di Fortunato Cerlino e Ester Tatangelo, regia di Fortunato Cerlino
con Elena Cucci – Irma Carolina Di Monte – Antonella Gullo – Edoardo Pesce
Massimo Zordan e con Marina Guadagno (voce Hatealy) Regia di Fortunato Cerlino
aiuto regia Ester Tatangelo - assistente alla regia Ottavia Nigris - disegno luci Gianluca Cappelletti - scene e costumi Francesco Esposito - creazioni video Francesca Corso - coreografie Lola Lustrini - progetto grafico Terzo Piano - tecnici luce Samuele Ravenna, Giuseppe Notaro - foto di scena Olimpia Nigris
una produzione Fattore K. - Fortunato Cerlino - Hermit Crab
Una direttrice, un rappresentante di prodotti da discount, una commessa dal passato misterioso, una cliente cleptomane e un affascinante e cinico cliente gold, architetto di giorno e drag di notte, si aggirano per Hatealy, supermercato di lusso e vetrina di prodotti eccellenti legati all’industria agro-alimentare italiana: una voce, quella di Hatealy, segue l’evoluzione delle loro vite, annunciando quello che per loro sarà.
“Cosa ti aspetti che succeda adesso?” recita la voce di Hatealy, se interrogata.
Intasati di desideri, accecati dalla paura e dalla solitudine, con la crisi che soffoca un Italia allo sbando e le loro vite, Carla, Benito, Tina, Vittoria, Eddy, si aggirano tra gli scaffali del supermercato, rifugiandosi, a turno, nell’ufficio provvisorio della direttrice, per sfuggire alla svendita delle loro esistenze, in attesa dell’arrivo del tartufo da 2013 grammi per un valore di duemilamiliardi di euro che li salverà.
Cosa ti aspetti che succeda adesso?

Crack Machine

16.12.13
Teatro Valle Occupato 5 Dicembre 2013 “CRACK MACHINE” – Il denaro non esiste
Compagnia Musella Mazzarelli
di e con Paolo Mazzarelli e Lino Musella
scene di Elisabetta Salvatori | musiche Climnoizer – Co’sang
si ringrazia Torre dell’Acquedotto di Cusano
Crack Machine, terzo spettacolo della Compagnia Musella Mazzarelli, ripropone e sviluppa un metodo di creazione integrale a due, già sperimentato nei suoi precedenti lavori.
Un gioco teatrale, basato su quattro personaggi, due per ogni attore, che si ritrovano a condividere una storia in carcere. La vicenda che li tiene insieme, prende spunto da quella, realmente accaduta, di Jerome Kerviel, ex trader della più importante banca francese, la Société Générale, che si ritrova accusato come unico responsabile per il più grande buco della storia della finanza mondiale, e minacciato dal suo stesso mondo, quello delle grandi banche d’affari, cuore pulsante e malato dei grandi potentati politico-finanziari.
Gli altri personaggi che il protagonista avrà modo di incontrare in carcere, ci offrono un loro sguardo sul presente e sul senso o non-senso del Denaro, dando vita ad una storia ad orologeria, una Crack Machine, che non potrà che portare ad un liberatorio crollo finale.
Spettacolo dal forte impatto civile e magistralmente rappresentato dai due attori che sono insieme interpreti e coautori.

Donne senza censura

14.12.13
Teatro Studio Uno 3 dicembre 2013 “DONNE SENZA CENSURA”
Ispirato a tutto ciò che ha significato qualcosa, uno spettacolo di e con
Patrizia Schiavo, Silvia Grassi e Flavia Pinti
..."D'ora in poi racconto solo di pompini malriusciti, eiaculazioni precoci. Culi grossi, culi mosci e culattoni! Racconto di donne grasse con la cellulite, di donne sfatte e insoddisfatte, di viagra, di amanti ridicoli, improbabili... storie piccanti con personaggi imbarazzanti!..."
Questa la dichiarazione d'intenti di un'artista che si racconta in toni provocatori, radicali o malinconici, esponendo la propria identità multipla: dialoga ora con il pubblico, ora con un intervistatore più immaginario che reale, ora con le zone più oscure di sé.
Stupida, scandalistica o arrabbiata, espande il proprio bisogno d'amore attraverso la presenza di altre due attrici: due personaggi femminili che sembra aver creato affinché vivano le esperienze scabrose al posto suo.
Due donne in conflitto con la propria immagine e i propri chili di troppo che mentre si preparano per quello che sembrerebbe l'incontro della loro vita, passano in rassegna con leggerezza, ironia e un certo gusto per l'eccesso i fallimenti amorosi precedenti.
Ognuna fa da specchio e da contrappeso all'altra e in un vicendevole scambio di contenuti, al di fuori di ogni vittimismo o moralismo, si espongono senza censura.

Beckett tra noi le prigionie (in)visibili della società contemporanea

13.12.13
Casa dei Teatri dal 7 novembre 2013 “Beckett tra noi le prigionie (in)visibili della società contemporanea”
Partecipano:
Minako Okamuro, docente presso l'Università di Waseda a Tokyo
Dario Evola, docente di Estetica presso l'Accademia di Belle Arti a Roma
Yosuke Taki, curatore della mostra
Modera Paolo Ruffini
Prendendo spunto da una delle sezioni della mostra si parlerà delle ultime e più vicine interpretazioni delle opere di Beckett, in cui si abbandona il concetto di Teatro dell'assurdo per evidenziare situazioni e stati d'animo comuni a tutti noi e presenti nella dimensione della nostra quotidianità.
In particolare verrà analizzato l'allestimento di Finale di partita del regista giapponese Makoto Sato. In programma alla la mostra percorre i cambiamenti e gli elementi costanti nell’approccio alle opere di Samuel Beckett, invitando i visitatori a riflettere sulla capacità del teatro di osservare da un’angolazione straordinaria la realtà del proprio tempo dalla metà del Novecento al nuovo millennio.
Tutta l’opera di Samuel Beckett può essere considerata il racconto di “un’umanità inconsapevolmente imprigionata” e la dimensione di costrizione fisica e mentale caratterizza il lavoro del drammaturgo irlandese.
Sono passati 60 anni dalla prima mondiale di Aspettando Godot (Parigi, Théatre de Babylon, 5 gennaio 1953), e da allora, questa e altre opere di Beckett hanno rappresentato una feconda fonte ispiratrice per la creazione scenica, sia per l’orizzonte della tradizione teatrale che per i linguaggi della sperimentazione, sino a toccare l’immaginario popolare, anche televisivo.
Soprattutto dagli anni Novanta, dopo la morte del drammaturgo, le sue opere hanno oltrepassato i confini del teatro dell’assurdo e del metafisico, rivelandosi capaci di stimolare sensibilità che guardassero all’umano nella complessità del presente della Storia.

La cantatrice calva

13.12.13
Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica
Recensione dello spettacolo su Gufetto.it

Casa delle Culture 30 Novembre 2013 “LA CANTATRICE CALVA” COMPAGNIA GINEPRO NANNELLI di Eugène Ionesco, con: signor Smith Marco Carlaccini, signora Smith Patrizia D’Orsi, signor Martin Claudio Capecelatro, signora Martin Sara Poledrelli, Mary la cameriera Xhilda Lapardhaja, Il Pompiere Ludovico Nolfi, interventi sonori Claudio Rovagna scena Antonio Belardi costumi Antonella D’Orsi Massimo, disegno luci Giuseppe Romanelli Interprete vicario in prova Paolo Parnasi, comunicazione Olga Carlaccini aiuto regia Valentina Casadei foto di scena Pino Le Pera, regia Marco Carlaccini.
La pièce - definita dall'autore anticommedia - è il primo esempio di un genere teatrale allora ai suoi albori, il teatro dell'assurdo, in cui la vicenda subisce uno straniamento tramite l'utilizzo esasperato di frasi fatte, dialoghi contrastanti, luoghi comuni.
Si rappresenta, bonariamente, nel chiuso di un salotto borghese, la parodia di una ipotetica società priva di contenuti e indaffarata quasi esclusivamente nell'esibizione di luoghi comuni. Fra amnesie, incongruità, contraddizioni, reticenze, due strampalate coppie, un pompiere e una cameriera si intrattengono scambiandosi aneddoti e frasi fatte- scivolando sempre più in un'aggressiva, ambigua e dissonante disarticolazione del linguaggio fino alla feroce e parossistica reciproca aggressione verbale.
Interno borghese inglese, con poltrone inglesi. Serata inglese. Il signor Smith, inglese, nella sua poltrona e nelle sue pantofole inglesi, fuma la sua pipa inglese e legge un giornale inglese accanto a un fuoco inglese.

ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI PRESAGI

12.12.13 ,
ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI PRESAGI … 

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di un arte rivolta al futuro che continua a generare atti, pensieri, azioni Attraversamenti Multipli è un festival creato da Margine Operativo che si interroga sulle relazioni tra linguaggi artistici contemporanei e il presente. Il percorso di questa edizione è accompagnata dalla parola PRESAGI e dall’ immagine di un deserto e di un albero ostinato. Il deserto è l’ immagine che ci sembra più appropriata per questa edizione, che nasce nel segno della precarietà e dell’ incertezza economica. Attraversamenti Multipli in tutte le sue edizioni - la prima è stata nel 2001 - ha sempre intercettato attraverso bandi pubblici finanziamenti provenienti da Enti pubblici. Quest’ anno stiamo assistendo all’ implosione delle politiche culturali degli Enti Pubblici del Lazio. Nell’ anno 2013 la Regione Lazio ha scelto di bloccare i finanziamenti per la cultura, la Provincia di Roma non c’è più. Roma Capitale ha comunicato con un ritardo imbarazzante - il 20 novembre - l’ entità delle economie adisposizione per i progetti vincitori del bando pubblico 2013 per le iniziative culturali previste a novembre, tra cui Attraversamenti Multipli. Questa situazione ci ha costretto prima a posticipare il festival da novembre a dicembre (come si fa a programmare degli eventi all’ inizio di novembre senza sapere le risorse a disposizione e se la comunicazione arriva il 20 novembre ?? ) e poi a ridurre il festival a 4 giornate (nel 2012 erano 6, nel 2011 erano 7). Nonostante questo scenario desolante ci sembra che l’unica risposta sensata sia di continuare a fare bene il nostro lavoro, e di mettere tutta la cura possibile nella progettazione e realizzazione di questo festival. Nel progettare questo nuovo viaggio di Attraversamenti Multipli siamo stati accompagnati, dalla rabbia e dalla convinzione che l’arte è un meraviglioso dispositivo che può costruire nuove visioni, creare cambiamenti, delineare risposte imprevedibili. Dobbiamo ringraziare per la complicità al progetto gli artisti che abbiamo coinvolto, gli spazi che ci accolgono, lo staff organizzativo… tutti hanno accettato di vivere con noi questo nuovo viaggio e di attraversare insieme questo tempo incerto. Attraversamenti Multipli 2013 propone un percorso di eventi artistici attenti alle sperimentazioni in atto nella scena del contemporaneo e alla relazione tra arte e spazi pubblici. ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI 2013 PRESAGI teatro - danza - performance - video un progetto di Margine Operativo Attraversamenti Multipli è ideato e coordinato da Alessandra Ferraro e Pako Graziani del gruppo Margine Operativo realizzato con il sostegno di: ROMA CAPITALE Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica dal 13 dicembre al 22 dicembre 2013 a Roma.

 www.attraversamentimultipli.it

Lo Strano Mondo di Lorenz

11.12.13
Teatro La Fonderia delle Arti 1 dicembre 2013 “Lo Strano Mondo di Lorenz”
a cura dalla Compagnia QFC (nata nel 2008 e composta da improvvisatori professionisti) in collaborazione con l’associazione Verbavolant. CAST: Susanna Cantelmo, Alessandro Cassoni, Deborah Fedrigucci, Daniele Marcori, Giorgio Rosa, Tiziano Storti, Mariadele Attanasio, Gianluca Budini.
Lo spettacolo, totalmente improvvisato, si ispira alla teoria del caos e al celebre ‘effetto farfalla’ teorizzato da Edward Lorenz nel 1963 e riassumibile nell’affermazione ‘un battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas’, ovvero che un solo, piccolissimo, innocuo, innocente gesto o avvenimento può cambiare il corso del destino, della storia, della vita, per sempre. Uno ‘sliding doors’ dell’esistenza, come nel celebre film inglese del 1998.La struttura narrativa dello spettacolo è ispirata alla raffinata drammaturgia cinematografica degli ultimi anni che ha portato sul grande schermo il concetto di effetto farfalla come America Oggi di Altman, Match Point di Allen, Amores Perros di Iñárritu e per l’appunto Sliding Doors.
Il battito d’ali nello ‘Strano mondo di Lorenz’, il quale darà il via agli avvenimenti che a cascata ne deriveranno, sarà dato dal pubblico in sala: uno spunto che darà il la alle storie dei sei personaggi in scena, che modificherà il loro destino, che modificherà le loro vite. Vite che si intrecceranno, si sfioreranno, si contamineranno creando nuove infinite possibilità e nuovi bivi. L’imprevedibile evoluzione di questi personaggi e delle loro storie avverrà in un susseguirsi di ritmi e di mescolanze di stili diversi che farà ridere e terrà incollato alla sedia lo spettatore.

Simon Mago

11.12.13
Teatro Td IX TORDINONA 1 dicembre 2013 “Simon Mago”
 Ispirata dall’omonimo testo di Jean-Claude Carrière
Interpretazione di: Manuela Fiscarelli, Mario Migliucci, Anna Redi, Adriano Saleri
Musiche dal vivo di Giovanni D’Ancicco
Regia di Anna Redi
C’era una volta un uomo che si chiamava Simone e che una dozzina di volte al giorno proclamava di essere la manifestazione della Potenza di Dio. I suoi occhi luccicavano anche nell’ombra. La folla lo seguiva, i suoi discepoli lo assistevano fedelmente, il cielo per lui non aveva segreti. Tutto procedeva bene fino a quando negli stessi villaggi un uomo di nome Gesù, con i suoi miracoli, gli rubò la scena. Chi era mai questo rivale misterioso? Una storia antica che, con leggerezza e semplicità, risveglierà domande di sempre che fin da quando siamo piccoli stanno sospese tra la terra e il cielo.

Il reading con le canzoni

11.12.13 ,
Forte Fanfulla il 7 novembre 2013 “IL READING CON LE CANZONI DENTRO” Di e con Claudio Morici e Ivan Talarico. Lo spettacolo: Claudio Morici legge i suoi “Racconti da camera”. Ivan Talarico canta le sue “Canzoni a colori per animi sbiaditi”. I due perfomer si intrecciano, alternano e sovrappongono, in uno spettacolo che affronta innamoramenti grotteschi, telefonate inutili, personaggi impossibili alla ricerca di affetto e sanità mentale, liste della spesa, inverni nei giardini, corpi che s’arricciano e baci blu.

Mantra of Technological Age

5.12.13 ,
Chiesa Battista Evangelica Roma 29 Novembre 2013 “Mantra of Technological Age” Entropia e Mauro Tiberi Debora Longini Per sintetizzatori analogici, voci e contrabbasso spaziale. Line up: Debora Longini: voce Dr.Lops, Amptek Alex Marenga: analog synths yamaha cs 5, korg ms20, theremin Mauro Tiberi: contrabbasso e voce Le rifrazioni acustiche dell’architettura sacra ospitano il connubio fra il canto armonico e diplofonico e la sintesi analogica, dopo il successo di San Giorgio al Velabro, viene riproposto lo spettacolo in cui vocalità primordiali e suoni elettronici si fondono.

Ziguli

4.12.13 ,


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Castello Pasquini , Castiglioncello 30 giugno 2013 “ZIGULÌ” dal libro di Massimiliano Verga, con Francesco Colella, disegno sonoro Giuseppe D’Amato, scenografia Salvo Ingala, aiuto regia Leonardo Maddalena, adattamento e regia Francesco Lagi. Vincitore Premio In-Box 2013 Un diario intimo che racconta il rapporto denso e accidentato fra un padre e un figlio disabile. L’azione si svolge in uno spazio domestico notturno, un luogo che non è più una casa ma è il campo di battaglia dove si svolge la loro lotta quotidiana. Il tempo che il padre e il figlio vivono ogni giorno, scandito da relazioni e impegni, passato tra strutture per la fisioterapia e assistenti sociali, adesso è lontano. Il figlio rimane sempre invisibile, in scena c’è solo il padre con la sua fragilità di fronte alla disabilità del figlio. La paura e il desiderio della morte. La camicia che si sporca sempre, che prima di uscire è sempre da cambiare e che comunque sempre rimane sporca. E poi le testate, le spinte, i morsi, i graffi tra gli abbracci e le esplosioni di risate. E, qualche volta, i baci. Perché in questa storia, che è soprattutto una storia d’amore, tutto accade disordinatamente, senza nessun galateo sentimentale. Teatrodilina è un gruppo di persone con esperienze artistiche diverse che si sono unite per condividere una pratica e un’idea di teatro. Dal suono al video, dall’arte contemporanea alla scrittura, dal cinema alla musica. Alla base del nostro lavoro c’è la voglia di inventare spettacoli restituendo frammenti dei nostri percorsi e andando alla ricerca di un’identità. Fare teatro, per noi, è il gesto più contemporaneo e potenzialmente dirompente. Il nostro metodo è artigianale ma anche un po’ mistico. Dal 2010 a oggi abbiamo messo in scena: L’asino d’oro, dal romanzo di Apuleio; L’amore il vento e la fine del mondo, basato su tre testi della Bibbia (Qoèlet, Cantico dei Cantici e Apocalisse); Zigulì, dal libro di Massimiliano Verga. Ora stiamo lavorando per mettere in scena Anime Morte di Gogol. In-Box è una rete di teatri, festival e soggetti istituzionali che ricerca, seleziona e promuove le eccellenze teatrali emergenti nella scena contemporanea attraverso l’acquisto di repliche a cachet di spettacoli già prodotti. Si cerca così di supplire a una mancanza cronica del sistema teatrale italiano: la possibilità per le compagnie di far circuitare i propri spettacoli. Dare spazio al “repertorio”, distogliendo l’attenzione dalla ricerca spasmodica d’inediti e debutti, fornisce agli artisti lo spazio fisico e mentale per far respirare il proprio lavoro, farlo crescere, metterne alla prova senso e solidità.

Finché morte non ci separi

3.12.13
Teatro Valle 25 novembre 2013 “FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI”
Testo di Francesco Olivieri
 Con Monica Scattini accompagnata dalla violoncellista Julia Kent
Finché morte non ci separi è la storia di due donne che vengono ammazzate dai loro rispettivi compagni. È una denuncia contro il femminicidio scritta da un uomo che si è messo nei panni delle vittime. Due donne all’apparenza molte diverse, una che rispecchia tutti i luoghi comuni della donna maltrattata e spesso uccisa, l’altra che elude ogni luogo comune e che nonostante viva una vita agiata e ripiena di affetto finisce come l’altra. Con ironia e allo stesso tempo con toni tragici entrambe narrano da morte la loro condizione fino al momento dell’uccisione. Il messaggio che vuole dare l’autore è: cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Un invito alla riflessione e al porsi delle domande serie su come affrontare questo dramma che sempre più spesso si manifesta sul territorio nazionale.
Finché morte non ci separi, verrà portato in scena il 25 novembre, in diversi teatri italiani, In occasione della giornata contro la violenza sulle donne.
Il progetto nasce da un fortunato incontro dell’autore con una delle interpreti che, sensibile al tema, sposa l’idea di creare una rete di artisti italiani che contemporaneamente si esibiranno nella stessa giornata creando una rete di denuncia amplificata a livello nazionale. Ogni luogo di rappresentazione sarà collegato da una diretta web che permetterà di seguire l’evento in e da ogni città italiana. Il femminicidio è la forma di violenza più diffusa, senza confini di ambiente, religione, cultura e nazionalità. Sono centinaia le donne che ogni anno vengono uccise ed una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita ed è anche per questo che la denuncia non deve e non avrà confini. Il progetto coinvolge Istituzioni e Associazioni sul territorio Nazionale.
Artiste e artisti internazionali hanno già confermato la loro adesione come testimonial dell’evento. A dimostrazione di come sia, quella contro il femminicidio, una lotta comune e non di genere.

Colpo di scena... ahi!

3.12.13
Teatro Due 27 novembre 2013 I Diversamente Comici presentano “Colpo di scena…ahi!” Sit-com-cabaret nella Città dei sordi con Giuditta Cambieri, Francesco D’Amico e gli attori sordi e udenti della Città dei sordi, assistente regia e realizzazione filmati Julien Bruchon Giuditta Cambieri e Francesco D’Amico, in arte “I DIVERSAMENTE COMICI”, stanno vivendo da 4 anni una meravigliosa avventura artistica e umana. Lui è sordo, lei udente. Insieme sono ideatori e protagonisti di una nuova forma di spettacolo, un cabaret dai più definito rivoluzionario che rompe le “barriere” della comunicazione tra il mondo dei sordi e quello degli udenti. Dopo i successi allo Zelig di Milano con il progetto “Diversamente Zelig”, la tournée in tutta Italia con gli spettacoli“Recital” e “Se mi ami fammi un segno…ho finito le pile!”, il tutto esaurito a Roma al Teatro Due Teatro stabile d’essainella rassegna Sguardi S-velati con il progetto “La città dei sordi”, i Diversamente Comici presentano il loro nuovo spettacolo “Colpo di scena…ahi!”. Lo spettacolo è un ulteriore passo avanti nella ricerca del loro personale linguaggio comico che unisce voce, LIS (lingua dei segni italiana), mimica del corpo e musica. In Colpo di scena…ahi! Giuditta e Francesco racconteranno come la vita, per una coppia di “diversi” come loro, sia sempre piena di colpi di scena. Le cose più strane e paradossali accadono quando si convive quotidianamente con il problema della comunicazione e la differenza tra due culture diverse, quella dei sordi e quella degli udenti. I due protagonisti sul palco e sullo schermo metteranno in scena con autoironia frammenti di vita reale. Coadiuvati da un gruppo di attori sordi e udenti, che reciteranno nei contributi filmati, accompagneranno il pubblico di sordi e udenti in un’ esperienza esilarante oltre la barriera del suono.

Buca di sabbia

2.12.13
Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro dei Conciatori dal 16 novembre 2013 “BUCA DI SABBIA”
di Micha Walczak,
regia di Gabriele Linari,
con Sabrina Todaro e Tony Allotta;
movimento scenico Elisabetta di Fonzo.
Una messa in scena divertente ma anche cruda e diretta sulla non comunicazione...Nel fosso si va consumando il gioco più complesso di tutti, un gioco di intese e contese, un gioco in cui regole e confini sono fatti per essere infranti. Un bimbo e una bimba in una fossa si dividono lo spazio complesso di una guerra il cui fine è unirsi per sempre o per sempre dividersi.
Il fosso dei giochi è per noi una camera dove sezionare un rapporto di coppia, dal primo incontro alle conseguenze estreme del conoscersi, per capire che, forse, l'unico vero confine non è tra uomo e donna ma tra condivisione e solitudine…

Just intonation

2.12.13
Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica 

Angelo Mai Altrove Occupato 19 Novembre 2013 Masque teatro in “Just intonation”
 ideazione e regia: Lorenzo Bazzocchi
con: Eleonora Sedioli
physical computing, suono e luci: Lorenzo Bazzocchi
elettronica: Matteo Gatti
co-produzione: Mood Indigo
produzione: Masque teatro
Il lavoro trae la sua origine da due polarità solo apparentemente distanti: da una parte l’interesse manifestato da Kafka per la pura intensa materia sonora, in un costante rapporto con la sua abolizione, dall’altra l’affezione di La monte Young per un suono concepito come atomizzato, evento singolare con vita a se stante, indipendente dall'esistenza umana.
Quello che veramente conta non è ciò che il suono rappresenta, ma la sua intensità fisiologica: "One must get inside the sound", sostiene Young, bisogna letteralmente entrare nel flusso armonico dei suoni.
La prima via ci ha portato ad attraversare Deleuze per ascoltare Kafka, la seconda ci ha condotto nei meandri concettuali del corpo sonoro e delle questioni legate al temperamento equabile. Just intonation sposa la filosofia di La Monte Young, lavorando sul nascondimento e sulla rarefazione, lanciando la figura sulla via di quel tono “primordiale”, quel basso continuo che sembra riportare ad eventi sonori lontani nel tempo: il fischio del vento oppure il ronzio continuo prodotto dai trasformatori dei cavi elettrici dell'alta tensione.
Al centro della vicenda stanno due destini: quello dello strumento e quello della figura.
Resta il corpo e il movimento che rende impercettibile la forma.
Il segreto opera nella più grande visibilità, data dalla moltiplicazione delle figure astratte e animali che creano l’effetto di un nascondimento.
Il corpo-donna diviene segreto senza nascondere niente, a forza di innocenza e precisione, persino a costo di una spaventosa tecnicità. Just intonation ci pone di fronte ad una figura che si rende impercettibile per eccesso di trasparenza. La ricerca del rapporto tra suono e movimento nasce dalla necessità di mettere a punto un sistema di autogenerazione del suono, di produzione di masse sonore complesse, formate da glissandi, di frequenza ed intensità, le sole ad interessare musicalmente Kafka. Al centro dell’azione rimane la relazione tra il performer e il disklavier, pianoforte della Yamaha in grado di essere pilotato in remoto.
Masque da anni si dedica allo sviluppo di interfacce per il controllo di apparecchiature elettromeccaniche, in questo caso sono stati sviluppati specifici algoritmi per il controllo del pianoforte, messi successivamente in diretta connessione ai movimenti del performer tramite un sistema di video-tracking. Suddiviso lo spazio d’azione in regioni, ad ognuna è assegnato un parametro per la generazione del suono. Al volto le frequenze, alle spalle le intensità, alle gambe la durata delle note. Just intonation è dunque un lavoro di decifrazione. “È' il pianista che non suona che fa nascere il suono dal fatto stesso di non suonare, la cui musicalità è diffusa in tutto il corpo nella misura in cui non emette musica”. Just intonation è corpo sonoro. Ci si allontana dalla orizzontalità melodica, in favore dell'armonia e di lunghi periodi di silenzio.

Van Gogh

2.12.13
Teatro Vascello 27 novembre 2013 - h21,00 MDA PRODUZIONI DANZA-PETRILLO DANZA “VAN GOGH” physical performance with adaptable installation da un'idea del Dott. Renzo Ovidi Coreografia Loris Petrillo
 Drammaturgia Massimiliano Burini
Interprete Nicola Simone Cisternino
musiche: diepenbrock, handel , ibsen , wagner , bach
disegno luci : Loris Petrillo
Ispirato da un'idea del Medico Chirurgo Dott. Renzo Ovidi, secondo il quale Vincent Van Gogh, notoriamente considerato un pittore pazzo morto suicida, in realtà non era quel folle che la storia ci ha presentato bensì un uomo affetto da sindrome carenziale affettiva di probabile origine familiare, Loris Petrillo crea la sua nuova opera utilizzando la coreografia non come mezzo descrittivo, ma conferendole una funzione espressiva istintiva in grado di suscitare emozioni.
Così come Van Gogh non narra attraverso la pittura fatti o descrive luoghi, ma è interessato piuttosto al significato di ciò che rappresenta, Loris Petrillo elude dal racconto biografico del personaggio per creare lui stesso opere corografiche a Van Gogh dedicate.
Dall'acquisizione incrociata della lettura specificatamente clinica del Dott. Ovidi da una parte, e quella poetica e teatrale del Regista Drammaturgo Massimiliano Burini dall'altra, Petrillo rielabora un'idea personale del caso, che sviscera attraverso la fisicità dell'unico performer in scena in una sequenza di quadri coreografici e teatrali. In un ordine temporale casuale, ma incastonati secondo l'istinto creativo di chi li ha realizzati, ciascuno dei quadri rievoca un sentimento o uno stato patologico del Pittore: la sindrome depressiva generata dal forte bisogno di affetto; la ricerca di comunicazione con suo fratello Theo; la vocazione alla professione di predicatore; l'angoscia e l'inquietudine che trasformano egli stesso in un corvo; l'entusiasmo del periodo luminoso e bucolico ad Arles; lo scompenso morale che lo conduce in una strada tortuosa fatta di crolli, collassi e cadute morali; l'autolesionismo come incapacità di subliminare la propria sofferenza; la totale crisi personale che lo condurrà alla scelta estrema di morire.
La scena è neutra, come una tela incontaminata che va via via riempiendosi di elementi, immagini, azioni e sguardi che rievocano tutta la natura del personaggio secondo la lettura personale del coreografo Loris Petrillo.

Il custode

2.12.13
Teatro Lo Spazio 24 NOVEMBRE 2013 “Il Custode” Di Antonio Lauro. Regia di Paolo Triestino. Con Paolo Triestino. Il custode entra e sputa in faccia ai Bronzi di Riace, bellissimi, nella sala del Museo Nazionale di Reggio Calabria desolatamente deserta. E poi un rancore assurdo: l’ultima personale resa dei conti tra il custode e le statue mute, mentre il mare fuori dalle vetrate non sopporta di rimanere escluso e fa sentire la sua voce prepotente. Nella storia Reggio Calabria è lo sfondo e insieme lo specchio di sogni e malesseri dell’anima, il Sud dell’anima. IL CUSTODE è scritto in dialetto reggino per restituire espressioni ed accenti altrimenti inesprimibili ed è al suo quarto allestimento. Con IL CUSTODE Paolo Triestino è entrato nella terna dei finalisti come miglior attore nella sezione monologhi della stagione 2002|2003 al premio GLI OLIMPICI organizzato dall’ETI e dal Teatro Stabile del Veneto.

Incontro con Zachar Prilepin

2.12.13
Al Teatro Tordinona 23 Novembre 2013 INCONTRO CON ZACHAR PRILEPIN con Gian Maria Cervo, direttore artistico del festival «Quartieri dell’Arte».Sara Cavosi, Laura Grimaldi, Fabio Marson, Antea Moro: allievi del Corso di Sceneggiatura del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma che hanno lavorato sul testo dell’autore russo. Quartieri dell’Arte riparte da Zachar Prilepin. Veterano della guerra di Cecenia, dove era arruolato nei corpi speciali russi, giornalista e scrittore Prilepin è considerato uno dei maggiori oppositori di Putin nonché il miglior prosatore della Russia, per la sua lingua innovativa ed evocatrice. Una vita da romanzo: pugile, guardia privata, amico di Anna Politkovskaja. Oggi è un attivista del movimento politico ‘The other Russia’, una coalizione di partiti, organizzazioni umanitarie e attivisti che si battono per la democrazia. Il suo libro ‘Grech’ (Il peccato) è stato giudicato dalla critica internazionale il miglior romanzo degli ultimi dieci anni. Proprio ‘Il peccato’ diventa la risorsa per un testo polivocale realizzato da un team di giovanissimi drammaturghi, in equilibrio tra drammatico e postdrammatico, messo in scena da Fabrizio Parenti, specialista della drammaturgia di linguaggio. Dieci storie ispirate alla vita di Prilepin prima che diventasse scrittore di successo. Zachar ragazzino, alle prese con i primi turbamenti erotici. Zachar che vive alla giornata. Zachar che cambia mille mestieri, scarica camion e scrive poesie. Zachar becchino e buttafuori. Zachar innamorato. Zachar padre. Zachar sergente in Cecenia. Zachar che trabocca d’amore per la vita, ma vive nel pensiero della morte, nell’idea che per sconfiggere la ripugnante, vergognosa paura della morte occorra sfidarla, andarle incontro, farne una scelta consapevole. Zachar ossessionato dalla paura dell’umiliazione. Zachar umiliato. Rifratta nelle tessere di un mosaico emerge la personalità di un eroe scisso, che ha fatto della virilità un epos, pur cogliendone l’intima fragilità, e finirà schiacciato sotto il peso di una visione acuta e tragica dei destini della Russia post-socialista.
 
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