TRE STUDI SULLA VACUITÀ 1°Studio

31.7.13 ,


Castello Pasquini, 7 luglio 2013 “TRE STUDI SULLA VACUITÀ”
partitura di gesti per orchestra
primo studio per quintetto + piccoli soli e/o duetti ideazione e regia Caterina Poggesi, Cesare Torricelli con Oumoulkhairy Carroy, Martina Chiarugi, Michele Lanzini, Stefano Rimoldi, Marco Scicli produzione Fosca, Armunia/Festival Inequilibrio
in collaborazione con Scuola di Musica di Fiesole, Tempo Reale
con il contributo della Regione Toscana
Durante l’esecuzione di un concerto si evidenziano, per la loro particolare e inspiegabile intensità, due momenti caratterizzati dal silenzio e dal vuoto. Uno è quello prima dell’inizio, una sospensione come l’affacciarsi su un dirupo prima del volo. L’altro è la chiusura, quel protrarsi muto del suono che continua a riempire lo spazio, lega il sentire, abita l’invisibile. Due istanti di attesa e compimento, in cui la presenza si fa mezzo di un accadimento quasi misterico. Questo lavoro teatrale - in cui il corpo scenico del musicista trova risonanze e consapevolezze nuove donandosi alla vacuità di una narrazione scandita da punteggiature simboliche e rimandi poetici - dimora in simile apnea e da qui indaga per creare nuovo respiro e costruire alfabeti sconosciuti, insondati, a volte sorprendenti.

TRE STUDI SULLA VACUITÀ

31.7.13 ,


Castello Pasquini, 7 luglio 2013 “TRE STUDI SULLA VACUITÀ”
partitura di gesti per orchestra
primo studio per quintetto + piccoli soli e/o duetti ideazione e regia Caterina Poggesi, Cesare Torricelli con Oumoulkhairy Carroy, Martina Chiarugi, Michele Lanzini, Stefano Rimoldi, Marco Scicli produzione Fosca, Armunia/Festival Inequilibrio
in collaborazione con Scuola di Musica di Fiesole, Tempo Reale
con il contributo della Regione Toscana
Durante l’esecuzione di un concerto si evidenziano, per la loro particolare e inspiegabile intensità, due momenti caratterizzati dal silenzio e dal vuoto. Uno è quello prima dell’inizio, una sospensione come l’affacciarsi su un dirupo prima del volo. L’altro è la chiusura, quel protrarsi muto del suono che continua a riempire lo spazio, lega il sentire, abita l’invisibile. Due istanti di attesa e compimento, in cui la presenza si fa mezzo di un accadimento quasi misterico. Questo lavoro teatrale - in cui il corpo scenico del musicista trova risonanze e consapevolezze nuove donandosi alla vacuità di una narrazione scandita da punteggiature simboliche e rimandi poetici - dimora in simile apnea e da qui indaga per creare nuovo respiro e costruire alfabeti sconosciuti, insondati, a volte sorprendenti.

TRE STUDI SULLA VACUITÀ 3°Studio

31.7.13 ,


Castello Pasquini, 7 luglio 2013 “TRE STUDI SULLA VACUITÀ”
partitura di gesti per orchestra
primo studio per quintetto + piccoli soli e/o duetti ideazione e regia Caterina Poggesi, Cesare Torricelli con Oumoulkhairy Carroy, Martina Chiarugi, Michele Lanzini, Stefano Rimoldi, Marco Scicli produzione Fosca, Armunia/Festival Inequilibrio
in collaborazione con Scuola di Musica di Fiesole, Tempo Reale
con il contributo della Regione Toscana
Durante l’esecuzione di un concerto si evidenziano, per la loro particolare e inspiegabile intensità, due momenti caratterizzati dal silenzio e dal vuoto. Uno è quello prima dell’inizio, una sospensione come l’affacciarsi su un dirupo prima del volo. L’altro è la chiusura, quel protrarsi muto del suono che continua a riempire lo spazio, lega il sentire, abita l’invisibile. Due istanti di attesa e compimento, in cui la presenza si fa mezzo di un accadimento quasi misterico. Questo lavoro teatrale - in cui il corpo scenico del musicista trova risonanze e consapevolezze nuove donandosi alla vacuità di una narrazione scandita da punteggiature simboliche e rimandi poetici - dimora in simile apnea e da qui indaga per creare nuovo respiro e costruire alfabeti sconosciuti, insondati, a volte sorprendenti.

No shadow

31.7.13 ,


Arco di Malborghetto, Roma, 26 Luglio 2013 “No shadow” Work in Progress dal 2006
Con e di Nigar Hasib e Shamal Amin- Lalish Theaterlabor - Vienna
Lo spettacolo di successo internazionale ha ottenuto un grande riscontro di pubblico girando in 14 Festivals Internazionali, in Giappone, Grecia, Egitto, Giordania, Polonia, Ucraina, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Bulgaria e Marocco, ricevendo premi per miglior voce e canto in ambito performativo.
La performance è descritta dai critici come un viaggio dalle origini al presente, attraverso un atto perfomativo: sensuale, rituale, visivo e con un utilizzo particolare di tecniche vocali e del linguaggio corporeo. Con il progetto sperimentale “No Shadow” e la seguente ricerca “Songs as the Source” (Il Canto come Sorgente), il Lalish Theater Labor si dedica alla ricerca performativa di tradizioni vocali, delle loro origini individuali e culturali e al loro forte impatto espressivo. Nigar Hasib e Shamal Amin cercano di scoprire un originale linguaggio artistico al di fuori del simbolismo linguistico convenzionale. Questo nuovo linguaggio, non linguistico, è formato da sillabe, suoni, toni e possibili altre espressioni vocali, che derivano da varie e diverse culture. La loro ricerca porta ad una nuova strada comunicativa nella performance. E ad uno speciale lavoro sulla costruzione di un proprio bagaglio di tecniche sperimentali sull’utilizzo della voce e del canto. Voci e canzoni diventano la risorsa del ritmo, della presenza fisica e anche la risorsa creativa dell’azione Shamal Amin ha chiamato, appositamente, questa fase del lavoro del Lalish Theater Labor “Il risveglio della Solennità Astratta”. “Noi creiamo uno spazio fluttuante, dove voci e canzoni si mescolano in modo organico. La voce assomiglia ad una canzone nella quale è possibile scoprire sempre qualcosa di nuovo”. Shamal Amin e Nigar Hasib cercano di creare sempre uno spazio vuoto, il quale viene riempito successivamente dalla voce e dal movimento. Uno spazio nel quale le condizioni trasformano un “Dovunque e un Nessun luogo” in uno spazio rituale, e il tempo stesso si trasforma da un “Sempre, Mai” in un tempo rituale.

Dal teatro delle sorgenti...

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Teatro Valle Occupato 18 luglio 2013 “DAL TEATRO DELLE SORGENTI DI JERZY GROTOWSKY ALLA RICERCA DELLE SORGENTI DI ABANI BISWAS” Spettacolo di arti performative indiane compagnia indiana Milòn Mèla.
Il progetto di ricerca condotto da Abani Biswas risale al 1979 quando partecipò al progetto multiculturale del Teatro delle Sorgenti diretto dal regista polacco Jerzy Grotowski. Questo lavoro costituirà per lui l’esperienza più significativa, sia a livello personale che professionale che lo porterà una volta tornato in India a sviluppare la sua ricerca nel campo delle tradizionali discipline performative indiane, individuando all’interno di un paese così ricco di tradizioni e di arti tramandate oralmente, i maggiori rappresentanti di tali antiche discipline sconosciute ai più. Nel 1986, insieme al lavoro fondamentale sulla ricerca di comunità artistiche tradizionali individuate durante un lungo viaggio all’interno delle diverse zone rurali del Bengala, Bihar, Orissa e del sud dell’India, crea il progetto “La ricerca delle Sorgenti” – Milòn Mèla (in bengalese: La Festa degli Incontri) che ancora oggi prosegue con spettacoli e parate e workshop residenziali sia in India (presso La Casa Laboratorio Theatre House a Shantiniketan) che in Europa. Ogni artista presenta con maestria la propria arte che ha appreso fin dalla più tenera età. I musicisti Baul del Bengala offrono la gioia della musica e del canto che sgorga dalla loro grande abilità d’improvvisazione e di comunicazione. I duelli con i bastoni, le armi ed il fuoco dei Kalaripayattu (Kerala) suscitano momenti di forte tensione drammatica e davanti a noi sembrano rivivere antichi guerrieri, i bellissimi atleti greci che combattevano in onore di Zeus. Le fantasiose coreografie e le immagini suscitate dalle danze ci riportano alle origini, alle sorgenti della civiltà umana. L’energia della danza Chhau della Purulia (Jarkhand/Bihar)rivive ancor oggi nei riti tribali dedicati all’anima della natura ed a tutte le sue manifestazioni. La sacralità delle posture basate su Asana del Guru di Hatha Yoga (Assam) e la raffinatezza classica della danza Gotipua (Orissa) sembra condurci all’interno dei più antichi templi indù, dove si respira la pace dell’armonia, il grande senso dell’equilibrio estetico ed interiore. In un alternarsi armonico di movimenti, suoni, colori e perfetta esecuzione, lo spettacolo prende vita, dando spazio e visibilità alle performance delle diverse discipline di cui vengono esaltate le caratteristiche intrinseche. Non c’è bisogno di scenografie imponenti, né di particolari artifici luminosi, perché ciò che appare allo sguardo, ciò che rapisce l’attenzione di grandi e piccini, in un turbinio di emozioni, si presenta nella sua completa e semplice bellezza, riempiendo lo spazio.

The plot is the revolution - 16 luglio

31.7.13


Teatro Valle Occupato 13 — 16 luglio 2013 THE PLOT IS THE REVOLUTION Motus, Living Theatre in collaborazione con Angelo Mai Altrove Occupato

16 luglio 2013 THE PLOT IS THE REVOLUTION
uno spettacolo di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò con SILVIA CALDERONI, JUDITH MALINA (Living Theatre NY) e la partecipazione di Thomas Walker, Brad Burgess una produzione Motus
http://www.motusonline.com/it

“È ancora possibile immaginare “Brave new world” come tanti utopisti hanno fatto in passato? Esistono spazi mentali e geografici per presupporre e tramare epocali ribaltamenti/rovesciamenti o, diciamolo, vere rivoluzioni, nel nostro assopito occidente? Insomma la rivoluzione here and now è ancora concepibile” Evento realizzato grazie al sostegno di: ARTE MEMORIA VIVA XXXIII anniversario della strage di Ustica, 27 giugno 1980-2013 www.ilgiardinodellamemoria.it Fondazione Morra, Napoli e alla collaborazione di Cristina Valenti

www.teatrovalleoccupato.it

The plot is the revolution - 14 luglio

31.7.13


Teatro Valle Occupato 13 — 16 luglio 2013 THE PLOT IS THE REVOLUTION
Motus, Living Theatre in collaborazione con Angelo Mai Altrove Occupato

14 luglio 2013 Conversazione con Judith Malina, Tom Walker, Brad Burgess
+ Proiezione LOVE AND POLITICS [anteprima romana] Documentario (2011, USA, 52′) World Premiere: 2012 Tribeca Film Festival // Biografilm Festival, Bologna directed by AZAD JAFARIAN
www.loveandpoliticsmovie.com

“L’essenza e la bellezza del sogno di una rivoluzione anarchica e non violenta. Il Living Theater e la sua storia. Love and Politics è il ritratto intimo, poetico e scarno della sua fondatrice, Judith Malina, 85 anni, e negli occhi e nelle vene ancora tutta l’energia, la forza pungente e la voglia di cambiare il mondo e di lottare per quel sogno, nonostante tutti gli ostacoli possibili”

www.teatrovalleoccupato.it

Piccoli suicidi in ottava rima

31.7.13 , ,


Pineta Marradi, Prato del Cardellino, Castiglioncello 7 luglio 2013 “PICCOLI SUICIDI IN OTTAVA RIMA” appunti per un’epica contemporanea
ideazione Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Federico Polacci, Giulia Solano
regia Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Dario Marconcini
consulenza all’Ottava Rima Enrico Pelosini
consulenza al canto Andrea Bacci, Enrico Baschieri
produzione I Sacchi di Sabbia in coproduzione con Armunia/Festival Inequilibrio
con la collaborazione di Santarcangelo dei Teatri, Compagnia Lombardi/Tiezzi, Teatro di Buti e Compagnia del Maggio “Pietro Frediani” con il sostegno di Regione Toscana
Avventura, western e fantascienza sono gli ingredienti di queste piccole allegorie di genere, riformulate secondo l’antica tecnica popolare dell’ottava rima. Ricalcare e abitare una forma arcaica - quella dei cantori dei paladini di ariostesca memoria - diventa la chiave per condividere un immaginario con lo spettatore, per poi rovesciarlo e/o straniarlo. Questi episodi segnano infatti una tappa decisiva nell’indagine sulla parodia che I Sacchi di Sabbia stanno conducendo negli ultimi anni. La parodia intesa come “fuori posto”, come rottura del nesso naturale fra musica e linguaggio: ecco il cuore di quest’avventura. D’altronde, di fronte al mistero, la creazione artistica non può che farsi caricatura.

La rosa bianca

31.7.13 ,


Giardini della Filarmonica 15 luglio 2013 “La rosa bianca” Note che parlano, parole che suonano. A Tonino Guerra. Alle sue parole che sgorgano da sé, una fontana che conserva la freschezza e il fervore innocente della profondità Chiara Caselli voce Rita Marcotulli pianoforte testi tratti da Il Polverone e La Valle del Kamasutra Parmaconcerti a cura di: Teatro 91 “Devo molto a Tonino Guerra.
Come spettatrice, ma non solo. Con lui, con le sue parole, ho fatto uno dei miei film che amo di più. L'episodio di "La Domenica Specialmente" diretto da Marco Tullio Giordana. Ero ancora agli inizi e ricordo la preparazione maniacale del monologo per il provino e l'attenzione di Marco Tullio, e le parole di Tonino. Era come tuffarsi in un torrente di acqua fresca. Ritrovai le inflessioni della sua lingua, che è anche la mia, siamo della stessa terra, l'Emilia Romagna. Lui di Romagna io di Bologna, e li ho sempre un po’ invidiati. La stessa cadenza leggera e dolce della mia, della nostra terra, la riproporrò con le poesie e i racconti di Tonino che leggerò sulle musiche, con le musiche di Rita Marcotulli. E' stata una scoperta meravigliosa, lo sarà per tutti”. Chiara Caselli

New York oggi

31.7.13


Teatro Vascello 15 LUGLIO 2013 Peridance Contemporary Dance Company presenta “New York Oggi” Prima nazionale
Coreografia: Autori Vari
Musica: Autori Vari
Interpreti: Yesid Lopez, Christopher Bloom, Jason Collins, Phil Orsano, Joanna DeFelice, Nikki Holck, Leigh Lijoi, Madison McPhail, Eila Valls La serata, che ha debuttato a New York lo scorso gennaio, propone coreografie di autori contemporanei tra i più affermati nel panorama internazionale.

PROGRAMMA
Vivian & Paul
coreografia: Sidra Bell
La coreografia coinvolge i danzatori in un “corpo a corpo” di virtuosismo tecnico, quasi a tastare le reciproche capacità.

Twilight
coreografia: Igal Perry
Passo a due squisitamente neoclassico, estratto dall’omonima coreografia commissionata dal Joffrey II Dancers di New York alla Peridance CDC.

Infinity
coreografia: Igal Perry
L’ultima creazione di Igal Perry, si ispira alle immagini rurali molto frequenti nei quadri di Salvatore Dalì e si sviluppa sul famoso adagio della sonata Hammerklavier di Beethoven. Il lavoro sottolinea la vulnerabilità e la piccolezza dell’essere umano di fronte ai grandi spazi della natura.

La Peridance Contemporary Dance Company viene fondata nel 1984 da Igal Perry, che ancora oggi ne è direttore artistico e coreografo principale. Risiede nel cuore di Manhattan, presso il Peridance Capezio Center esibendosi abitualmente nel Salvatore Capezio Theater, oltre che nei più importanti teatri newyorkesi per la danza, come il Joice Theater, il BAM e il Kaye Playhouse. La compagnia realizza ogni anno numerosi tours, sia in Usa che a livello internazionale, si è esibita infatti anche in Giappone, Corea ed Europa.
È anche una fucina di talenti e punto di incontro di artisti provenienti da tutto il mondo.
Ogni anno, infatti, vengono invitati presso la sede della compagnia, coreografi di fama internazionale a cui sono commissionati nuovi lavori in esclusiva per la Peridance.
Parallelamente a questa attività di produzione, la Peridance organizza corsi professionali di danza; ha formato in tal senso numerosi artisti.

Carezze

29.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 7 luglio 2013 “CAREZZE” di Roberto Abbiati e Maurizio Lupinelli, assistente alla regia Elisa Pol
produzione Nerval Teatro, Benvenuti s.r.l in coproduzione con Armunia/Festival Inequilibrio con il sostegno di Sistema regionale dello spettacolo dal vivo Regione Toscana.
Carezze è la storia di due bambini e della loro amicizia raccontata attraverso le azioni e gli sguardi di due stralunati custodi di un vecchio istituto pieno di ricordi. È un viaggio nella memoria di due adulti che fanno ancora i conti con l’infanzia da loro vissuta. In questo percorso a ritroso s’intrecciano frammenti di vita quotidiana e immaginazione, utili per superare difficoltà e malinconie. La narrazione avviene con il disegno, con l’uso di oggetti, con rumori e suoni propri del linguaggio infantile. I personaggi e gli oggetti compongono una drammaturgia visionaria e fantastica. Solo grazie all’immaginazione antica, di cui l’infanzia è portatrice, è possibile scoprire la chiave per ritrovarsi nel filo del racconto.

Joseph kids

29.7.13 ,


Castello Pasquini, 7 luglio 2013 “JOSEPH_KIDS” di Alessandro Sciarroni
con Michele Di Stefano e un performer online
produzione Corpoceleste_C.C.00#
in coproduzione con Armunia/Festival Inequilibrio
con il sostegno di Teatro Stabile delle Marche
in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese/La Scena dei Ragazzi
Alessandro Sciarroni torna a riflettere sui meccanismi della creazione scenica ripensando Joseph, il suo primo solo, per il pubblico dell’infanzia. Joseph_kids vede in scena la presenza di un unico interprete, un uomo solo, davanti a un computer portatile. Come nella versione per il pubblico adulto, l’interprete va alla ricerca della sua immagine, che di volta in volta viene proiettata, deformata, raddoppiata e scomposta attraverso una webcam e alcuni semplici effetti video. Joseph fa le sue scelte davanti a un pubblico/testimone che riesce a seguire l’evoluzione di questo monologo fisico attraverso una grande videoproiezione che riproduce fedelmente la schermata del computer. Dapprima serio e rigoroso, il viaggio di Joseph diventa via via ironico e inaspettato.

Scene di Woyzeck

29.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 7 Luglio 2013 “SCENE DI WOYZECK”
Büchner/Berg
regia Federico Tiezzi
regista assistente Giovanni Scandella
preparazione vocale Francesca Della Monica
arrangiamenti e preparazione del coro Ernani Maletta
drammaturgia Fabrizio Sinisi
luci Gianni Pollini
costumi Maria Antonietta Lucarelli
direzione organizzativa Regina Piperno
con Roberto Latini e gli allievi-attori Maria Blandolino, Marco Brinzi, Matias Endrek, Simone Faloppa, Liyu Jin, Mauro Racanati, Daniele Sala, Rosa Sarti, Nicolò Todeschini, Anahì Traversi con la partecipazione della Schola Cantorum di Rosignano
produzione Teatro Laboratorio della Toscana diretto da Federico Tiezzi,
Compagnia Lombardi/Tiezzi, Armunia/Festival Inequilibrio
in collaborazione con Regione Toscana
Opera incompiuta del giovanissimo drammaturgo tedesco Georg Büchner, poi ripresa agli inizi del Novecento in forma operistica dal compositore espressionista Alban Berg, Woyzeck è il racconto di una follia: un giovane soldato assassina sua moglie per gelosia. Ma la forma con cui viene incontro oggi ha la compostezza di un campo di grano: un canto popolare che esprime il tormento dei cuori e il dolore universale. Ma le scene del Woyzeck dicono anche molti altri racconti: quello della violenza e della sopraffazione che diventano le caratteristiche strutturali di una condizione storica, quello di una progressiva militarizzazione dell’individuo, ma soprattutto quello di una grazia pasoliniana rintracciabile solo nei luoghi più bassi dell’umano, in quell’assoluta povertà in cui - nonostante il delitto - è possibile rintracciare una nuova e più profonda forma d’innocenza.

King

29.7.13 ,


Torre medicea Castiglioncello (LI) 28 giugno 2013 Rosignano Solvay, Spiagge bianche “KING” [SPIAGGE BIANCHE]+[CAMMINO]+[ACCAMPAMENTO]
cura e guida del progetto Leonardo Delogu
con Emanuela De Cecco, Leonardo Delogu, Simone Evangelisti, Elena Cleonice Fecit, Helene Gautier, Francesco Michele Laterza, Sara Leghissa, Daria Menichetti, Luca Poncetta, Valerio Sirna, Davide Tidoni
suono Davide Tidoni
luce Luca Poncetta
cura dell’allestimento Strasse in collaborazione con Cesare Ronconi
partecipazione alla visione Emanuela De Cecco
video Francesca De Isabella
con l’aiuto di Nusha Viola Ghironi

produzione Strasse
in coproduzione con Armunia/Festival Inequilibrio, Santarcangelo •13, Sosta Palmizi
con il sostegno di Centre de Creació L’animal a l’esquena, Celrà, Girona, Teatro Valdoca, Spazio c-32, Centro di Palmetta, Indisciplinarte
progetto vincitore del bando Created in Umbria

Strasse ha condotto sotto la guida di Leonardo Delogu una ricerca durata due anni – tra incontri chiusi e workshop pubblici dal titolo Camminare nella frana – sul rapporto tra corpo e paesaggio. Perno di questo processo esperienziale e di questo percorso di conoscenza rabdomantici sono state tre parole chiave: spazio, corpo e relazione, da cui ne sono emerse altre, come abitare, ascolto, vuoto, camminare, perdersi, trasformazione, sacro. Ne è nata una configurazione instabile, una comunità nomade aperta a una visione della danza e della performance che sfonda il concetto di opera chiusa per dare valore alla qualità della relazione, dell’incontro, dell’esperienza.

Di questo percorso King è la parte finale, articolata in tre fasi.

Inequilibro / spiagge bianche
La prima fase si dispiega in un tempo di abitazione di circa cinque mesi, da febbraio a giugno, delle Spiagge bianche di Rosignano Solvay. Periodicamente abitiamo questo paesaggio ferito, simbolo del “progresso” e annunciatore di un destino già presente. Lavoriamo a stretto contatto con la comunità locale, portando i nostri segni e i nostri principi di studio dentro i luoghi di vita. Fare un’esperienza di conoscenza di questo territorio significa cimentarsi con il potere contraddittorio dei tempi, con la potenza del paradosso, con la distanza tra forma e sostanza. È il punto di partenza, il simbolo dell’oggi.
Cammino / echi
La seconda fase si articola in un cammino dal Tirreno all’Adriatico attraverso l’Appennino alla ricerca di luoghi di silenzio e di energia. Un viaggio-meditazione a piedi attraverso la terra che congiunge le due sponde dell’Italia, l’ovest con l’est. Portare un’acqua a un’altra acqua, tenere insieme due mari, due orizzonti. trecento kilometri circa in cui si attraversa il cuore dell’Italia, un cuore spirituale in ombra, assorto e in silenzio. È l’opportunità di alimentare il fuoco della ricerca attraverso un movimento lento e costante in una terra di forte valenza naturalistica, di piccoli paesi, piccole comunità. Questa fase è documentata giornalmente nell’installazione visitabile alla Torre Medicea di Castiglioncello.

Santarcangelo •13 / accampamento
Nella terza fase si realizza un esperimento di “colonizzazione gentile” in un parco abbandonato nella prima periferia di Santarcangelo. Qui sarà creato un accampamento con materiali di riciclo trovati sul posto. Il campo sarà un’esperienza di architettura leggera, di presenza poco invasiva e allo stesso tempo sarà congegnato come un luogo d’incontro, di riverbero di domande, di espansione del pensiero. L’accampamento sarà lo spazio in cui sperimentare una forma di relazione con il pubblico dentro un tempo inconsueto, arcaico. Dormire, mangiare, studiare, giocare: saranno queste le azioni da condividere.

per seguire il cammino di King www.casaking.org

Tank Talk

28.7.13 ,


Castiglioncello 6 Luglio 2013 “TANK TALK” progetto per un’azione urbana collettiva progetto Codice Ivan
produzione Codice Ivan
coproduzione Centrale Fies
con il supporto di Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige,
Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, CRAT.ere (Bolzano)
Partiamo da qui: un performer, con camicia bianca, pantaloni neri, una busta in mano. Sembra il giovane cinese che, durante la protesta del 5 giugno 1989 in Piazza Tienanmen, ha fermato con la sua sola presenza la colonna di carri armati. Il performer imitando i passi del giovane, cercherà di fermare cose, auto, persone che procedono seguendo traiettorie proprie. Tenterà un rapporto. Con il suo solo stare. Lui esiste. Io esisto. Qualcosa può succedere. Tutto può succedere. Un atto di rivolta. Ma cos’è la rivolta? Forse la rivolta è ormai un atto individuale. Una questione personale. L’intimità di una presa di posizione, di un tentativo di dialogo o di scontro. Forse è “solo” la possibilità di uno shock visivo che renda più acuta la coscienza dello sguardo oltre se stessi: “Guardatevi intorno” scrive David Foster Wallace. Tank Talk si struttura in due momenti distinti: un’azione urbana in cui un performer esegue più volte, in luoghi diversi, in città diverse la coreografia estratta dall’azione di Piazza Tienanmen; una video installazione in cui viene mostrato il video nato dall’azione urbana.

John

28.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 4 Luglio 2013 “JOHN” progetto e coreografia Ambra Senatore in collaborazione con Matteo Ceccarelli, Elisa Ferrari, Marc Lacourt luci Fausto Bonvini, progetto sonoro e musicale originale Igor Sciavolino altri brani musicali Brian Bellot, Serge Gainsbourg, Yukari Ito, Igor Sciavolino, Antonio Vivaldi, produzione Aldes, coproduzione Réseau national des CDC [Le Cuvier d’Artigues-près-Bordeaux-CDC d’Aquitaine, CDC-Les, Hivernales d’Avignon, Art danse CDC Dijon Bourgogne, L’échangeur-CDC Picardie, Le Pacifique/CDCGrenoble, Danse à Lille/CDC Roubaix-Nord Pas de Calais, CDC Paris Réseau (Atelier de Paris-Carolyn, Carlson, L’étoile du nord, micadanses-ADDP, studio Le Regard du Cygne-AMD XXe), CDC Toulouse/Midi- Pyrénées, CDC du Val-de-Marne, Uzès danse CDC], L’Arc Scène Nationale Le Creusot, Scène National de Besançon, Château Rouge Annemasse, Torinodanza, Teatro Stabile di Torino, Armunia/Festival Inequilibrio, con il sostegno di Regione Toscana, Patto per il riassetto del sistema teatrale della Toscana, Centro il Grattacielo di Livorno. un ringraziamento a Caterina Basso, Tommaso Monza, Andrea Roncaglione. John è un nome talmente comune da essere in grado di identificare tutti e nessuno, uno qualsiasi, per questo motivo cambia e si evolve continuamente passando da un personaggio all’altro. Lo spettacolo è un gioco, un meccanismo nel quale il pubblico è chiamato a entrare.Un gioco che con il suo dispiegarsi propone allo spettatore una riflessione sulla natura umana e sul proprio modo di vivere. La presenza gioiosa e vitale degli interpreti è il crocevia tra la vita reale e la finzione. Al suo interno la costruzione puntuale e raffinata di un discorso concreto e al tempo stesso surreale sull’essere umano contraddistinto da un tocco di quell’umore tipico di Ambra Senatore.

Folk-s

25.7.13 ,


Pineta Marradi, Prato del Cardellino, Castiglioncello 5 luglio 2013 “FOLK-S” will you still love me tomorrow? invenzione e drammaturgia Alessandro Sciarroni interpreti Marco D’Agostin, Pablo Esbert Lilienfeld, Francesca Foscarini, Matteo Ramponi, Alessandro Sciarroni, Francesco Vecchi musiche originali Pablo Esbert Lilienfeld, video e immagini Matteo Maffesanti, disegno luci Rocco Giansante costumi Ettore Lombardi, faith coaching Rosemary Butcher consulenza drammaturgica, casting Antonio Rinaldi, consulenza coreografica Tearna Schiuichplattla, direttore di produzione Marta Morico, organizzazione Benedetta Morico amministrazione Luana Milani, cura del progetto, promozione Lisa Gilardino comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo, produzione Teatro Stabile delle Marche in collaborazione con Corpoceleste_C.C.00# e con Inteatro, Amat-Civitanova Danza per “Civitanova Casa della Danza”, Centrale Fies, ChoreoRoam Europe: Centro per la Scena Contemporanea - Comune di Bassano del Grappa, The Place/London, Dansateliers/Rotterdam, Dance Week Festival/Zagreb, Paso a 2/Certamen Coreográfico de Madrid Folk-s è una pratica performativa e coreografica sul tempo. Il lavoro nasce da una riflessione sui fenomeni popolari di danza folk antica sopravvissuti alla contemporaneità. Lo Schuhplattler è un ballo tipico bavarese e tirolese, significa “battitore di scarpe” e consiste letteralmente nel battere le mani sulle proprie gambe e calzature. In Folk-s questa danza viene eseguita e concepita come indicazione di una forma preesistente e primitiva di pensiero. Il ballo come regola, dittatura, flusso d’immagini che seguono il ritmo e la forma, non il contenuto. Così, per i performer di Folk-s non v’è altro tempo che il presente, che è non-passato e non-futuro. È l’insistenza infinita della marea contro la spiaggia, il ritorno della stessa onda sulla stessa riva. È suono. Così il folk e il popolare, astratti dalla matrice sonora originaria, paiono battersi e fondersi con la condizione contemporanea, in continua lotta per la sopravvivenza.

Indra (un Sogno di Strindberg)

25.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 4 Luglio 2013 “INDRA (un Sogno di Strindberg)”
ideazione e regia Silvano Voltolina
drammaturgia Roberto Fratini Serafide
burattini Patrizio Dall’Argine
in scena Oreste Braghieri, Léna Chambouleyron, Patrizio Dall’Argine, Zina Gonin-Lavina, Riccardo Manfredi
tecnica e luci Gerardo De Vita
assistente alla regia Léa Drouet
musiche Moondog (Louis Thomas Hardin), Felix Mendelsshon-Bartholdy
organizzazione Maud Dréano
produzione Spina. Création. Théâtre et Arts Visuels.
con il sostegno alla residenza di Au bout du plongeoir, Cabaret Théâtre Dromesko, Réseau Lilas (Rennes),Festival Premiers-Actes (Munster) e il sostegno organizzativo di AV Turné. August Strindberg era stato appena lasciato dalla giovane moglie (incinta di una bambina) quando scrisse in quaranta giorni febbrili la storia della figlia di Indra che lascia le altezze celesti del padre. Il personaggio di questa giovane alla deriva nella fanghiglia terrestre fu interpretato per la prima volta da Harriett Bosse, madre di Anne-Marie (la sua figlia perduta).
Il Sogno è autobiografico al cento per cento: ogni scena e ogni elemento narrativo provengono da una maniera trasfigurata di percepire la realtà come un procedimento alchemico. Dentro Il Sogno si tratta di libertà e di gravi danni divini. È un gioco di scatole cinesi tra identità: l’attore che interpreta un dio, il dio che si manifesta attraverso il poeta, l’attore che interpreta lo scrittore che incarna un assoluto divino. Tutto questo coesiste e costituisce il tema dello spettacolo: il rapporto di generazione tra l’umano e il divino, tra il reale e la finzione; il corpo tra la luce e l’ombra. Chi genera chi? Chi dà la morte a chi? Domande sospese, magari inutili... e nel frattempo una giovane se ne va per il mondo per incontrare gli uomini, fa alcune strane scoperte e conosce molta volgarità e molto dolore

Age

24.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 4 Luglio 2013 “age” coreografia Francesca Pennini drammaturgia Angelo Pedroni, danza Camilla Caselli, Carolina Fanti, Nicolò Ferrara, Melissa Marangoni, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Giulio Santolini, Demetrio Villani, Fabio Zangara, coproduzione CollettivO CineticO, Romaeuropa Festival, Armunia/Festival Inequilibrio, L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, CSC Centro per la Scena Contemporanea/Operaestate Veneto, Festival miXXer/Conservatorio Girolamo Frescobaldi di Ferrara, vincitore del Bando Progetto Speciale Performance 2012. Ripensando Cage. Il progetto age declina con nove teenager kamikaze l’analisi sul ruolo dello spettatore e sul concetto d’indeterminazione che attraversa le ultime produzioni di CollettivO CineticO. Il rapporto tra l’aspetto accademico/normativo e il profilo biologico/chimico tipico della soglia dei diciotto anni produce una capacità di assunzione di rischio che rende gli adolescenti i candidati ideali per abitare lo spazio ludico, allo stesso tempo indeterminato e regolamentato, della scena. La performance è strutturata come un atlante in cui, capitolo per capitolo, gli “esemplari” umani sono chiamati a esporsi su un palco-ring dove la durata delle azioni è scandita dal gong della regia. Classificati con implacabile datità secondo i parametri più disparati, gli “esemplari” di age rispondono in diretta a un corpus di quesiti legati alla definizione di sé per caratteristiche, opinioni, gusti ed esperienze.

B/Sogno

24.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 3 Luglio 2013 “B/SOGNO”
versione radiodramma di Michele Bandini
con Michele Bandini, Francesco Ferri
regia Michele Bandini
ideazione Michele Bandini, Francesco Ferri
disegno del suono e live electronics Stefano De Ponti
strutture in legno Mael Veisse
produzione realizzata con il sostegno di Created in Umbria, Teatro Stabile dell’Umbria, Associazione Zoe, ZoeTeatro
È un doppio sogno. Due visioni. Due luoghi. Due figure. Due solitudini. Frammenti di una quotidianità filtrata dal sogno, scossa da un paesaggio sonoro che amplifica e distorce. Un dittico onirico in cui si mescolano due esistenze. Due appartamenti, due stanze, due vite simultanee, il giorno e la notte, lo scorrere del tempo, i rituali quotidiani a mostrare l’essenzialità dell’esistenza e la banalità del vissuto, una musica che è suono degli oggetti, amplificazione dei luoghi, del respiro, del pensiero. B/Sogno è un progetto sonoro, basato sull’utilizzo di microfoni e controller digitali, in cui lo spazio scenico e l’attore diventano punti di origine del suono, della musica, della parola, che ora è senso, ora è grido, flusso verbale, ripetizione. B/Sogno è un progetto di ricerca sul radiodramma teatrale inserito nel percorso artistico pluriennale denominato RadioGrafie - ScrittureRadio.

La grande passeggiata

24.7.13 ,


Castello Pasquini,Castiglioncello 3 Luglio 2013 “LA GRANDE PASSEGGIATA” di Fabrizio Sinisi, regia Federico Tiezzi, con Sandro Lombardi, Marco Brinzi, Simone Faloppa, Rosa Sarti, Nicolò Todeschini
drammaturgia Sandro Lombardi, Federico Tiezzi
interpretazione del verso Sandro Lombardi
voce e canto Francesca Della Monica, Ernani Maletta
drammaturgia del movimento Giovanni Scandella
drammaturgia del costume Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
produzione Compagnia Lombardi/Tiezzi - Teatro Laboratorio della Toscana
in collaborazione con Armunia/Festival Inequilibrio, Comune di Bari, Teatro Pubblico Pugliese
Ispirato a una nota vicenda di cronaca, La grande passeggiata racconta la storia di un importante uomo politico francese accusato di violenza sessuale ai danni di una cameriera. La notte in cella, nell’attesa della prima convocazione in tribunale, diventa un luogo e un tempo imprevedibili, in cui molti destini vengono a giocarsi: un limbo, una stanza della tortura, un purgatorio dove, tra due surreali carcerieri, le vicende private s’intrecciano con quelle della finanza internazionale. Che cosa spinge un uomo ai vertici del potere a un atto apparentemente tanto sconsiderato? Scritto nella lingua della tradizione italiana in versi, da Alfieri e Manzoni a Luzi e Pasolini, La grande passeggiata, opera prima del drammaturgo venticinquenne Fabrizio Sinisi è una novità di rilievo nel panorama della drammaturgia italiana: un tentativo di tragedia classica che cerca di leggere il presente e la storia con gli strumenti di cui solo il teatro può disporre.

Di cosa parliamo, quando parliamo di danza contemporanea

23.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 30 giugno 2013 INCONTRI “Di cosa parliamo, quando parliamo di danza contemporanea” a cura di Altre Velocità per Coda-Teatri del presente partecipa la compagnia Barokthegreat

Di cosa parliamo, quando parliamo di scritture per la scena?

23.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 1 luglio 2013 "Di cosa parliamo, quando parliamo di scritture per la scena?" a cura di Altre Velocità per Coda-Teatri del presente partecipa la compagnia Gli Incauti

Di cosa parliamo, quando parliamo di spettatori partecipanti?

23.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 1 luglio 2013 "Di cosa parliamo, quando parliamo di spettatori partecipanti?" a cura di Altre Velocità per Coda-Teatri del presente partecipa la compagnia Orthographe

L'ossigeno salato ha spinto giù il cielo

23.7.13 ,



Castello Pasquini, Castiglioncello (LI) 29 giugno 2013 “L’OSSIGENO SALATO HA SPINTO GIU’ IL CIELO” AUTOSERVICE - VOL. V, MOBY DICK O LA BALENA di Herman Melville, progetto, realizzazione, regia Luca Camilletti
con Emiliano Dini, Leonardo Mazzi, Dario Rossi, Riccardo Ruscica
coproduzione Armunia/Festival Inequilibrio, Istituto Omeopatico
collaborazione Il Moderno (Agliana, Pistoia)
produzione esecutiva Attodue (Firenze)
ringraziamenti Katiuscia Favilli, Silvia Sieni, Teatro Sotterraneo
prima assoluta
Epos inesauribile di meraviglia, orrore e avventura, il libro o balena o volume o enciclopedia di riferimento alimenta le visioni di ulteriori schegge di appartenenza con cui la scena si intossica; tali spore si disperdono e resistono a condizioni avverse per generare una deriva di sollevamento, di inclusione, di superficie, di monomania. Il costume resta l’identità per non celare l’imbarazzo biblico e per rimanere vivi, in digressione. Essere civile significa avere bisogni complessi. È terribile essere civile perché quando arrivi alla fine del mondo non hai nulla per sopportare il tuo peso, il peso della tua mancanza a te stesso. E un individuo, quando è davvero cresciuto, non dovrebbe aver bisogno di nulla.

AUTOSERVICE è un progetto in dieci tappe, dieci volumi. E’ una carrozzeria. Opere più o meno classiche della letteratura vengono attraversate per brevi periodi di tempo di lavoro sulla scena per essere sciolte dalla loro provenienza e drogate con ciò che resta del teatro. La forma di esposizione, il formato e la durata possono essere atipici dal mondo del palcoscenico. L’autoservice fa riferimento ad un luogo di cura di oggetti ammaccati e al tempo stesso alla fruizione leggera della sfogliatura da scaffale.

Gravity and Grace

23.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 2 Luglio 2013 “GRAVITY AND GRACE” coreografia Mor Shani, testo David Grossman
con Pawel Konior, Majon Van Der Schout, David Vossen
musica Jaap van Keulen
drammaturgia Shiran Shveka
produzione Dansateliers Rotterdam
produzione tour 2013 ICK Amsterdam
sei così bello, non c’è nessuno come te in tutto il mondo! / non c’è davvero nessuno come me? / certo che no, tu sei unico! / perché non c’è nessuno come me in tutto il mondo? / perché ognuno è unico / io non voglio essere unico al mondo! / perché no? / perché così sono solo.
Il nucleo pulsante di Gravity and Grace è la scoperta della solitudine nell’infanzia, l’acquisizione di una consapevolezza che, come la forza di gravità, è un peso costante. I performer sulla scena si confrontano con il compito al tempo stesso più semplice e più difficile: sostenere se stessi. Per trovare conforto e alleviare il dolore dovranno disimparare la solitudine e imparare a sostenersi a vicenda. In un quadro dove l’incertezza non esclude l’ottimismo, i corpi raccontano la vana lotta individuale per l’indipendenza. E ci chiediamo: quale grazia potranno offrirsi l’un l’altro?

Lo sguardo del cane

23.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 3 luglio 2013 “LO SGUARDO DEL CANE” ideazione Jadec N’Aren
coreografia e danza Elena Giannotti
con il contributo di Max Barachini e Mikel Aristegui
con il supporto di Centro Artistico Il Grattacielo Livorno, CSC-Bassano del Grappa,
Company Blu-Sesto Fiorentino, Dance Ireland
Lo Sguardo del Cane trae ispirazione da La Visione di Sant’Agostino (Sant’Agostino nello
Studio) di Vittore Carpaccio (c. 1465 - 1525/1526) e fa parte di una serie di composizioni chiamate RIA - Rider In Arena. L’assolo esplora la relazione tra l’interprete e gli elementi eterei della performance, quello che si afferra della visione, la trasmissione da occhio a occhio. La coreografia circola intorno alla discontinuità fra ciò che viene fatto, ciò che viene visto e i resti della nostra esperienza. Il lavoro mette il danzatore al centro di una matassa coreografica dove strati di struttura diventano come fantasmi. I movimenti, intricati e minimalisti, vengono eseguiti con precisione e dimenticanza.

Hamelin

23.7.13 ,


Incontro con la compagnia



Castello Pasquini, Castiglioncello 2 luglio 2013 “HAMELIN” di Juan Mayorga
regia Simone Toni, con Luca Carboni, Federica Castellini, Marco Grossi, Stefano Moretti, Giulia Valenti
scene Alessandra Gabriela Baldoni
musiche Giacomo Toni
assistente alla regia Marco Grossi
produzione Gli Incauti
spettacolo sostenuto nell’ambito dell’Accordo GECO 2 Giovani Evoluti e Consapevoli - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù - Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Emilia-Romagna Teatro Fondazione.
L’autore prende spunto dalla celebre fiaba Il pifferaio magico per raccontarci una storia di grande attualità. Un giudice indaga su un caso particolarmente grave e lo spettatore, trasportato in una vicenda scomoda, sente il bisogno da subito, proprio come accade nella vita, di individuare un colpevole e un salvatore. Via via che il tempo passa però le domande e i dubbi aumentano. Personaggi e spettatori rimangono sospesi nell’incertezza, incapaci di trovare risposte univoche, di distinguere cosa sia giusto e cosa sbagliato, chi sia innocente e chi colpevole. Attraverso temi come l’influenza dei media e l’uso del linguaggio, Hamelin ci fa riflettere sull’inadeguatezza dell’uomo a definire e a comprendere la complessità della natura umana mettendo in luce la relatività del concetto di verità.

Di cosa parliamo, quando parliamo di rappresentazione?

19.7.13 ,


Castello Pasquini, Castiglioncello 30 giugno 2013 INCONTRI “Di cosa parliamo, quando parliamo di rappresentazione?” a cura di Altre Velocità per Coda-Teatri del presente partecipa la compagnia Menoventi

Restiamo Umani

18.7.13


Teatro Torre 10 Luglio 2013 “Restiamo Umani” Urla e lacerazioni da Vittorio Arrigoni e dal popolo Palestinese di UltimoTeatro. Restiamo Umani è uno spettacolo “senza filtri”, “senza censure” o “parole di convenzione”. Rassegna Teatrale “The outside of Theater“. Con i sostegno di Spazio Liberato Ex Breda Est, Coordinamento Pistoiese per la Palestina, Coordinamento Puglia Palestina. Testi di Vittorio Arrigoni, Mhamoud Darwish, Elena Ferretti, Luca Privitera Diretto, Musicato ed Interpretato da Luca Privitera ed Elena Ferretti. Restiamo Umani è uno spettacolo più che corretto che chiarisce le idee pure a chi sa le cose o crede di saperle. Restiamo Umani per continuare a parlare ancora di Palestina e del problema Israeliano Sionista. Restiamo Umani perché anche se i primi sono entrati a far parte dell’Onu come stato osservatore, per noi non è una soluzione, ma un modo come un’altro per dimenticare, non prendere decisioni, non prendere i dovuti provvedimenti. Restiamo Umani perché nonostante le denunce di molti islamici, di molti ebrei e di molti cristiani la seconda super potenza mondiale continua a sterminare uno dei popoli più stanchi, poveri e distrutti della terra. Restiamo Umani perché non è una questione religiosa, ma di umanità, coraggio, etica, di vera democrazia. Restiamo Umani per dire le cose come stanno. Restiamo Umani è uno spettacolo che non rappresenta il punto di vista di giornalisti o artisti, ma di vere e proprie vittime del conflitto.

Da quando sono al mondo

18.7.13 ,


Accademia di Romania, Roma 11 luglio 2013 “DA QUANDO SONO AL MONDO” performance-concerto su testi di Emil Cioran con Umberto Fabi e Paolo Schianchi. Scenari Armonici (Parma) e Emersioni Sceniche. Parigi, 28 marzo 1967: “Mio caro Relu, grazie per la cartolina di Păltiniş. Non ci sono mai andato d’inverno. È uno dei luoghi di laggiù che un giorno mi piacerebbe rivedere. Ancor di più Şanta! Bisognerebbe comprare la casa, fosse pure in rovina. Vi terminerei volentieri i miei giorni. Un rifugio ideale. Ti ricordi quando andavamo a cercare il formaggio negli alpeggi… Qualsiasi pastore è preferibile ad un intellettuale parigino. Vedi a quali conclusioni si giunge in Occidente.” La lettura dei testi nostalgici che rievocano i luoghi dell’infanzia di Cioran, il villaggio transilvanico Rășinari, s’intreccia con accordi musicali che evocano lo “spazio mioritico” perso per sempre. Scenari Armonici nasce come associazione culturale il 30 luglio 2010 a Parma, proponendosi come laboratorio di ricerca sulle arti espressive che scalpitano all’interno del vasto mondo di teatro e musica. È un insieme di Artisti-Artigiani provenienti da differenti luoghi d’esperienza che si uniscono per rendere in “concreta azione” le loro consonanze poetiche. Ciò che esprime, ed esprimerà, il nucleo poetico è, e sarà, “azione d’arte”. Un agire che non si pone limiti d’ambito: può essere musica, può essere teatro, può essere arte figurativa… L’essenziale è che sia, come ricorda un adagio filosofico in sapore d’arte marziale, un gesto etico ed estetico, quindi un gesto efficace. Da agosto a dicembre 2010, in soli quattro mesi, sono stati circa una trentina gli eventi culturali organizzati dall’associazione, spaziando dallo swing di Sergio Caputo al “Ragapiano” di Fabrizio Ottaviucci, passando per un monologo sull’Impresa fiumana di d’Annunzio rappresentato in tutta Italia (isole comprese). Il 7 gennaio 2011 vede il debutto al Teatro Magnani di Fidenza (PR) della nuova “Opera alRossoBiancoVerde incieloazzurro”, di e con Umberto Fabi e Fabrizio Ottaviucci, dedicata al 150° nazionale; nei mesi successivi prendono vita inoltre il progetto “Incubi”, di e con Federico Dilirio e Diana Tizzani (ispirato ai racconti di H. P. Lovecraft), e “Così siam tutte” (150 anni di donne italiane), monologo di e con Maria Giulia Campioli. Da fine luglio a fine agosto un intenso tour caratterizza l’estate 2011 dell’associazione, che fra le varie tappe è invitata a Caprera (OT) a presentare una ricerca su Menotti Garibaldi, primogenito dell’Eroe. Ad oggi i soci sono sei: una storica dell’arte, un organizzatore, un musicista e tre attori. Nel mese di giugno 2012 è uscito “Solo”, primo cd prodotto dall’associazione e realizzato dal pianista abruzzese Paolo Di Sabatino (ed. Irma Records).

Verso un'altra fiamma

18.7.13 ,


Accademia di Romania 12 luglio 2013 “VERSO UN’ALTRA FIAMMA dall’opera di Panaìt Istrati con Vlad Scolari, Alice Protto e Federico Branca Bonelli, adattamento e regia di Vlad Scolari Wasabi Produzioni, Milano. E’ il racconto di un viaggio tra diari, cronache e disillusioni nell’Unione Sovietica del 1927. Panait Istrati, scrittore, giornalista e socialista romeno emigrato in Francia, affronta un viaggio lungo tutta l’Unione che lo condurrà ad un progressivo “crollo della fede”, all’abbandono di ogni ideologia politica e anche all’emarginazione da parte di tutti i compagni e gli amici. Istrati è un oppositore, un uomo mosso da un congenito sentimento di giustizia che oltrepassa il valore dell’ideale; egli difende i poveri, gli operai, gli “sconfitti” dalle fauci dei tiranni, lotta per la libertà d’espressione in un’epoca in cui viene duramente soffocata. “Non possiamo più dire il nostro pensiero nei nostri tempi? No, non possiamo più”. Passionale e irascibile, profondo e sincero, il “Gor’kij dei Balcani” ci trascina in un racconto téte à téte mostrandoci il tremendo destino di chi si oppone all’ingiustizia e alla tirannide. I testi di Istrati da cui è stato tratto lo spettacolo (Spovedanie pentru invinsi, Catre o alta flacara, Povestirile lui Adrian Zografi, Cum am devenit Scriitor) sono inediti in Italia e sono stati prima tradotti dalla lingua romena e francese per essere, infine, solo un punto di partenza per la creazione del testo teatrale scritto a stretto contatto con la composizione di una drammaturgia sonora da eseguirsi dal vivo che ci immerge in uno studio radiofonico, dove si sta registrando un radiodramma sull’odissea dell’autore. Wasabi Produzioni nasce a Milano nel 2012 con il fine di raccogliere sotto un unico tetto le proprie esperienze artistiche, musicali e teatrali. Wasabi ha realizzato: “Verso un’altra fiamma” che ha debuttato a Genova al Teatro della Tosse nel Novembre 2011; “Iona” di Marin Sorescu, che ha debuttato al Teatro Elfo Puccini di Milano nel Febbraio 2012 con l’attore Marco Bonadei (Premio UBU under30 2011). Questi lavori fanno parte di un progetto teatrale di approfondimento sulla cultura romena ed europea da parte dell’attore e regista Vlad Scolari e del musicista e compositore Federico Branca che assieme ricercano una dimensione che sia al contempo visuale, fonica e testuale. Ultimamente il gruppo, assieme alla drammaturga Laura Tassi si sta orientando all’approfondimento del rapporto tra musica parola e azione, ricercando atmosfere musicali elettroniche ed indagando su quello che è per noi un tema urgente e fondamentale: la fame, il cibo, il nutrimento.

Festival Sete Sóis Sete Luas

16.7.13 ,
Dal 16 al 23 luglio 2013 
Ambasciata di Spagna, Roma 

“Festival Sete Sóis Sete Luas”

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giunto alla sua XXI edizione, continua la propria missione culturale lungo le vie del mondo mediterraneo e lusofono rinnovando continuamente la sua programmazione. Gli echi del viaggio musicale che il Festival Sete Sóis Sete Luas compie attraverso i paesi del mondo luso-mediterraneo arrivano fino a Roma e Genazzano dove si incontrano musicisti provenienti dalle diverse sponde del mar Mediterraneo. Con il prezioso sostegno del Comune di Roma, del Comune di Genazzano e della Regione Lazio, seguendo le rotte tracciate dalla tradizione e dalla cultura popolare, il Festival Sete Sóis Sete Luas promuove il dialogo tra creatività diverse, accomunate dalla stessa matrice luso-mediterranea. Questa edizione del Festival si distingue per la volontà di coinvolgere nelle attività culturali un pubblico normalmente escluso, la popolazione carcerata. Due delle produzioni originali del Festival, espressione del dialogo creativo che si instaura tra culture e tradizioni diverse, si sono esibite durante l'Estate Romana all'interno degli Istituti Penitenziari di Rebibbia - Terza Casa e Casal del Marmo.

I SOLISTI DEL TEATRO

12.7.13 ,
I SOLISTI DEL TEATRO – Il Festival

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 Nel 1994 Annalisa Scafi e Carmen Pignataro danno a vita alla prima edizione di quella che nel corso degli anni si rivelerà essere un appuntamento impedibile nel calendario dell’Estate Romana: I Solisti del Teatro.
Incorniciato nel suggestivo open space dei Giardini della Filarmonica Romana, la manifestazione, giunta nel 2008 alla sua quindicesima edizione, si è fatta testimone e portavoce dei testi e degli interpreti più raffinati presenti nel panorama culturale: monologhi, sperimentazioni e testi inediti a comporre il mosaico, essenza della rassegna.
Tradizione consolidata del Festival è, infatti, dare largo spazio alla contaminazione artistica. Sul palco dei Giardini, accanto alle voci di grandi interpreti, convivono: musica, poesia, danza, il più delle volte, fusi in un unico spettacolo.

I Solisti del Teatro XX Ed.
12 Luglio – 09 Agosto 2013
Giardini della Filarmonica Romana – Via Flaminia, 118

teatROmania

11.7.13 ,


teatROmania 

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ACCADEMIA DI ROMANIA, ROMA Emersioni sceniche. La III edizione del festival italo-romeno comprende 6 spettacoli e porta sulla scena compagnie dalle diverse tradizioni teatrali. Torna dall‘11 al 14 luglio 2013 all’Accademia di Romania a Villa Borghese, la terza edizione del festival italo-romeno teatROmania _ emersioni sceniche. Il festival, finanziato dall’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, giunge alla sua terza edizione. Il progetto nasce nel 2010 dall’iniziativa congiunta di due associazioni culturali, la Telluris Associati di Pontedera e FIRI (Forum degli Intellettuali Romeni d’Italia) di Roma, in collaborazione con l’Accademia di Romania, che ospita la manifestazione nei sui bellissimi spazi. La scommessa è quella di stimolare il dialogo italo-romeno intorno al teatro come luogo privilegiato di indagine, confronto e condivisione: una possibilità di incontro tra compagnie teatrali, artisti e pubblico che consente di approfondire la conoscenza reciproca. Non si tratta soltanto di ospitare una rassegna di teatro estero o dell’Est, ma di portare sulla stessa scena compagnie e artisti provenienti da tradizioni teatrali diverse, capaci di offrire al pubblico di Roma fermenti culturali di qualità e rilevanti per il confronto critico con la contemporaneità. L’edizione 2013 del festival si propone di consolidare la continuità dell’iniziativa nella stagione estiva romana, all’insegna del dialogo interculturale e del pluralismo di linguaggi scenici. La terza edizione comprende sei spettacoli, nell’ambito di quattro sere consecutive. Direzione artistica: Letteria Giuffre’ Pagano

Teatri di Pietra

5.7.13 ,
Teatri di Pietra
dal 5 al 25 luglio Sutri

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Poche istruzioni per chi avesse smarrito o sta lì lì per perdere il "Senso". E' un'epoca che probabilmente verrà etichettata come "l'età senza memoria", perchè niente e nessuno si prende la responsabilità o il compito di agire o compiere qualcosa che varrà la pena essere ricordato . Non è questione di fare grandi monumenti o rivoluzioni , è che non si fa nulla che possa essere germe che poi, in un futuro, possa avere un significato, un senso, una ragione di condivisione o partecipazione e quindi degno di memoria.

link: www.teatridipietra.org
 
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