Sulla Terra leggere

30.9.13 ,


29 LUGLIO 2013

SULLA TERRA LEGGERE
di e con Antonio Careddu
Un uomo tutte le notti va al porto, guarda il mare e schiaccia le formiche. Oltre il mare, dice, c’è casa sua. Il nostro mondo ormai si è fatto piccolissimo, tutto è vicino e a portata di mano e tutto quindi diventa indifferenziato e indifferente. Testimone di questa indifferenza, il protagonista senza nome del racconto non conosce un posto in cui riconoscere la propria origine, un posto dove desiderare di tornare. Una formica di passaggio, raccontandogli una leggenda, lo renderà consapevole della sua condizione di sradicato e gli permetterà di scegliere.

La guerra è finita

30.9.13 ,


30 LUGLIO 2013

LA GUERRA E' FINITA
Scritto e interpretato da Daniele Scattina
Un racconto di guerra, un racconto su quello che c’era e quello che rimane nelle vite, nei cuori e nelle coscienze degli uomini. Un racconto disegnato su una tela attraverso immagini viste in televisione, seguendo frammenti di poesia che parlano di libertà e costrizione, di vittime e di potenti, di gente senza volto e senza nome. Un racconto di potenza e fragilità, distruzione e costruzione, violenza e vita, guerra e amore, qualcosa di illogico, di incomprensibile, ma spesso forse più vero di tutto ciò che dovrebbe sembrare logico e sensato.

Eveline

30.9.13 ,


Teatro Td IX Tordinona Roma 24 settembre 2013 “EVELINE”
di Francesca Venturi
Compagnia Uno Punto Zero
con: Giulia Menici, Domenico Marretta, Giacomo Maria Sannibale, Daniele Scaglia
Regia di Francesca Venturi
Aiuto regia: Giulia Costa
Coreografie: Micaela de Luca
Responsabile tecnico: Valerio Pignalosa Conti
“Perché scappi?” Accadono cose che sono come domande,
passa una vita, oppure anni, e poi la vita risponde.
La storia di Eveline racconta un intreccio di vite, di segreti e di risposte.
Musiche originali ed atmosfere surreali,
vi accompagneranno in una fuga senza ritorno.
Uno spettacolo affascinante, talvolta ironico,
talvolta crudo e pungente,
vi travolgerà come un'ondata di ricordi. E tu perché scappi?

Game Over

26.9.13


Teatro Due 20 Settembre 2013 “GAME OVER”
Concept, coreografia e regia: Susan Kempster
Autori/interpreti: Susan Kempster/ Marta Cinicolo, Vincenzo Capasso, Claudio Malangone
Musiche: A.A V.V.
Disegno luci: Francesco Ferrigno
Responsabile organizzativo: Maria Teresa Scarpa
Produzione: Borderline Danza, MIBAC, Regione Campania
A volte le cose vanno troppo oltre e qualcuno finisce per farsi male. Questo accade quando finisce il gioco. Game Over tratta di sottile crudeltà, di ingiustizia e di gelosia, per la necessità di voler essere in gioco, di adattarsi, di voler essere amato. É un aspetto ambiguo della natura umana. Un inizio apparentemente innocuo, divertente che si trasforma in sinistro per i tre personaggi che giocano la loro parte in questo tragicomico dramma di vita.

Pulp-Ami

26.9.13 ,


Teatro Tordinona 19 Settembre 2013 per la rassegna CONVERGENZE URBANE “PULP-AMI”
con Alessandra Della Guardia,
scritto e diretto da Dario Aggioli.
L'attrice si lamenta perché il testo è difficile e non è completo. Il personaggio interpretato da lei si lamenta del carattere dell'attrice e del fatto che l'autore lo ha lasciato incompleto. Per l'amore non totalmente corrisposto verso l'attrice, l'autore non ha terminato il suo lavoro, rendendo il testo crudo e vero come l'amore, ma inconsistente e tutto poco palpabile...“a volte non si combatte apertamente... Lo so è frustrante. È come stare davanti ad un caminetto, il fuoco si spegne, la cosa ti fa rabbia, ma nessuno ha mai provato a metterci dentro la legna. Ad alimentare quel fuoco.” Prodotto in collaborazione con Teatro Forsennato e La Riunione Di Condominio

Tec Talk

25.9.13


Macro Testaccio, Roma 8 - 14 Settembre 2013 “TeC_Talk: incontro con la Generazione Scenario 2013” Il Premio Scenario è tra le maggiori opportunità di produzione teatrale. Prima del debutto definitivo, a Short Theatre gli artisti presentano la fase attuale dei loro lavori. In relazione alla delicata e feconda condizione del processo creativo la webzine Teatro e Critica organizza due incontri per discuterne provenienze e obiettivi, intenzioni e forme. Due tavole rotonde, dalle 11.30 alle 13.30, a cui partecipano gli artisti, operatori e critici, spettatori interessati.

Info: redazione@teatroecritica.net

Entrance

23.9.13


'Entrance' (in a trance) is started from the curiosity of What kind of forces can move our body and how dose body reacts. And by this forced energy body and mind are visiting different states as like struggling, rejecting, abandoning, receiving, accepting ... In this work ,we are trying to visit all kind of different states of mind and physics under the meaning of religion and form of ritual. 'Entrance' or 'en-trance' (in a trance) is a 30 minute solo for dancer Sung-Im Her, directed by Stef Lernous (of the theatre company Abattoir Ferme). The solo combines contemporary dance with elements from the 'abattoir- verse', such as ritual, religion and outsider-art.

공간 어딘가에 한 소녀가 있다. 이 소녀 안 어딘가에 공간이 있다. 이 수평면 안에 존재하는 한 물리적인 힘이 이 소녀 안으로의 출입구를 찾는다. 무엇이 이 소녀를 움직이게 하는지.... 무엇이 우리를 움직이게 하는지 알아보기 위해....

M.E.D.E.A. Big Oil

20.9.13 ,


Incontro con la Compagnia



Teatro Remondini Bassano del Grappa 29.08.2013
“M.E.D.E.A. BIG OIL”
scritto e diretto da Terry Paternoster con gli attori del Collettivo InternoEnki – 1° Coro: Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. C ardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi. sostituti – 2° Coro: Elena Cucci, Valentina Izumi Cocco, Monica Mariotti, Anna Ferraioli Ravel, Michela Ronci, Salvatore Langella, Angelo Lorusso, Ezio Spezzacatena, Pierfrancesco Rampino, Matteo Vignati. M.E.D.E.A.Big oil è una rielaborazione del mito di Medea che segue una linea di trasposizione dichiaratamente anticanonica, che colloca la vicenda nella Basilicata odierna, sventrata dalle trivellazioni. Anche qui il nodo tragico s’innerva in un innamoramento senza corresponsione d’amore: l’eroina è una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita dallo straniero, il Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera. Lo straniero è l’amante infedele che non mantiene la promessa d’amore, di crescita e di progresso a un paese che regala ricchezza in cambio di povertà. In questo senso, anche Medea è “simbolo”: è l’amante tradita ma anche metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco (il Coro) che è evocazione di un’umanità divisa pedissequamente fra miseri e potenti, incapaci di elaborare, al contempo, una coscienza di classe e una classe di coscienza. Il tragico che vogliamo raccontare è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico e una lettura cari alla poetica dell’autrice: il contrasto della cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Parliamo di “realtà del tragico” annichilenti, così come esemplifica la situazione della Val d’Agri: l’incidenza tumorale, qui, supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.

Pentesilea

20.9.13 ,


La Pelanda, Roma 6 settembre 2013 foyer 1 performance Lenz Rifrazioni “Pentesilea”
da Pentesilea di Heinrich von Kleist
traduzione e drammaturgia Francesco Pititto
regia, installazione, costumi Maria Federica Maestri
musica Andrea Azzali_Monophon
interprete Sandra Soncini
cura e organizzazione Ilaria Montanari, Elena Sorbi
promozione e comunicazione Eleonora Felisatti
assistente Alice Scartapacchio
produzione Lenz Rifrazioni
Büchner, Hölderlin, Lenz, Kleist, Rilke, Dostoevskij, Majakovskij, Shakespeare, Goethe, Grimm, Andersen, Calderón de la Barca, Genet, Lorca, Bacchini, Ovidio, Virgilio, Manzoni: questi gli autori che hanno segnato i progetti monografici e pluriennali di Lenz Rifrazioni, a partire dal 1985. I recenti progetti di creazione performativa contemporanea sono il risultato artistico di un approfondito lavoro di ricerca visiva, filmica, spaziale, drammaturgica e sonora. In una convergenza estetica tra fedeltà esegetica alla parola del testo, radicalità visiva della creazione filmica, originalità ed estremismo concettuale dell’installazione artistica, l’opera di Lenz Rifrazioni riscrive in segniche visionarie tensioni filosofiche e inquietudini estetiche della contemporaneità. Traduzione, riscrittura drammaturgica, imagoturgia delle opere sono di Francesco Pititto, che ne cura la regia insieme a Maria Federica Maestri. Le installazioni sceniche e i costumi sono realizzati da Maria Federica Maestri, segnalata dalla critica per il suo lavoro di “drammaturgia della materia”, per il sistema di segni visivi che costituiscono il suo personalissimo “design-acted”. Le musiche originali sono di Andrea Azzali, musicista sperimentatore di elaborazioni e composizioni elettroniche. Lenz esprime una progettualità artistica riconosciuta come una delle più originali e rigorose nel teatro di ricerca italiano ed europeo caratterizzata da un continuo lavoro di indagine sul linguaggio contemporaneo. Nella prima fase del proprio percorso creativo Lenz Rifrazioni ha rielaborato i grandi testi classici, ritrascrivendone le pulsioni poetiche in visioni contemporanee. In una fase più recente al centro della poetica è la ricerca visiva e plastica: l’azione teatrale si incunea tra la scrittura per immagini e la creazione plastica dello spazio, che vuole essere un’installazione artistica autonoma. L'azione performativa è esaltata dall'eccezionalità degli interpreti, reagenti artistici del testo creativo.

Lolita

20.9.13 ,


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro La Pelanda, Roma 6 settembre 2013 teatro 1 Babilonia Teatri “Lolita”
di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani
con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco
con Olga Bercini e con Babilonia Teatri
luci e audio Babilonia Teatri/Luca Scotton
organizzazione Alice Castellani
grafiche/elaborazione video Franciu
foto Sara Castiglioni e Marco Caselli Nirmal
produzione Napoli Teatro Festival Italia in coproduzione con Babilonia Teatri
con il sostegno di Operaestate Festival Veneto
residenza artistica Cà Luogo d'Arte
Lolita è prima di tutto l’incontro con Olga, una bambina di undici anni che ha accettato la nostra proposta di fare uno spettacolo insieme.
Volevamo raccontare la ricerca di un’identità da parte di una bambina, il suo bisogno d’amore e la violenza del nostro mondo.
Lolita è uno spettacolo che prosegue la nostra ricerca di lavoro con le persone.
Olga porta sul palcoscenico la sua autenticità, senza il filtro della finzione e con la forza del suo candore. Lolita è un sogno. Un brutto sogno. Un incubo.
Sono pensieri e segreti consegnati a un diario.
Pensieri di una ragazzina che corre che salta che cammina sul filo.
Una ragazzina che ha pensieri di donna.
Lolita è un urlo e uno sberleffo insieme.
Lolita è un gioco dove non è chiaro il limite tra verità e finzione.
Lolita è una farfalla.
Quanti anni deve avere lolita per essere lolita.
Per profumare di lolita.
Sono i nostri occhi a vedere lolita.
E' la nostra testa a volere lolita.
Sono le nostre mani a immaginare Lolita.
Lolita è un modello che la società impone.
E' una tentazione e un monito.
È la voglia di giocare col fuoco e la paura di bruciarsi.

link: www.babiloniateatri.it

Autodiffamazione

20.9.13 ,


Teatro La Pelanda, Roma 13 settembre 2013 foyer 2 Compagnia Barletti / Waas
“Autodiffamazione”
di Peter Handke con Lea Barletti e Werner Waas
musiche dal vivo Harald Wissler
Un uomo e una donna si autoaccusano di comportamenti assunti e azioni compiute o non compiute nella propria vita, assecondando o infrangendo le regole della società.
W:
Non importa se abbiamo vissuto tutte quelle esperienze, ma la forma, i binari nei quali la vita si muove ci accomuna. Questo fa cadere muri, abolisce la proprietà privata, le differenze di classe: quasi l'utopia comunista realizzata.
L:
Dire questo testo è guardare in un baule pieno di foto di sconosciuti.
Avrei potuto essere io, avrei potuto farlo, avrei potuto dirlo. Lo sono, l’ho fatto, l’ho detto. Non lo sono, non l’ho fatto, non l’ho detto. Ma avrei potuto, sì, avrei potuto.
Domande:
Se la nostra vita fosse uguale a quella di tutti gli altri questo ci emozionerebbe?
Essere come tutti, essere accettato, riuscire a comunicare con tutti in modo semplice e naturale è un sogno?
Se la vita fosse un elenco di espressioni comuni, di situazioni ricorrenti e noi in grado di percepirlo, ci aiuterebbe?

link: www.amicidiluca.it

Io, Fiordipisello

20.9.13 , ,


Teatro La Pelanda, Roma 14 settembre 2013 teatro 1 Accademia degli artefatti
“Io, Fiordipisello”
di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e Fabrizio Arcuri
ambienti Diego Labonia
assistente di produzione Marta Montevecchi
organizzazione Rosario Capasso
produzione Accademia degli artefatti 2013
debutto 7 agosto 2013, BIENNALE TEATRO VENEZIA 2013
Lo spettacolo rientra nel progetto I, SHAKESPEARE di cui sono stati realizzati già tre episodi: Io, Banquo – prodotto dal Fondazione Luzzati Teatro della Tosse – Genova
Io, Cinna – in coproduzione con CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia Io, Calibano – in coproduzione con L'Uovo Onlus_2013 – L’Aquila
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate. Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta: ‘Sono pronto’. “Avevo qualcosa da dirvi di importante… ecco adesso l’ho dimenticata… tornerà”.
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente? Tim Crouch da un’ultima possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti shakespeariani per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello gli mancano gli i personaggi della sua storia. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla. Quel che resta di una festa, gli amori consumati o inconsumabili, una foresta come teatro disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare.
Io, Fiordipisello fa parte del progetto I, Shakespeare, dispositivo di indagine sulle forme del racconto teatrale: 5 testi di Tim Crouch che sono occasione per 5 personaggi shakespeariani di raccontare e rivivere 5 opere shakespeariane. Per ora, oltre a Fiordipisello, sono stati realizzati:
Io, BANQUO prodotto con Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse / Genova
Io, CINNA coprodotto con CSS Teatro Stabile di Innovazione / Friuli Venezia Giulia
Io CALIBANO coprodotto con L'Uovo Onlus Teatro Stabile di Innovazione / L’Aquila
Nel 2014 è previsto il debutto di I, MALVOLIO.
L’ IO del titolo è un manifesto teatrale e politico insieme: e’ un’IO di tutti, da contrattare continuamente nel momento stesso della sua rappresentazione.
I SHAKESPEARE è un progetto che interroga la convenzione teatrale, mettendola in crisi, e verificandone la possibilità attuale di parlare del, e al, presente, a partire da testi che della stessa convenzione teatrale ne hanno segnato le fondamenta.

link: www.artefatti.org

LA TERRA SONORA

20.9.13 ,


Teatro La Pelanda, Roma 14 settembre 2013 Presentazione del progetto LA TERRA SONORA: il teatro di PETER HANDKE
Seminari, letture, spettacoli, laboratori, traduzioni e pubblicazioni
a cura di Valentina Valentini e Francesco Fiorentino
in collaborazione con ScuolaRoma, PAV
con il contributo: Centro Teatro Ateneo, Sapienza Università di Roma, Università Roma Tre – Dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere, Italiano Studi Germanici, Goethe Institut Rom, Istituto Forum austriaco di cultura, Fondazione Roma Europa partecipano: Valentina Valentini, Francesco Fiorentino, Werner Waas e la rete ScuolaRoma.
La produzione teatrale di Peter Handke, dopo il clamore degli esordi nel clima “rivoluzionario” della fine degli anni Sessanta, in Italia, è stata quasi del tutto dimenticata, nonostante lo scrittore abbia continuato a scrivere per il teatro.A partire dallo spettacolo Autodiffamazione della Compagnia Barletti/Waas, presentato all'interno di Short Theatre, fino a maggio del 2014 il progetto vuole rimettere al centro dell'attenzione di studiosi, artisti e del pubblico la potente scrittura e visionarietà di questo nostro contemporaneo.

Villa Dolorosa

20.9.13 , ,


Teatro La Pelanda, Roma 8 settembre 2013 foyer 1, mise en espace nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe. Accademia degli artefatti
“Villa Dolorosa”
di Rebekka Kricheldorf (D)
traduzione di Alessandra Griffoni
mise en espace a cura di Fabrizio Arcuri / Accademia degli artefattii
con Caterina Acampora, Chiara Giorgetti, Davide Grillo, Anna Mallamaci, Valentina Morini, Tommaso Spinelli, Mario Zaza
assistente alla regia Francesca Zerilli
saranno presentati degli estratti del testo
si ringraziano il Centro Internazionale la Cometa, per la composizione del cast delle due mise en espace e teatroinscatola, per la disponibilità delle sale prove.
Le feste di compleanno di Irina sono sempre state un fallimento completo: brutta musica, tentati suicidi, gravidanze improvvise, litigi e malauguri per il futuro. E’ il terzo anno consecutivo che va così: tutti ora sono buttati per terra, annoiati, in attesa che qualche cosa di diverso accada. In attesa che la vita celebri il proprio cammino con un regalo sorprendente, che regali un po’ di leggerezza e di speranza. Ma forse non è ancora il momento per i tempi lieti. Accademia degli artefatti partecipa al compleanno di Irina, cercando di trovare un suo posto tra la noia e il futuro. Una mise en space che è il racconto di un luogo e di un tempo. Una festa impossibile a cui tutti sono invitati a partecipare.

link: www.fabulamundieurope.eu

Il gatto verde

20.9.13 , ,


Teatro La Pelanda, Roma 7 settembre 2013 teatro 1, mise en espace nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe, Lisa Ferlazzo Natoli / Lacasadargilla
“Il gatto verde”
di Elise Wilk (RO)
traduzione di Roberto Merlo
mise en espace a cura di Lisa Ferlazzo Natoli
in collaborazione con Alice Palazzi
con Caterina Acampora, Lorenzo La Posta, Anna Mallamaci, Valentina Morini, Francesca Verzaro, Mario Zaza
assistente alla regia Francesca Zerilli
si ringraziano il Centro Internazionale la Cometa, per la composizione del cast delle due mise en espace e teatroinscatola, per la disponibilità delle sale prove.
Il gatto verde è la storia di sei adolescenti e di una notte che cambierà le loro vite per sempre. Scritto nello stile di un falso documentario in versione teatrale, il testo racconta la storia di un assassinio attraverso una serie di interviste. Cosa ne è di quei giovani costretti - in Romania come altrove - a crescere separati dai loro genitori? Il testo parla di quell'età delicata e pericolosa che è l'adolescenza, costruisce relazioni solitudini – esistenziali e sociali - con la voce nitida dei suoi personaggi. Racconta di amore e di amicizia, ma il vero motore - nei contenuti e nella forza immaginifica della lingua - è il potere dell'immaginazione.

link: www.fabulamundieurope.eu

Vita Accardi Performance

20.9.13


Casa dell’Architettura 17 aprile 2013 Festa d’Artisti ARIA_rivista d’artisti e -1 art gallery. "Probabilmente Tondo” Performance teatrale Omaggio ad Aria di Vita Accardi, Riccardo Caporossi, Alvin Curran, Andrea Levialdi Ghiron. Vita Accardi dà voce alle parole di Samuel Beckett, Riccardo Caporossi costruisce l’azione nello spazio, Alvin Curran interviene dal vivo sulla sua composizione musicale, Andrea Levialdi Ghiron esegue Il gioco circolare. La rivista ARIA, con le sue pagine di contributi visivi, continua a proporre una testimonianza diretta di partecipazione e di coinvolgimento. Al gioco trasversale della rivista aderiscono artisti che veicolano il loro attuale operato in essa. La -1 art gallery, spazio del piano interrato della Casa dell’Architettura, è in continua trasformazione: ogni sua parete, una vera pelle mutante, periodicamente si trasforma, per una straordinaria immersione nella street art più attuale. Si è organizzata una grande festa, aprendo lo spazio alla città, per condividere passione comune e visioni personali con tutti gli artisti e gli amanti dell’arte. Teatro, street art, arte visiva, musica eclettica e performance sono la girandola di scintillanti ingredienti della torta di compleanno.

SINISTRI IN SOFFITTA SINISTRI SINISTRI

20.9.13 ,


Teatro Lo Spazio 30 LUGLIO 2013 "SINISTRI IN SOFFITTA SINISTRI SINISTRI" di e con Michele Falica I camerieri di casa Agazia racconta la celebre opera di Pirandello da un proprio punto di vista: tre stranieri si trasferiscono in un piccolo paesino di Val d’Ala due vanno a vivere in un appartamento dall’altro lato del paese la vecchietta invece prende un appartamento da sola, male lingue, pettegolezzi, teorie fantascientifiche si intrecciano per rimettere ogni tassello al proprio posto, un puzzle soul.

Tec _Talk 8 Settembre

20.9.13 ,


Macro Testaccio, Roma 8 Settembre 2013 “TeC_Talk: incontro con la Generazione Scenario 2013”Il Premio Scenario è tra le maggiori opportunità di produzione teatrale. Prima del debutto definitivo, a Short Theatre gli artisti presentano la fase attuale dei loro lavori. In relazione alla delicata e feconda condizione del processo creativo la webzine Teatro e Critica organizza due incontri per discuterne provenienze e obiettivi, intenzioni e forme. Due tavole rotonde, dalle 11.30 alle 13.30, a cui partecipano gli artisti, operatori e critici, spettatori interessati. Info: redazione@teatroecritica.net

Tierra pisada, por donde se anda, camino

20.9.13 ,


Teatro La Pelanda, Roma 5 settembre 2013 foyer 2 El canto de la cabra
“tierra pisada, por donde se anda, camino” (terra battuta, dove si va, cammino)
creazione e realizzazione Elisa Gálvez e Juan Úbeda
traduzione in italiano Miguel Acebes
consulenza tecnica Fernando Úbeda
produzione El Canto de la Cabra
con la collaborazione di Comunidad de Madrid
El Canto de la Cabra viene presentato per la prima volta a Roma grazie alla collaborazione tra l'Instituto Cervantes di Roma e il Ministerio de Educación, Cultura y Deporte. Gobierno de España. INAEM
Potrà un occhio distratto vedere il volo di una foglia oggi che tutto nasce per morire subito dopo? Ci sono novecento fili neri.
Inizialmente non si vedono.Ogni filo ha un nodo, novecento nodi. Inizialmente non si vedono. Ci sono forbici e fiori. Morti. Fiori morti. I fiori sono stati raccolti uno per uno in campagna, nei vivai, dai fiorai, nei parchi, in ogni città …, centinaia di fiori. I fiori sono stati cuciti con ago e filo uno per uno, un bosco di fiori. Le forbici sono state comprate dai cinesi, una ad una, vari negozi, un bosco di forbici. I fili che inizialmente non si vedono, si è iniziati ad appenderli due giorni prima. I nodi ancora non sono finiti.
 Fa impressione verificare come, di fronte alle trepidanti e a volte violente trasformazioni del XXI secolo, tutto rimanga al proprio posto. Forse è questo il motivo per cui non ci sono ribellioni, non è possibile ribellarsi contro qualcosa di immobile, morto, e meno ancora se si fa parte di quel qualcosa di morto. Crediamo che sia importante continuare a cercare di celebrare quello che ancora possiamo avere in comune, quello che condividiamo, che non è di nessuno, che non appartiene a nessuno e che neanche esiste, ma che c’è. Al meno ora abbiamo imparato che la realtà, qualunque realtà, può crollare senza preavviso, che non capiremo mai più il luogo in cui siamo e che se non ci siamo non succede niente.

Giallo

20.9.13 ,


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritca

Teatro La Pelanda, Roma 11 settembre 2013 foyer 1 Fanny & Alexander “Giallo” radiodramma dal vivo produzione E / Fanny & Alexander coproduzione AREA06 – Short Theatre in collaborazione con Solares delle Arti – Teatro delle Briciole ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani drammaturgia Chiara Lagani regia Luigi De Angelis con Chiara Lagani e le voci di Alfonso Cafaro, Bassirou Fall, Anna Benini, Francesca Benini, Noemi Cicchetti Ferrante, Erik Cicchetti Ferrante, Nell Danesi, Nicolò Montanari, Pietro Lorenzo Spurio, Annagiulia Valgiusti, Federica Valzania, Sara Vernocchi, e gli altri bambini dei laboratori "Pianeta Giallo" (Parma e Ravenna) plastico e maschera Nicola Fagnani progetto sonoro The Mad Stork registrazioni Marco Parollo e Sergio Policicchio sound editing Sergio Policicchio organizzazione Serena Terranova e Filomena Volpe promozione Paola Granato logistica Fabio Sbaraglia amministrazione Marco Cavalcoli e Debora Pazienza Si ringraziano Beatrice Baruffini, Selina Bassini, Alessandra Belledi, Anna Maria Bollettieri, Roberta Colombo, Marilena Palmieri, Francesca Proia, Anna Zavatta. “Questa farfalla, lo credereste? ha un’ala gialla, l’altra celeste.” (T. S.) GIALLO è un dialogo radiofonico, misterioso e fantasmatico tra una mutevole figura maestra e la sua classe invisibile. GIALLO è una domanda sulla natura e la forma di quella parte bambina, rimossa, buia, lucente, furiosa, incandescente, remota o sepolta che vive in ognuno di noi. www.fannyalexander.org www.e-production.org

Losers

20.9.13 , ,


Teatro La Pelanda, Roma 12 settembre 2013 teatro 2 Tony Clifton Circus “Losers”
di Tony Clifton Circus
con Iacopo Fulgi, Nicola Danesi de Luca, Federica Santoro
e con Silvia Giacomini, Elettra Mallaby, Alice Palazzi, Monica Piseddu
organizzazione e promozione Francesca Corona per PAV | Diagonale artistica
una produzione Tony Clifton Circus
progetto nato nell’ambito di Perdutamente Teatro India – Teatro di Roma
- Perché fai il pugile?
- Non so raccontare una storia, non so scrivere una poesia.
intervista a Joe Louis, campione del Mondo Pesi Massimi dal 1937 al 1949
Due attori, due clown, pubblicamente annunciano il loro fallimento, tolgono il naso rosso e fanno outing. Si mettono nella scomoda e a tratti patetica condizione di chi cerca disperatamente la realtà. E la realtà quando arriva è più forte del previsto e ti intrappola senza grosse vie di uscita.
Da sempre la ricerca artistica del T.C.C. è legata all’interesse di studiare il limite, il limite del bene e del male, del comico e del tragico, dell’idiozia e della verità. E in Losers i limiti sono tutti lì, a portata di mano. Si parte dal teatro, si prova a sfuggirne la finzione, si passa per la realtà, forse si sfiora il reale per poi ritornare al teatro con una nuova energia, giusto il tempo che cali il sipario e ci liberi da questa tortura.
Il circo e il ring sfruttano la stessa materia poetica, la sofferenza: il pubblico la trova sempre irresistibile. Installare un ring su un palcoscenico è una contraddizione insanabile. Perché tutta la realtà può esser convocata nel quadrato del teatro, ma a patto che nessun reale vi entri mai in gioco (Attilio Scarpellini)

link: www.tonycliftoncircus.com

Qui, ora

19.9.13 ,


La Pelanda, Roma 8 settembre 2013 meeting room Claudia Catarzi “Qui, ora”
di e con Claudia Catarzi
produzione Company Blu
con il sostegno di Inteatro/ Polverigi, Fondazione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Centro Artistico il Grattacielo vincitore del premio “Emergenze!/ Fabbrica Europa 2013” e del concorso “Corto in Danza 2013”
Ho tolto tutto, messo tutto da parte. Non ho chiesto sostegno ad idee creative e fantasiose di realtà altre da quelle esistenti. Ho cercato di riportare tutto all'essenziale, al minimo indispensabile necessario per partire. Ho trovato un corpo, il mio, il mezzo che mi ritrovo, e di fondo il più adatto per questo viaggio. La voglia di parlare delle mie idee certo, del mio modo di essere, ma non di quello che risiede negli scomparti consci del mio cervello, quotidianamente interrogati e razionalmente preposti a catalogare verità più o meno valide. La voglia di parlare con una parte alla quale si ha accesso troppo di rado, che esiste in ciascuno di noi ma che ha pochi spazi dove poter essere chiamata in causa. Mi troverei ora a doverla definire "istinto", "natura primordiale", ma non credo esista una parola che raccolga in sé il senso di cui parlo. Forse "risposta di adattamento" in un senso propositivo, "dialogo naturale" con le informazioni recepite dall'ambiente. Mi sono proposta di interrogare quella parte animale del nostro essere che si accende con gli stimoli. Mi sono immersa in una condizione che si lega direi solo a quell'intelligenza istintiva -mia compagna di viaggio da sempre- e quasi per niente alla razionalità. In sostanza mi sono fatta carta bianca e ho lasciato che il movente nascesse da fuori, in particolare dalla musica, nonché dai suoni, dai rumori, per arrivare al silenzio - con la concessione di chiamare tale una parvenza di questo. Mi sono chiesta di non fare ma di reagire, di lasciare emergere, di inibirmi dall'azione intenzionale, e così in tutto il pezzo mi sono ritrovata solo a pensare di procedere in avanti, come in un percorso già assegnato del quale però è stata scritta solo la sua forma apparente, il suo involucro, la sua particolare connotazione. E' toccato al tentativo di farne esperienza poi, trovare il proprio modo di intraprenderlo, per ogni diverso tipo di strada scoprire quale modalità prende forma per affrontarla. Davanti all'evenienza, trovarsi a interpretare il "momento", un po' come un conquistatore. (Oppure al contrario sapersi far lasciare in disordine). Voglio che tutto ciò che è stimolo sonoro sia la mia suggestione per danzare, e voglio che le orecchie di un pubblico ascoltino indisturbate la stessa cosa, perfino la storia raccontata da Johnny Cash, con le sue parole che conducono altrove, mentre, "dalla stessa stanza", gli occhi guardano una danza che di esplicito in sé non porta niente. Solo alla fine, guardando indietro, riconosco la mia esperienza.

P.S. Stefano Cipiciani

19.9.13


Teatro La Pelanda, Roma 11 settembre 2013 teatro 1 DÉJÀ DONNÉ
“P.S. Stefano Cipiciani”
regia e coreografia Simone Sandroni
creazione ed interpretazione Stefano Cipiciani
scenografia e costumi Lenka Flory
tecnica e luci Cesare Lavezzoli
produzione Déjà Donné/Fontemaggiore
con il sostegno di MIBAC e Regione Umbria
P.S. Stefano Cipiciani è un ritratto che si sviluppa a partire dall’esigenza iniziale del coreografo di confrontarsi con una persona al di fuori del mondo della danza, ma profondamente inserito in quello del teatro, soprattutto in quello invisibile ma fondamentale del “dietro le quinte”. Nasce anche dall’esigenza di Stefano, che non sa danzare, ma danza, di sfidare così il proprio corpo e la propria mente arrivando a citare addirittura Isadora Duncan. Stefano dice: “Io sono qui per assicurarvi che in questo luogo i vostri sogni esistono e le visioni sono giuste”.

link: www.dejadonne.com

Impression d'Afrique

19.9.13 ,


Teatro La Pelanda, Roma 12 settembre 2013 teatro 1 mk “Impressions d'Afrique”
con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Saverio Cavaliere, Marta Ciappina, Eugenia Coscarella, Andrea Sassoli, Elisa Dal Corso, Alice Palazzi, Laura Scarpini.
coreografia Michele Di Stefano
organizzazione Anna Damiani
promozione PAV/Diagonale artistica
produzione mk 2013, Regione Lazio Assessorato alla Cultura Arte e Sport
in collaborazione con Routes Agency e Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini Roma con il contributo MiBAC
L’Africa prefigurata da Raymond Roussel nel suo romanzo Impressions d’Afrique (1910) è un paesaggio irreale, che non ha altro scopo che quello di servire da sfondo ad un procedimento combinatorio, basato su continue reazioni a catena di parole e accostamenti arbitrari di mondi differenti.
Illeggibile e selvaggia - non in senso pittoresco ma perché furiosamente incline ad assorbire tutte le informazioni suggerite dai regimi culturali occidentali e a risputarle in un ibrido imprevedibile – anche la nostra Africa non ha più a che fare con una ricerca delle origini ma con la scoperta di nuove destinazioni.
Questo progetto cerca di conferire alla dinamica e alla postura corporea altri statuti – configurazioni coreografiche inedite ed in questo senso la ricerca sul movimento ne costituisce l’aspetto fondante. Ancora una volta dopo Il giro del mondo, la performance presenta i personaggi di un romanzo d’avventure che non c’è e li colloca in successione nello stesso luogo “qualsiasi” per analizzarne il comportamento. Vedremo una donna destinata al sacrificio, una pattuglia di marines in avanscoperta, dei guerrieri esperti di tecniche di ipnosi… ma sono corpi che non sanno più che farsene di una storia. Il loro scopo è individuare e far emergere la postura di un corpo nuovo nel momento esatto in cui decide di presentarsi davanti al reale. Il prologo a Impressions d’Afrique è stato presentato nel novembre 2012 al Festival APERTO di Reggio Emilia. La performance ha debuttato nel maggio 2013 presso il Museo Etnografico Pigorini di Roma accompagnata da un talk a tematica postcoloniale, che ha confermato il suo carattere di report antropologico su tradizioni coreografiche inesistenti. Nel giugno 2013 è stata presentata alla BiennalDanza di Venezia in una versione aperta alla partecipazione di performer esterni.

info: org@mkonline.it
link: www.mkonline.it

To play or to die This is the question ... today

19.9.13 ,


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

La Pelanda, Roma 8 settembre 2013 teatro 1 Babel / Giuseppe Provinzano
“To play or to die This is the question ... today”
scritto e diretto da Giuseppe Provinzano
con Chiara Muscato e Giuseppe Provinzano
sound&light designer Gabriele Gugliara
chitarre elettriche Roberto Cammarata
scene e costumi Vito Bartucca
realizzazione burattini e marionette Elena Bosco
workshop burattini e marionette Vito Bartucca
voce off Andrea Capaldi
un ringraziamento a/ thanks to Heiner Müller Geselschaft of Berlin Franco Quadri Compagnia InBalìa Phoebe Zeitgeist
Compagnia Quartiatri Valentina Greco Petra Trombini Alessandro Riva
una co-produzione /coproduction Babel crew, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
in collaborazione con Teatro Garibaldi Aperto di Palermo
Anche il teatro in questi tempi di crisi non se la passa bene.
Eppure, da qualche parte Rosenkrantz e Guildestern, non sono ancora morti. Agonizzano ma resistono: si aggrappano alle immagini e alla poesia di Shakespeare, si fanno scudo con il pensiero lucido e non rassegnato di Heiner Müller. Come fanno i due attori di To play or to die, pronti a tutto pur di andare in scena.
Con questo spettacolo, l’attore e autore siciliano Giuseppe Provinzano immette nuovi sensi alla saga famigliare di Amleto, con divertenti incursioni nella cultura pop contemporanea, costumi appesi come marionette in scena, una recitazione senza orpelli e uno sguardo sulla cultura e la bellezza che suona sincero e urgente.

In società

19.9.13 ,


La Pelanda, Roma 8 settembre 2013 teatro 2 Federica Santoro / Fattore K
“In societa’”
scritto e diretto da Federica Santoro
in collaborazione con Luca Tilli (violoncello) e Sebi Tramontana (trombone)
prodotto da Fattore K
La Sorella - Federica Santoro
Il Fratello – Sebi Tramontana
Lui – Luca Tilli
Comportamenti. Trialogo. Una storia. Tutti rincorrono tutti.
Quello che succede tra i tre, Fratello, Sorella e Lui è il risultato di un lungo logorante rapporto: siamo alla fine di una lunga sordità. È come l’Arte che in fondo non è arte là dove è utile: essa è se non nell’incanto o nell’irritazione di chi è lì. Tutto è dettato da una logica spostata dal tragico e dal comico, si sospende quasi l’azione orizzontale e si entra in una logica altra, verticale, logica delle sensazioni, il passaggio di sensazione in sensazione.

Pinocchio

19.9.13 ,


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

La Pelanda, Roma 5 settembre 2013 teatro1 Babilonia Teatri “Pinocchio”
 di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani con Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli e Luca Scotton, collaborazione artistica Stefano Masotti e Vincenzo Todesco, scene, costumi, luci e audio Babilonia Teatri
organizzazione Babilonia Teatri e BaGS Entertainment
grafiche Franciu, produzione Babilonia Teatri
collaborazione Operaestate Festival Veneto
con il contributo di Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna
patrocinio Emilia Romagna Teatro Fondazione
promozione BaGS Entertainment www.bagsentertainment.com
residenza artistica Babilonia Teatri e La Corte Ospitale
Pinocchio è un progetto di Babilonia Teatri e Gli amici di Luca laboratorio teatrale presso la Casa dei Risvegli Luca De Nigris realizzato col contributo della Fondazione Alta Mane-Italia, ringraziamo Laura Bissoli, Cristiana Bortolotti, Cristina Fermani, Fulvio De Nigris, Eloisa Gatto, Irene Giardini, Nicola Granata, Giovanna Grosso, Marco Macciantelli, Francesca Maraventano, Juri Mozzanti, Cristian Sacchetti, Davide Sacchetti
Perchè Pinocchio? Perchè farlo con persone uscite dal coma?
Ci è stato dato un indirizzo. Via Altura, 3 – 40139 Bologna. Siamo arrivati. Davanti a noi un ospedale. Abbiamo chiesto se era lì la sede della compagnia “Gli amici di Luca”. In fondo al corridoio sulla sinistra: Sala del Durante. Domanda nostra: perchè fare teatro? Risposta loro: La società ci ha respinti, accantonati, isolati, fare teatro è l'unica possibilità per tornare a mettere un piede dentro la società. Il teatro ci permette di tornare a realizzarci, ad affermarci, a riconoscerci. C permette di gridare il nostro malessere, di rivendicare il nostro ruolo, di esprimere la nostra umanità.
Ci siamo innamorati di loro. Della loro autenticità. Della loro imperfezione. Della loro sporcizia. Abbiamo trovato in loro uno specchio della società reale. Persone lontane da noi. Con vissuti, esperienze e modi di pensare che non ci appartengono, che non appartengono alle persone che frequentiamo. Abbiamo incontrato quel mondo che sempre vogliamo fotografare, raccontare e restituire. Un'umanità da ascoltare e amplificare senza pietismo, paternalismo nè razzismo. Pinocchio è la loro umanità. Le loro e le nostre debolezze e incoerenze. L'eterno contrasto tra innocenza e consapevolezza: assunzione o fuga dalle responsabilità. Pinocchio è una scelta di campo. Ascoltare il grillo parlante o il gatto e la volpe, andare a scuola o entrare nel teatro di mangiafuoco, seguire lucignolo o chiedere consiglio alla fata, ubbidire al padre o fare di testa propria. Pinocchio è le nostre tentazioni. Le nostre contraddizioni. Le nostre bugie. Pinocchio corrisponde al nostro bisogno di fare un teatro necessario. Un teatro dove la vita irrompe sulla scena con tutta la sua forza senza essere mediata dalla finzione. Dove l'attore non attore mette in gioco il suo vissuto, la sua inconsapevolezza, la sua sincerità. Dove ad essere determinanti non sono la perizia e la tecnica ma la verità di corpi e vite che parlano da soli. È questo il paese dei balocchi?
Link:
www.babiloniateatri.it
www.amicidiluca.it

Quaderni: incontro con Graziano Graziani e Attilio Scarpellini

19.9.13 ,


Teatro La Pelanda, Roma 6 settembre 2013 “Cosa possono non fare le parole. Un futuro senza intellettuali?”
incontro con Graziano Graziani e Attilio Scarpellini.
A cura di Quaderni del Teatro di Roma.
Mentre i lavori che hanno a che fare con la conoscenza, dall'arte alla ricerca, perdono ogni tipo di tutela, riconoscimento e considerazione, anche il ruolo degli intellettuali nella nostra società sembra profondamente in crisi, non più in grado di scuotere né di orientare. Ci aspetta un mondo senza intellettuali? E che mondo sarebbe?

Quaderni: incontro con Walter Siti.

19.9.13 ,


Teatro La Pelanda, Roma 11 settembre 2013 “Cosa possono non fare le parole. Un futuro senza intellettuali?”
Incontro con Walter Siti.
A cura di Quaderni del Teatro di Roma.
Mentre i lavori che hanno a che fare con la conoscenza, dall'arte alla ricerca, perdono ogni tipo di tutela, riconoscimento e considerazione, anche il ruolo degli intellettuali nella nostra società sembra profondamente in crisi, non più in grado di scuotere né di orientare. Ci aspetta un mondo senza intellettuali? E che mondo sarebbe?

Quaderni: incontro con Francesco Ravarelli

19.9.13 ,


Teatro La Pelanda, Roma 12 settembre 2013 “Cosa possono non fare le parole. Un futuro senza intellettuali?”
Incontro con Francesco Ravarelli.
A cura di Quaderni del Teatro di Roma. Mentre i lavori che hanno a che fare con la conoscenza, dall'arte alla ricerca, perdono ogni tipo di tutela, riconoscimento e considerazione, anche il ruolo degli intellettuali nella nostra società sembra profondamente in crisi, non più in grado di scuotere né di orientare. Ci aspetta un mondo senza intellettuali? E che mondo sarebbe?

SHORT THEATRE 8

19.9.13 ,
SHORT THEATRE 8. Democrazia della felicità 

Guarda Video

 Nel 2013 Short Theatre pianta un’altra bandiera. Si ricostituisce così un territorio con confini economici e ambientali imposti, ma che ogni anno viene ripopolato offrendosi come residenza temporanea e condivisa a percorsi artistici molto diversi tra loro per forme e biografie. Quest’anno aumenta la presenza di artisti internazionali emergenti e non, grazie alla complicità di network europei e istituti culturali; prosegue il sostegno a giovani artisti italiani e l’attenzione ai percorsi più consolidati; si rinnova lo sguardo sulla drammaturgia contemporanea e le sperimentazioni delle scritture sceniche. Gli spettacoli, gli artisti e le compagnie, disegnano un territorio la cui geografia è quotidianamente arricchita da laboratori e percorsi di formazione, djset e concerti, illustrazioni e video, incontri e conversazioni di approfondimento e sconfinamento. Short Theatre non intende rappresentare una generazione o una tendenza, ma prova a raccontare un’idea della scena, costituendo una possibilità di contrattazione di nuovi limiti artistici e relazionali, ancora e sempre valicabili.

Recensione della rassegna su TeatroeCrtica

Assenza

15.9.13


“ASSENZA” Compagnia Aleph, Coreografia Paola Scoppettuolo
Riprese e Montaggio Video VIDEODANZA di Martine Nourrissat
Liberamente ispirato ad alcune poesie di Borges, lo spettacolo intende analizzare, nello spazio evocativo della danza, le molteplici sfaccettature proprie della problematica relativa all’uso dello specchio e delle procedure della riflessione così come esse si articolano nell’ambito di quel processo della “pietrificazione” che caratterizza, in modo saliente, il mondo poetico di De Chirico e Magritte.Da Caravaggio e Rubens per giungere, infine, a Borges e a Bacon, il tema dello specchio e della sua frantumazione rappresenta uno dei temi centrali della riflessione filosofica e dell'arte europea (e non solo). E’ esattamente a partire da una analisi in profondità di tale problematica che, nel corso del '900, sono venuti a precisarsi temi essenziali quali quelli rappresentati dalla disamina dell’assenza e della divisione “interna” dell'Io. Colui che è circondato dalla assenza, che si riflette in uno specchio di pietra che brilla spietato e che tutto inghiotte, colui che è ben consapevole del fatto che: siamo il nostro ricordo, un museo immaginario di mutevoli forme, mucchio di specchi rotti (Jorge Luis Borges), colui che deve frantumare lo specchio con le sue stesse mani e che non ha luoghi in cui nascondersi per non vedere l'assenza e non essere divorato da essa, è esattamente colui che, come De Chirico dinanzi a Melancholia, viene a sentirsi chiuso in una immobilità che vive, è colui che tramonta nella morte senza sapere cosa significhi tramontare, senza la possibilità di vedere, secondo e parole del poeta, tramonti-occasi.Narciso è pietra e riflesso, replica eterna ed eterna solitudine, pietra per la quale non vi è possibilità alcuna di ritrovamento possibile né di risurrezione nella carne in quanto confinato nella eternità ciclica di un fiore.In Borges (ed in Bacon), la perdita dell'amato è anche bisogno ossessivo di ripetizione di gesti, compulsione nevrotica di movimenti e di parole per tentare di ricostruire in sé stesso i riferimenti di una vita che appare perduta. Da qui la necessità di una ricomposizione continua a partire dalla frantumazione dello specchio interiore che giunge a chiudere necessariamente il poeta nei territori dell'assenza. Nel caso di Borges tale assenza adombra la sua stessa cecità fisica. Terribile, tuttavia, non è la cecità in sé, ma l'Io diviso che non permette di vedere pur con gli occhi spalancati; terribile è la frantumazione inarrestabile dell’Io e delle sue certezze che debilita la visione stessa della vita. L'assenza toglie aria e respiro "come la corda alla gola", riempie di pianto ogni anfratto dell’ anima, risucchia verso il fondo come” il mare a chi sprofonda “. Essa soffoca come sabbia mobile che toglie ogni possibilità di ritornare alla superficie delle cose,che paralizza il corpo e lo spinge a compiere solo rituali senza contenuto privandolo dell'arma del pensiero.Un finale sembra,così, già scritto: vi è, forse, tuttavia, la possibilità di scegliere di togliersi il cappio, di cambiare traiettoria, di disegnare un percorso nuovo ad ogni passo, di riassemblare i pezzi sino a costruire un nuovo “ puzzle “. L'immobilità propria della Musa può, forse, venire a sciogliersi lungo i passi di una danza in grado di configurare nuove prospettive del pensiero.In effetti, l’Assenza di cui lo spettacolo parla, è l'assenza che si dà quando il corpo non è più in grado di porsi come testimone di verità a se stesso, è ciò si realizza quando i movimenti della danza, così come le forme della vita, finiscono per apparire, in accordo ai versi di S.Plath, come “parole senza cavaliere”. Per uscire dall'Assenza, occorre, allora, riannodare i fili di una trama, ascoltare nuovamente in sé il dettato di un eros, entrare come De Chirico negli occhi di un manichino per rintracciare al loro interno il senso profondo del suo pensiero unitamente alla emozione segreta che li abita. PAOLA SCOPPETTUOLO Lo spettacolo sarà preceduto da una coreografia di P. Scoppettuolo corso avanzato professionale della Piroetta Dance School dal titolo " SISYPHUS "

Black Out

13.9.13 ,


27, 28.08.2013 Salle Mezzo Bruxelles “Black Out”
Cie Philippe Saire
Disposés sur une galerie en surplomb qui leur fait voir la scène en plongée et en perspective rapprochée, les spectateurs assistent à une inéluctable métamorphose: trois personnes prenant un bain de soleil sont progressivement soumises à des pluies de matière noire. Cette matière, ils la détournent de son sens funèbre en l’organisant comme une composition graphique où naissent, dans l’abstrait du noir et blanc, un réseau de lignes et de formes, de masses et de traces où nous projetons du sens autant qu’un plaisir de la peinture en direct...
Faisant œuvre chorégraphique et plastique où les danseurs font corps avec la matière, Philippe Saire file une intrigante métaphore, entre contemplation et dissolution, sous les accents d’une joyeuse fanfare.
Chorégraphie : Philippe Saire
en collaboration avec les interprètes : Philippe Chosson, Maëlle Desclaux, Benjamin Kahn
Dramaturgie : Roberto Fratini Serafide
Lumière : erias
Conseil scénographie et lumière : Sylvie Kleiber, Laurent Junod
Création sonore : Stéphane Vecchione
Costumes : Tania D’Ambrogio
Régie générale : Yann Serez
Avec le soutien de la Ville de Lausanne, Etat de Vaud, Pro Helvetia, Loterie Romande, Fondation de Famille Sandoz, Pour-cent culturel Migros, Sixt
© Philippe Weissbrodt

link: www.philippesaire.ch

Valse en trois temps

13.9.13 ,


Incontro con la compagnia



31.08.2013 Chapelle Bruxelles “Valse en trois temps”
François et Christian Ben Aïm
Fluidité et fulgurances ! Sur un montage malicieux de tubes classiques, une danseuse fait écho dans son mouvement à la polyphonie de la musique tout en en prenant la distance et la mesure. Et puis, un bal des bas-fonds, comme un exutoire où une rage de vivre fait tituber entre les poses du désespoir et les éclats de l’ivresse, une balade à trois dans l’univers musical déjanté des Tiger Lillies...
Volontairement légères et sobres,les deux pièces témoignent de la singularité de l’écriture de François et Christian Ben Aïm, leur poésie, leur danse très physique entre extravagance, loufoquerie et émotion suspendue.
Chorégraphie : Christian Ben Aïm, François Ben Aïm
Interprétation Solo : Aurélie Berland
Interprétation Trio : Aurélie Berland, Anne Foucher, François Ben Aïm
Ecriture sonore : Jean-Baptiste Sabiani
Création lumières : Laurent Patissier
Production : CFB 451
Coproduction : Théâtre de La Madeleine – scène conventionnée de Troyes
Avec le soutien de La Menuiserie, fabrique artistique du pays de Briey, ARCADI dans le cadre des plateaux solidaires, l’Atelier de Paris – Carolyn Carlson, Centre National de la Danse de Paris, Aide à la création du Conseil régional de Champagne-Ardennes
CFB 451 est soutenue par la DRAC Ile-de-France au titre de l’aide à la compagnie chorégraphique conventionnée, par la Région Ile-de-France au titre de la Permanence Artistique et Culturelle et de l’Emploi tremplin et par le Conseil Général du Val-de-Marne au titre de l’aide au fonctionnement

link: http://cfb451.free.fr/

-insight-

13.9.13 ,


Incontro con la compagnia



30, 31.08.2013 Chapelle Bruxelles “-insight-“
Emmanuelle Vo-Dinh
Dans un carré resserré, quatre danseurs donnent un aperçu (insight) de parcours et de récits nés du seul fait de s’embrasser. De cette apparente simplicité et de la répétition de l’acte, la pièce se développe en un huis-clos parfois absurde ou ironique, non sans décliner, en la décalant, la nature des relations humaines. Les lois de l’attraction y fonctionnent comme des évidences pas si évidentes, et les visages s’aimantent et se rejettent comme des planètes qui n’atteignent jamais leur point d’équilibre...
Emmanuelle Vo-Dinh a composé cette «nature morte» chorégraphique avec beaucoup de nuances et d’humour comme une fable libre et sans morale.
Conception : Emmanuelle Vo-Dinh
Interprétation : Alexia Bigot, Cyril Geeroms, Camille Kerdellant, David Monceau
Lumières : Françoise Michel
Costumes : Corine Petitpierre
Réalisation des costumes : Anne Tesson
Production : Le Phare, Centre Chorégraphique National du Havre Haute-Normandie
Coproduction : Théâtre National de Bretagne - Festival Mettre en Scène, Centre Chorégraphique National du Havre Haute-Normandie, CDC Paris Réseau
Ce projet a bénéficié de l’aide à l’écriture et à la production de l’association Beaumarchais-SACD
© Laurent Philippe

Effraction de l'oubli

13.9.13 ,


Incontro con la compagnia



30.08.2013 Salle Mezzo “Effraction de l'oubli” Camille Mutel/Cie Li(Luo)
Effraction de l’oubliest un panoramique lent et minutieux sur les surfaces d’un corps morcelé, dont on ne saisit plus l’image d’ensemble. Le spectateur est pourtant invité à voir quelque chose de ce corps avec précision. Ombres et gouffres se succèdent sur une nudité apparemment familière qui se transforme et échappe sans cesse à une définition. Sous l’effet de ses contorsions et de sa désarticulation, il se donne des airs de moignon noueux ou de momie saisie dans un ultime épouvantement, il se livre à l’infini des fantasmes. Mais que montre ce corps ? Rien. Il n’a rien à montrer. C’est un vide sidérant. Et le point paradoxal où Camille Mutel nous emmène.
Conception, danse, chorégraphie : Camille Mutel
Composition musicale : Gilles Gobeil
Création lumière : Matthieu Ferry
Réalisation du masque : Olivier Weber
Direction technique, régie lumière : Matthieu Ferry
Régie son : Francis Souvay
Coproduction : L’Actée Théâtre, Centre Culturel André Malraux-Scène Nationale de Vandoeuvre- les-Nancy Avec l’aide de la DRAC Lorraine, Conseil Régional de Lorraine, Ville de Nancy, DMDTS dans le cadre de l’aide à la création musicale
En résidence à Duncan 3.0, La Fabrique Ephémeride, Zentrum für Kunst und Medientechnologie
© Paolo Porto

link: www.compagnie-li-luo.fr

MISTER 900

13.9.13 ,


Teatro Tordinona 8 settembre 2013 “MISTER NOVECENTO”
Nuccio Siano in Concert. Uno spettacolo di Nuccio Siano
con Nuccio Siano – Voce, Roberto Marino – Pianoforte
Canzoni e contrappunti italiani di un secolo breve
Parole e canzoni nel viaggio di un bambino negli anni 60'.
I momenti significativi di ogni vita sono stati immancabilmente scanditi da melodie che diventano la colonna portante di ogni persona, la propria personalissima colonna sonora.

W (prova di resistenza)

12.9.13 ,


Incontro con la compagnia



CSC San Bonaventura Bassano del Grappa 29.08.2013
“W (PROVA DI RESISTENZA)”
di e con Beatrice Baruffini, luci e audio Dario Alberici. La prova di resistenza è una prova caratteristica del mattone forato. Viene fatta applicando un carico di peso sempre maggiore su tutti e tre i lati del mattone, fino a raggiungere il carico di rottura e stabilire così il grado di resistenza del mattone forato. “W” è il grido di vittoria di chi supera quella prova senza morire. Parma 1922: prova di resistenza. Nei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio gli abitanti resistettero, innalzando le barricate, all’aggressione dei fascisti guidati da Italo Balbo. Furono cinque giorni di scontri in cui quasi tutta la città si schierò unita contro un comune nemico. Donne, uomini, bambini, ragazzi, ognuno come poteva, parteciparono a una lotta collettiva che portò Parma a essere l’unica città in grado di respingere il fascismo, prima della marcia su Roma. Questa è una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. È un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla finestra, perché in casa si sta stretti. E in strada, in fila per il bagno, davanti all’unica fontana che pompa acqua, Beatrice Baruffini (Parma) sugli scalini a giocare a carte, sulla porta delle osterie, si vive. Si fa l’appello dei figli per vedere quanti sono. Si fischietta Verdi, ci si prende a pugni, ci si allena alla lotta. Si sceglie la guerra. Si alzano marciapiedi. Muri. Barricate. È una storia di ribellione e di resistenza. Di mattoni forati e di donne e uomini tutti d’un pezzo.

Incontro con Virgilio Sieni

12.9.13 ,


Castello Pasquini, La Limonaia, Castiglioncello 6 Luglio 2013 INCONTRI Presentazione del volume “Paesaggi del gesto”. Percorsi, pratiche e creazioni tra la Toscana e il bacino del Mediterraneo 2011>2013 Maschietto Editore Incontro con Virgilio Sieni - Accademia sull’arte del gesto

Indigenous

12.9.13 ,


Incontro con la compagnia



Castello Pasquini, Castiglioncello 1 luglio 2013 “INDIGENOUS” dramma sonoro
Atto I - Lo sbaglio nel saluto
Atto II - Contro il morso del rettile
con Alice Zanoni, Dafne Boggeri, Francesco Fuzz Brasini, Leila Gharib, Sonia Brunelli
musica originale live Francesco Fuzz Brasini, Leila Gharib
performer Alice Zanoni, Dafne Boggeri, Sonia Brunelli
coreografia Sonia Brunelli
collaborazione teorica Piersandra Di Matteo
effetti visivi Dafne Boggeri
fonica Mattia Dallara
con il supporto di Xing, compagnia Barokthegreat
Indigenous sprigiona un universo dalla temperatura primitiva e psichedelica. È un’esperienza immersiva che attraversa i campi semantici e gli immaginari ritmici del rituale per intercettare la necessità biologica dell’impulso espressivo. Frutto dell’incontro scenico tra musicisti e danzatori, si atterra in uno spazio dal perimetro sfrangiato attraversato da baleni cangianti e figure atletiche che si affiancano e scambiano di posto per sostenere a vicenda lo scorrere del tempo. I due atti che lo compongono attivano stati diversi e consecutivi. Il primo, Lo sbaglio nel saluto, fronteggia l’abbaglio della salvezza; il secondo, Contro il morso del rettile, si ritira in un bacino di riflessione prossimo all’incantamento.

Iniziazioni

12.9.13 ,


Incontro con la compagnia



Livorno, Capannone, via Negrelli 10 - EX TEATRO DEL PORTO 6 Luglio 2013 “INIZIAZIONI”
Il territorio di Castiglioncello e Livorno ha rappresentato in questi ultimi tre anni (2011>2013), un laboratorio attivo e unico di progetti per l’Accademia sull’arte del gesto di Virgilio Sieni. In collaborazione con Armunia è nata una serie di percorsi innovativi di formazione e creazione rivolti a giovani danzatori. Quest’anno il progetto ha sviluppato due esperienze: il Gruppo Cerbiatti, composto da bambine tra i dieci e i tredici anni, e l’Officina Caproni, composta da danzatrici tra i diciotto e i venticinque anni.
Butterfly Corner, progetto nato nel 2013, è invece un organismo che si propone di portare all’esterno l’esperienza del Gruppo Cerbiatti del nostro futuro per ricavarne nuove energie e suggerimenti. Il gruppo ha debuttato a giugno, in occasione della Biennale Danza di Venezia, con la prima coreografia Baudelaire, a cura di Virgilio Sieni.
L’Accademia sull’arte del gesto è sostenuta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Comune di Firenze, Osservatorio per le Arti Contemporanee dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze
INIZIAZIONE/INVISIBILE
coreografia Virgilio Sieni
assistenti alla coreografia Chelo Zoppi, Giulia Mureddu
musica eseguita dal vivo dall’Ensemble strumentale dell’Istituto Superiore di studi musicali Pietro Mascagni,coordinato da Stefano Agostini e Giovanni Sbolci con la partecipazione degli studenti della Scuola media a indirizzo musicale Giuseppe Mazzini di Livorno
con Officina Caproni: Caterina Ceccarini, Marina Donatone, Beatrice Giua, Beatrice Montorfano, Marta Morelli, Katia Pagni, Asia Pucci, Giulia Razzauti con Gruppo Cerbiatti: Melissa Braccini, Alissa Fabbrizi, Teresa Falleni, Jennifer Ferretti, Virginia Jacopini
in collaborazione con Armunia, Atelier delle Arti Livorno si ringrazia la scuola di danza Grecale Danz’Arte
Sul tema dell’adiacenza e della folla, il gruppo, il grumo, il popolo; sostenersi e aiutarsi in un continuum di accadimenti apparentemente marginali a segnare una geografia di gesti tesi a scoprire lo spazio infinito nella densità di azioni. Non ci sono vedute panoramiche ma semplici azioni che si riversano l’una nell’altra tratteggiando una polis indicibile, che guarda al corpo e alla danza come cerimonia possibile e nuova. Una pratica di conoscenza, di trasmissione e di comunicazione che pone il giovane danzatore di fronte a una prova matura.
INIZIAZIONE/BAUDELAIRE
Butterfly Corner
coreografia Virgilio Sieni
assistenti alla coreografia Chelo Zoppi, Giulia Mureddu
con Gruppo Cerbiatti: Bettina Bernardi, Noemi Biancotti, Virginia Cervelli Montel, Linda Pierucci in collaborazione con Armunia, Atelier delle Arti Livorno
si ringrazia la scuola di danza Opus Ballet
Nella prospettiva di Baudelaire niente si avvicina di più nel suo secolo al compito dell’eroe antico che dare forma alla modernità. Walter Benjamin Quattro giovanissime danzatrici, in un tempo sospeso tra antico e moderno, interpretano un brano che esprime la virtù di un primo incontro. Il quartetto riflette il costante dialogo tra i codici studiati e le fughe verso una “liberazione” di forme e figure. Secondo una struttura mandalica di ritrovamenti e schemi poliedrici giocati sulla vicinanza, le danzatrici danno luogo a un camminamento boschivo: in uno spazio ristretto, inventano gli infiniti sentieri tra il fitto della flora, o della folla.

Le presidentesse

12.9.13 ,


Audio intervista su Radio Boh

Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Castello Pasquini, Castiglioncello 30 giugno 2013 “LE PRESIDENTESSE” di Werner Schwab, adattamento drammaturgico Rita Frongia con Elisa Pol, Federica Rinaldi, Maurizio Lupinelli
regia Maurizio Lupinelli
assistente alla regia Michele Bandini
costumi Maria Chiara Grotto
disegno luci Giacomo Gorini
un ringraziamento particolare per la collaborazione a Claudio Morganti
produzione Nerval Teatro, Armunia/Festival Inequilibrio, Sistema regionale dello spettacolo dal vivo Regione Toscana
con la collaborazione di Comune di Guardistallo, Centro Artistico Il Grattacielo prima assoluta
Le presidentesse di Werner Schwab è una farsa feroce che denuncia i conformismi, le ipocrisie religiose e la violenza verbale e fisica celata sotto l’apparente quiete dei rapporti umani. In una cucina tre personaggi femminili, come maschere di uno squallido teatrino popolare, si raccontano alternando sferzante ironia e grottesca comicità, con repentine discese nel tragico. La scrittura di Schwab costringe a trasformare il linguaggio in carne umana; i suoi personaggi devono avere il dono o l’umiltà di lasciarsi trasfigurare nel corpo, inciampare nella pulsazione e nel fremito. La presenza dell’attore diventa indispensabile per lo sprofondamento della lingua nel corpo, in un teatro capace di restituire il rumore della vita.
Le presidentesse costituisce la seconda tappa del Progetto Schwab, percorso triennale che Nerval Teatro dedica al mondo e al linguaggio dell’autore austriaco.

Tu eri me

12.9.13 ,


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Castello Pasquini, Castiglioncello (LI) 29 giugno 2013 “TU, ERI ME”
cinque tempi, col doppio argomento

In uno spazio di tela scolorita, due visitatori dall’aria esotica e rimediata, attraverso varie forme d’esercizio e assistenza, accompagnano la signora Lilla ad acquisire consapevolezza della propria “scelta”, regalandole un ultimo, dignitoso giro d’addio.

di David Batignani e Simone Faloppa
con David Batignani, Simone Faloppa, Paola Tintinelli
scena dipinta e marionetta Ambra Rinaldo
pavimento, luminarie e teche Mario e David Batignani, Paolo Bruni
vestiario e ambienti sonori Circolo Alekseev
voce di Donata Giulia Viana
foto posate Nelly Ramirez Bartolo
organizzazione Romeo Tirabassi
un progetto per Casa di Riposo per Musicisti Fondazione Giuseppe Verdi (Milano), Casa Lyda Borelli per Artisti e Operatori dello Spettacolo (Bologna)
produzione David Batignani e Simone Faloppa
in coproduzione con Teatri in via d’estinzione/Festival Marosi di Mutezza di Sassari, Armunia/Festival Inequilibrio
con il sostegno di Molino del Groppo/Festival riGENERAzioni, Kilowatt Festival di Sansepolcro (AR)

prima assoluta

Lolita

12.9.13 , ,


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Remondini Bassano del Grappa 31.08.2013
 “LOLITA”
 Babilonia Teatri di Valeria Raimondi, Enrico Castellani con Enrico Castellani, Olga Bercini con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco, scene Babilonia Teatri, luci e audio Babilonia Teatri/Luca Scotton, costumi Babilonia Teatri/Franca Piccoli, organizzazione Alice Castellani grafiche Franciu, foto Marco Caselli Nirmal Sara Castiglione. “Lolita vede in scena con noi una preadolescente. È lei Lolita. Lo spettacolo intende indagare, a partire dal famoso romanzo di Vladimir Vladimirovic Nabokov, il nostro rapporto con la sessualità, da un lato. Il rapporto della donna col suo corpo e più in generale la questione del corpo della donna, dall’altro. Tutte le problematiche relative all’immagine che oggi abbiamo del corpo della donna, al suo utilizzo e a ciò che comporta da un punto di vista del ruolo sociale che oggi la donna ricopre nella società, vengono viste attraverso gli occhi di una ragazzina. Attraverso gli occhi di una persona che ormai non è più una bambina e che non è ancora una donna. La volontà dichiarata è quella di uscire dalla retorica. Di non cadere nelle sabbie mobili della divisione tra bianco e nero, evitando di ricorrere a stilemi come quelli della donna oggetto, delle quote rosa o delle pari opportunità, per arrivare invece a toccare con mano le contraddizioni che viviamo. Che spesso bruciano e che pongono diversi interrogativi ai quali però è impossibile trovare una risposta univoca. La figura di Lolità è un riferimento grazie al quale la narrazione ha continua-mente una sponda letteraria in grado di fornire nuovi e più articolati elementi di riflessione. Lolita ci interroga sul ruolo dei genitori. Su quello dei coetanei. Su quello dell’educazione. Su quello della società in genere e dei suoi modelli. Lolita è per noi una tentazione e un monito assieme. È la voglia di giocare col fuoco e la paura di bruciarsi”. (Enrico Castellani e Valeria Raimondi)

Le verrou

10.9.13 ,


Incontro con la compagnia



19.08.2013 Salle Mezzo dibattito con la compagnia Gaëlle Bourges/association Os dello spettacolo “Le verrou (figure de fantaisie attribuée à tort à Fragonard)” Le verrou (figure de fantaisie attribuée à tort à Fragonard) s’ouvre sur la reconstitution du tableau éponyme de Fragonard, peint à la fin des années 1770, et mêle histoire de l’art officielle tout comme histoires d’art fictionnelles, réminiscences du siècle des Lumières et balbutiements romantiques, libertinage imagé et atmosphère pré-révolutionnaire, performances physiques sur lit et performances discursives à table. En tirant simultanément le fil du pictural, du sexuel, du fantasmatique, de l’historique, on a de fortes chances de tomber sur un os : c’est exactement ça que la pièce cherche. L’os. Gaëlle Bourges et ses complices usent de l’humour et de l’intelligence pour nous entraîner dans une histoire-piège, composée comme un jeu libertaire et réjouissant avec les bienséances et les codes. Conception: Gaëlle Bourges Avec : Alice Roland, Gaspard Delanoë, Marianne Chargois, Gaëlle Bourges Récit : Gaëlle Bourges Co-écrit avec : Alice Roland, Gaspard Delanoë, Marianne Chargois Extraits de textes : Daniel Arasse, Alain Jaubert Lumière : Abigail Fowler Bande son, régie son : Stéphane Monteiro a.k.a XtroniK + musiques additionnelles Production : Os Coproduction : Ballet de l’Opéra national du Rhin/Centre Chorégraphique National de Mulhouse, Centre Chorégraphique National de Tours, Ville de Morsang- sur-Orge Coréalisation : PACT Zollverein, Emmetrop Avec le soutien du Ministère de la culture et de la communication/DRAC Ile-de-France, Conseil général de l’Essonne, ADAMI, Ménagerie de Verre, Centre National de la Danse, La Chaufferie/Compagnie DCA www.gaellebourges.com

Les buveuses de café

10.9.13 ,


Incontro con la compagnia



24.08.2013 Chapelle Bruxelles dibattito con la compagnia Cie Mossoux-Bonté dello spettacolo "Les buveuses de café" Deux élégantes, atteintes d’une furieuse obsession de symétrie, prennent le café dans un salon au confort feutré où l’on se chuchote d’agréables vérités. Sauf que... des anomalies se glissent progressivement dans leur comportement, l’insouciance se lézarde et ouvre sur de minuscules abîmes. Pour les deux femmes, une lutte s’engage: entre la tenue sociale et les dérapages intimes, entre la représentation et la déglingue de soi. Créé il y a deux ans, le spectacle s’accroît d’une première partie et d’un nouveau personnage: la mangeuse de poissons. Avec une fantaisie qui dédramatise l’atmosphère étrange dans laquelle elle est plongée, elle prépare le café... Et se fond insensiblement dans le duo en miroir de ces dames, comme le fantasme accompli de leur désir de fusion. Concept et mise en scène : Patrick Bonté Chorégraphie : Nicole Mossoux, Patrick Bonté Interprétation : Leslie Mannès, Maxence Rey, Frauke Mariën Musique live : Thomas Turine Scénographie et costumes : Frédérique De Montblanc Confection costumes : Sophie Seyli Maquillages : Jean-Pierre Finotto Coiffes et perruques : Véronique Lacroix, Catherine Somers Lumières : Patrick Bonté Plateau et construction : Aurélie Perret Direction technique : Claude Taymans Production : Compagnie Mossoux-Bonté Coproduction : Centre de Développement Chorégraphique duVal-de- Marne, Théâtre Debussy de Maisons-Alfort, Les Brigittines Avec le soutien de la Fédération Wallonie-Bruxelles, service général des Arts de la Scène,Wallonie-Bruxelles International www.mossoux-bonte.be

Press

10.9.13 ,


Dibattito con la compagnia dello spettacolo



28.08.2013 Chapelle Bruxelles “Press” Pierre Rigal/Cie dernière minute
Dans l’espace minimal d’une chambre nue ou d’une cellule-modèle qui rétrécit peu à peu, un homme s’accommode : il explore tous les possibles, grimpe aux parois lisses, marche sur les murs ou au plafond, transforme son enfermement en adaptant en permanence son positionnement et ses mouvements.
Ce quidam aux prises avec ses propres automatismes comme aux menaces de son maigre espace vital, Pierre Rigal l’incarne avec une saisissante maîtrise : ses contorsions,ses ruses physiques créent des situations incongrues, nous renvoyant une image révélante et condensée de nos étouffements quotidiens – et de nos libérations conditionnelles.
Conception, chorégraphie et interprétation : Pierre Rigal
Constructeur, éclairagiste, machiniste : Frédéric Stoll
Musique originale live : Nihil Bordures
Assistante à la chorégraphie : Mélanie Chartreux
Production : compagnie dernière minute, Gate Theatre London
Coproduction : Rencontres chorégraphiques internationales de Seine- Saint-Denis, Théâtre Garonne - Toulouse
Avec le soutien de la DRAC Midi-Pyrénées, Ville de Toulouse, Région Midi-Pyrénées, Conseil Général de Haute-Garonne, convention Culturesfrance/ Ville de Toulouse
La compagnie dernière minute reçoit le soutien de la Fondation BNP Paribas pour le développement de ses projets
© Frédéric Stoll

link: www.pierrerigal.net

Sweat Baby Sweat

10.9.13 ,


Incontro con la compagnia



25.08.2013 Chapelle Bruxelles “Sweat Baby Sweat”
Jan Martens
Sur la question des rapports homme-femme et du mélange inextricable de bienveillance, de rejet, de domination, de lutte, tout est dit. Et pourtant... Dans Sweat Baby Sweat, un couple, isolé dans l’espace, traverse toute la gamme imagée des sentiments: séparations, reprises, mouvements millimétrés, glissades lentes et dangereuses, acrobaties tantriques... Le lien est électrique et pourtant... Rien ne semble advenir sinon une sensation d’hypnose, de perte de la notion du temps... Et la nécessité de se tenir ensemble jusqu’au bout alors que tout s’en va...
La forme chorégraphique est précise et claire, le regard de Jan Martens dur et tendre, d’un lyrisme sans naïveté. Il éclaire une route où abandon et tension cheminent ensemble...

Chorégraphie : Jan Martens
Performance : Kimmy Ligtvoet, Steven Michel
Musique : Jaap van Keulen
Design vidéo : Paul Sixta
Coach : Peter Seynaeve
Chargée de diffusion : Apropic, Line Rousseau
Coproduction : Frascati Productions, TAKT Dommelhof, JAN vzw
Merci à SummerStudios Brussels, Marc Vanrunxt
Jan Martens est artiste invité à l'International Choreographic Arts Centre(ICKamsterdam) où il est soutenu artistiquement et adminsitrativement
© Klaartje Lambrechts

link; www.janmartens.com

A posto

9.9.13 ,


A seguire l'intervista con la compagnia


21.08.2013 Chapelle Bruxelles “A Posto” Ambra Senatore
Tout indique l’été, et trois femmes mettent progressivement en place les éléments d’un supposé pique-nique. Des objets apparaissent, des fragments d’actions se constituent, des sourires s’échangent... Mais l’anodin est à double sens, une menace flotte dans l’air, la nuance des gestes et des attitudes est celle d’une ironie qui ne dit pas son nom.
Construisant et déconstruisant les images en mouvement, distribuant des indices dont le sens se dévoile petit à petit, Ambra Senatore crée une partition mêlant raffinement et simplicité, posant un regard ludique et amer (ce n’est pas contradictoire) sur la nature humaine.Tout est faux, tout est vrai, et pique-niquer, c’est dégoûtant. Après Passo présenté il y a deux ans, le retour au Festival d’une artiste réjouissante et singulière.
Concept : Ambra Senatore
Chorégraphie : Ambra Senatore
En collaboration avec Caterina Basso, Claudia Catarzi
Interprétation : Caterina Basso, Claudia Catarzi, Ambra Senatore
Lumières : Fausto Bonvini
Design sonore : Gregorio Caporale
Musique : Brian Bellot, Gregorio Caporale, Jimi Hendrix, Ambra Senatore, The Temptations
Production : ALDES, Torinodanza, CCN Ballet de Lorraine, Château Rouge – Annemasse, Scènes Vosges
Avec le soutien de l'Action Culturelle du Pays de Briey, CND Paris, Ministero per i Beni e le Attività Culturali/Direz, Generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana/Sistema Regionale dello Spettacolo Merci à Doriana Crema, Andrea Roncaglione, Antonio Tagliarini
© Viola Berlanda, Stephane Ulrich

link: www.ambrasenatore.com
 
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