On the revolutionary road

27.4.15 ,
Teatro Cometa Off 12 APRILE 2015
ON THE REVOLUTIONARY ROAD
Con Elisa Menchicchi e Giulio Forges Davanzati
Disegno luci: Diego Labonia
Costumi: Morena Fanny Raimondo
Regia e Drammaturgia di Samuele Chiovoloni
“On the Revolutionary Road” è una produzione dell'associazione culturale “Carmentalia” nata dalla penna diSamuele Chiovoloni, Teatro di Sacco Perugia ed autore radiofonico classe ’87, e si avvale dell’interpretazione diElisa Menchicchi (attrice romana, già in compagnia con ricci/forte dal 2010 al 2014 e diretta da registi quali Valentino Villa, Alfonso Santagata, Giancarlo Fares) Giulio Forges Davanzati (diplomato presso L'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico e protagonista di tournée accanto a, tra gli altri, Giuliana De Sio, Michele Placido e diretto al cinema da nomi quali Ettore Scola, Maurizio Ponzi, Nicola Deorsola).
Il romanzo Revolutionary Road di Richard Yates è il riferimento e soggetto dello spettacolo. Nel 1961 questo capolavoro della letteratura, indiscusso modello per il realismo americano, ma ammiratissimo anche da tutta la corrente post-moderna ed ultra-contemporanea, non incassò tuttavia né gran successo né alcun riconoscimento o premio. Come e forse persino più del Salinger degli esordi visse un rapporto con l’editoria abbastanza contrastante, giudicato “cervellotico”, “uno scrittore per scrittori”.
Una rilettura critica attenta, successiva alla morte di Yates occorsa nel 1992, ha definitivamente riconosciuto il coefficiente letterario e poetico e la riconoscibilissima cifra stilistica della sua opera, Revolutionary Road in primis sceneggiato per il cinema (nel 2008) da Justin Haythe per la regia di Sam Mendes e l’interpretazione di Leonardo di Caprio, Kate Winslet, Micheal Shannon, Kathy Bates e Zoe Kazan. “On the Revolutionary Road” è una riduzione per due attori che esplora le latitudini oscure della vita sentimentale e domestica dei due protagonisti, April e Frank Wheeler (“i giovani Wheleer di Revolutionary Road o i giovani rivoluzionari di Wheeler Road”) correndo sulla linea tesa fra aspettative reciproche e insoddisfazione personale. Sullo sfondo la rampante società americana reduce dalla vittoria della seconda guerra mondiale, definitivamente al vertice del mondo ben lungi dal discutere il proprio equilibrio interno, fiera della propria ottusità e mezza annegata nell’ondata di alcool post-proibizionista.
I due interpreti si trasformano scenicamente in ciò che occorre a rendere la profondità del quadro, il provincialismo dell’ambiente lavorativo, la civetteria del vicinato e il rapporto simbiotico con un “altrove” più autentico verso il quale correre incontro pur di sfuggire al “vuoto disperato”. Lo spettacolo ha una durata di circa 80 minuti, il disegno luci è a cura di Diego Labonia e i costumi sono firmati da Morena Fanny Raimondo.

sleepelevation

27.4.15 ,
CARROZZERIE N.O.T 18 Aprile 2015
sleepelevation
regia, coreografia, scenografia e costumi Mariella Celia
interprete Mariella Celia
occhio esterno Giorgio Rossi
arrangiamenti e post produzione musicale Alessio Rosi, Casa Ohm
disegno luci Stefano Pirandello
produzione Sosta Palmizi
con il sostegno di Electa Creative Arts, La Scatola dell’Arte
Sleep Elevation trae ispirazione dal SOGNO LUCIDO, O SOGNO COSCIENTE, in cui si sogna consapevoli di stare sognando. Si è allo stesso tempo attori e spettatori del proprio sogno, manifestazione dei moti inconsci, in questo caso delle proprie insicurezze, dei limiti che abbiamo e di quelli che ci imponiamo. In questo tipo di sogno possiamo in qualche modo “manovrare” i nostri comportamenti, le nostre azioni e reazioni. Vediamo chiaramente cosa ci caratterizza, prendiamo consapevolezza e sperimentiamo, decidendolo, nuove strategie di azione/reazione per attuare un cambiamento.
Sleep Elevation è un sogno lucido al confine tra comico e drammatico, tra teatro e danza. Protagonista una donna rinchiusa nel suo piccolo mondo, la sua camera. E’ in vestaglia, in attesa di una telefonata… lei e i suoi assordanti pensieri e… il suo cellulare.
Poi l’armadio, il luogo dove la donna guarda in faccia tutte le sue insicurezze. Lì veste due personalità differenti. le due donne che forse LUI vorrebbe volere e va a cena con i “propri mostri”, per liberarsene. Non sfuggendo, ma accogliendo il nostro lato oscuro possiamo illuminarlo!

Registi on the road

27.4.15
Teatro Argot Studio 20 Aprile 2015
REGISTI ON THE ROAD
Ideato e promosso da Alberto Oliva e Carolina De La Calle Casanova
CAE-CITTA’ DELL’ALTRA ECONOMIA//ARGOT STUDIO
Quarta Tappa: Roma #taregge
Nuovi modelli di produzione e sostegno culturale a confronto
organizzatore ARGOT STUDIO
E’ un’iniziativa ideata per approfondire in autonomia i problemi etici e produttivi del ruolo della regia in Italia. L’obiettivo dell’iniziativa è la scrittura di un elenco di proposte, il cosiddetto “lessico di futuro”: mozioni, richieste o sollecitazioni che vadano a modificare in maniera progettuale e costruttiva il ruolo etico, lavorativo, politico e contrattuale del regista e dell’operatore teatrale. Registi on the Road, raccogliendo le diverse istanze che si sono levate nei territori dove il progetto ha fatto tappa (Napoli, Trento, Inzago), intende come Registi tutti coloro che sono promotori, creatori, ideatori, direttori, programmatori ed infine registi di progetti teatrali, rassegne, attività culturali e teatrali. Siamo On the Road, quindi il progetto, così come la presente bozza, è in continuo cambiamento. Il cambiamento è dettato dagli incontri, dalla natura di essi e da come le diverse regioni affrontano i propri problemi legati al sistema teatrale, alla politica culturale del proprio territorio, al pubblico che vi assiste, e al portafoglio della propria comunità privata e pubblica. Il gruppo è in continua crescita e aggiornamento e trae forza dalla varietà delle tipologie presenti e attive, cui punta a dare voce con grande curiosità e senza giudizio. La volontà principale del Progetto Registi On the Road è quello di viaggiare attraverso i teatri e le città d’Italia per incontrare diversi registi e costruire insieme un lessico di futuro, strumento etico e politico di intervento concreto sulla realtà teatrale in cui ci muoviamo.

VIVA LA VIDA!

27.4.15 ,
CARROZZERIE N.O.T 16 APRILE 2015
RedReading #9
VIVA LA VIDA!
pratiche di cambiamento per un’altra felicità
a partire dal libro LA FELICITA’ AL POTERE di Pepe Mujica a cura di Cristina Guarnieri e Massimo Sgroi (ed.EIR)
di e con Tamara Bartolini/Michele Baronio
e con la partecipazione di Sebastiano Forte
suono Paolo Panella
ospiti: Cristina Guarnieri (direttrice della casa editrice Editori Internazionali Riuniti), Giancarlo Ceraudo (fotografo), Fabrizio Boni (regista), Carlos Liscano (scrittore uruguayano)
pensieri sulla felicità al potere dei giovani adolescenti della compagnia | n.o.t
produzione Bartolini/Baronio e 369gradi in collaborazione con Carrozzerie n.o.t
Il RedReading #9 Viva la vida! procede con la riflessione lasciata aperta dal RedReading #8 Roma Ribelle. Abbiamo raccontato la città che attraverso i suoi luoghi di ribellione si fa metafora, sogno e visione, non solo di se stessa, ma di un intero paese. Ripartiamo da questa visione per immaginare un paese che abbia come obiettivo principale il diritto di tutti alla felicità. A guidarci è il libro La felicità al potere di Pepe Mujica. Quel “Pepe” guerrigliero tupamaro, arrestato e torturato durante la dittatura, presidente dell’Uruguay, coltivatore di fiori, che immagina la felicità e il tempo liberato, come presupposti di un buon governo. Raccontiamo la storia di Mujica, non per celebrare lui, ma perché ci fa riattraversare la storia dell’America Latina, quella terra visionaria, violenta e violentata, fatta di sentimenti contrastanti, dittature militari, sofferenze e ferite, che nonostante tutto continua ad essere uno dei più interessanti laboratori per la costruzione di nuove pratiche di cambiamento, esperimenti di autogoverno che ci raccontano qualcosa anche di noi e della città da cui siamo partiti. In questo viaggio ci facciamo accompagnare dal sogno di Cristina Guarnieri che ha curato il libro; dallo sguardo di Giancarlo Ceraudo che con le sue fotografie non ci fa perdere la memoria; dalla scrittura di Carlos Liscano che ha vissuto la ferita della dittatura sulla propria pelle e con la forza delle sue parole ci ricorda il valore della vita; da chi scappa sulla luna con il progetto Space Metropoliz di Fabrizio Boni e Giorgio De Finis per dare un’altra possibilità alla felicità. Lanciamo domande, pensieri, dubbi, sogni. Che cos’è il potere della felicità? Seguiamo le parole di Pepe che sono lanci in avanti, verso il futuro, a partire dalla singolarità di ciascuno: “Non chiedermi come vivo io, chiediti piuttosto come vivi tu. Non fare come me. Siamo diversi. La sobrietà che io ho scelto non è un paradigma, o un vanto, ma soltanto la via su cui io incontro la mia felicità. Tu prova a chiederti dove troverai la tua. Non conformarti. Osa seguire la tua strada. Osa godere della vita!” Viva la vida!

La vela nera di Teseo

27.4.15 ,
Teatro dell’Orologio 18 aprile 2015
La vela nera di Teseo
di Valeria Moretti
"Sbalorditivo accecante interno nero nella più profonda delle nostre grotte"
diretto e interpretato da Gianni De Feo
aiuto regia Elisa Pavolini
scene Roberto Rinaldi
costumi Sonia Piccirillo
foto di scena Manuela Giusto
produzione Compagnia del Metateatro diretta da Pippo di Marca
Teseo, figlio di due padri, uno mortale e l'altro divino, dopo un rito mantrico propiziatorio si prepara al viaggio danzando al ritmo greco del Sirtaki e avvolgendosi nella sua ampia vela nera, come la veste roteante di un Derviscio. Arianna, come intorpidita da uno stato ipnotico, lamenta il suo abbandono: “Tu m’as abandonnée au bord de la plage, Thésée..” facendo eco al canto di Monteverdi : “Lasciatemi morire!”. L’urlo solitario del Minotauro, proveniente da spazi interiori, sembra invocare urgenti desideri carnali. Labirinti non ancora esplorati.
Su diversi piani espressivi si incastrano le atmosfere dello spettacolo in cui la contaminazione delle lingue straniere, oltre a scandire il ritmo sonoro della parola, sembra tracciare il lungo percorso necessario all'esperienza della conoscenza. Il viaggio di Teseo è il viaggio di un'iniziazione. Un viaggio nel cuore del Labirinto attraverso un percorso circolare dove innumerevoli e fatali sono le combinazioni. Una leggera fragranza di sensualità pervade allora il suono, il colore, il gusto della scena. La musica fa da contrappunto fino a diventare canto. Ed ecco che una nota canzone di Cole Porter ci trascina subito nelle fumose atmosfere di un locale notturno dove forse è la stessa Arianna a cantare, pallida, smarrita e solitaria, o forse lo stesso Teseo un attimo prima di varcare l'ultima soglia che lo porterà davanti all'uomo/animale. Ma quel Mostro deve davvero essere ucciso? E se l’aggirarsi tra le ombre della caverna si rivelasse più intrigante del richiamo della luce del sole? E se l’incontro con il Minotauro…?
I personaggi si riflettono come attraverso specchi frantumati, immagini della stessa anima. Carnali e mistici al tempo stesso. Al suono di un'unica voce si cercano, si rifiutano, si abbandonano. Anche l'atemporalità dell'azione si dilata, contrapponendo passato / futuro / presente. Lo spazio scenico, labirinto immaginario, si arricchisce di volta in volta di elementi scenografici fino a chiudersi in un labirinto reale. Tutto è pronto per l'ultima azione. Ora Teseo, vestito di oro come un principe alchemico, deve essere solo. Arianna allora si trasfigura in una corona di luci, costellazione stellare. E il filo/cordone ombelicale può essere finalmente reciso sulle note incantatrici di un'antica ninna-nanna. La vela nera diventa così simbolo della ribellione, dell'abbandono degli schemi e delle paure. Simbolo del lutto delle convenzioni. Il contatto carnale è avvenuto. La trasformazione è compiuta. Teseo esce dalla caverna per ritrovarsi nella luce e immergersi in un mare nuovo.
Il mistero dei miti continua ad affascinarci con i suoi incanti e a raccontarci qualcosa di noi, figli tutti di padri mortali e padri divini. (Gianni De Feo)

SISSY BOY

27.4.15 ,
Teatro Cometa Off 16 APRILE 2015
SISSY BOY
di Franca de Angelis
con Galliano Mariani
Regia Anna Cianca
Il termine, sissyphobia denota una reazione culturale negativa verso i "sissy boys". Un uomo, solo sulla scena, racconta, rivivendole, le tappe della propria vita in una tragicomica conferenza. Il signor S. B., Sergio Bello, da bambino, ha subito una terapia correttiva a causa del suo amore per le Barbie e per Maga Maghella, l’allora popolare personaggio televisivo interpretato da una giovane Raffaella Carrà. Da quel momento in poi, la sua esistenza diventa una costante e faticosa lotta per riappropriarsi della propria personalità e dei propri desideri. Fra pesanti sconfitte e qualche piccola vittoria, ora il signor S. B. pensa di essere guarito dagli effetti della devastante terapia e la conferenza dovrebbe esserne la dimostrazione. Ma, ripercorrendo con il pubblico la propria vita, S.B. scivolerà in trappole emotive e la sua storia approderà verso un esito inaspettato.
Il testo è liberamente ispirato alla storia vera di Kirk Andrew Murphy, il quale nel 1974 fu sottoposto ad un esperimento condotto dallo psicologo George Rekers dell’Università di Los Angeles, California. Tale esperimento era volto a correggere i comportamenti effeminati nei bambini maschi prevenendo la loro eventuale omosessualità.
Lo spettacolo esplora il tema della manipolazione e del soffocamento di sogni e desideri in una versione, però, tutta italiana.

A una signorina a Parigi

27.4.15 ,
TEATRO TORDINONA 17 Aprile 2015
Compagnia Barone Chieli Ferrari
presenta
A una signorina a Parigi
Liberamente tratto dal racconto “Lettera a una signorina a Parigi”
di Julio Cortázar
con
Emilio Barone
scene Domenico Latronico
ambientazioni sonore Alessandra Chieli
Carlo Sperduti
regia Alessandra Chieli
Massimiliano Ferrari
realizzato con il sostegno di Fanfulla Teatro (Roma) | Rialto Sant'Ambrogio (Roma) | Teatri Sospesi (Salerno), Inner Wheel (Città di Castello) con il patrocinio Ambasciata Argentina - Casa della Cultura Argentina | Comune di Citerna vincitore premio Tor di Nona alla BiennaleMArteLive 2014
Un efficace scrittore di racconti può scriverne di letterariamente validi, ma se qualche volta ha fatto l’esperienza di liberarsi di un racconto come chi si toglie di dosso una bestiaccia, conoscerà la differenza tra possessione e cucina letteraria. (J.C.) Debutta in prima nazionale al Teatro Td IX Tordinona di Roma da martedì 14 aprile fino a domenica 19 aprile lo spettacolo A una signorina a Parigi de la Compagnia Barone Chieli Ferrari tratto dal testoLettera a una signorina a Parigi di Julio Cortázar. Lo spettacolo che vede in scena Emilio Barone diretto da Alessandra Chieli e Massimiliano Ferrari nasce da un lungo studio dell'opera di Julio Cortázar che la Compagnia ha iniziato nel 2011 con la messa in scena del primo lavoro “La salute degli infermi” e dall'esplorazione dei territori del fantastico e del perturbante. Sinossi: Il fantastico non è inteso come evasione, ma come mezzo per indagare la realtà a distanza. In “A una signorina a Parigi” il fantastico entra nella realtà senza sovvertirne le regole, senza prendere il posto delle strutture ordinarie della vita, ma proprio per questo ne interroga il senso. Qual è il confine tra amare un’abitudine e soccombervi? Ciò che vediamo è un uomo chiuso in una stanza che registra dei messaggi da inviare a una misteriosa signorina a Parigi. Cerca di confessarle la sua strana sindrome: da un momento all’altro si è messo a vomitare coniglietti. Fuori dalla stanza c’è il mondo, l’inesorabilità della vita, l’Altro. Dentro la stanza ci sono un uomo e i suoi coniglietti. È un uomo libero? La libertà è la perdita del controllo? La creazione è dannazione?
Non abbiamo cercato di dare una risposta, non ci interessava una lettura psicanalitica o sociologica. A una signorina a Parigi ci ha portato altrove, è un viaggio nei territori dell'inconscio come del conscio, è un invito a guardare il mondo da un'altra prospettiva, l’ineffabile seduzione per “l'altro lato delle cose”. (Compagnia Barone Chieli Ferrari) La messa in scena
“Lettera a una signorina a Parigi” è una confessione. Nella messa in scena il pubblico entra in una sfera privata, fatta di parole sussurrate e luci soffuse. Il pubblico spia il processo di registrazione di un messaggio audio con un vecchio mangiacassette, continuamente interrotto da esitazioni, da improvvisi slanci di entusiasmo, dalla ricerca delle giuste parole, da momenti di sconforto; la destinataria del messaggio è una signorina a Parigi. I suoni e le musiche si intrecciano al discorso per creare una fitta partitura che conduce il pubblico in una narrazione intima, inquietante e ironicamente spiazzante.

Tre desideri

27.4.15 ,
Teatro dell’Orologio 21 Aprile 2015
 Tre desideri
di Ben Moor
Spettacolo vincitore del premio dlle arti L. A. Petroni 2014
con Elisa Benedetta Marinoni e Mauro Parrinello
regia Mauro Parrinello con la supervisione artistica di Ben Moor
scene e costumi Chiara Piccardo
disegno luci Paolo Meglio
traduzione Elisa Benedetta Marinoni
produzione OffRome, Bottega Rosenguild, Pierfrancesco Pisani, Compagnia DeiDemoni
con il sostegno produttivo di Residenza Idra
Flip e George sono una giovane coppia prossima alle nozze. All'indomani della loro festa di fidanzamento, una misteriosa nuvola attraversa il nostro pianeta sconvolgendone le sorti: ogni essere umano avrà infatti l'opportunità di vedersi avverare i primi tre desideri che esprimerà. Sogni di glamour e fama si sostituiscono al grigiore quotidiano: "Le persone in cassa integrazione riebbero indietro il loro impiego. I ciechi cominciarono a vedere, i sordi a sentire, i balbuzienti ricevettero in dono l'eloquenza, le cose semplici divennero grandiose, le cose sbiadite luminose. La realtà ti appariva come sarebbe potuta diventare, e potevi diventare la persona che avresti sempre voluto essere". Cosa cambierà nelle vite di Flip e George al passaggio di questa strana nuvola? Cosa sceglieranno di desiderare? E i loro desideri li avvicineranno, o li spingeranno lontani l'uno dall'altra?
Acclamata al Festival di Edimburgo del 2001, Tre Desideri è una commedia dall'humour irresistibile, una delle più interessanti prove del genio umoristico e irriverente di Ben Moor.
Bottega Rosenguild e Compagnia dei Demoni confermano con "Three Wishes" il loro interesse per la drammaturgia contemporanea, unendosi per la prima volta in un progetto comune. Ricalcando un percorso già iniziato rispettivamente per Bottega Rosenguild con lo spettacolo "Le Beatrici" di Stefano Benni e per Compagnia deiDemoni con "Shylock" di Gareth Armstrong, anche in "Three Wishes" l'autore diviene parte integrante del processo creativo, assistendo e collaborando alla messa in scena del suo testo, e generando interessanti cortocircuiti di poetiche e visioni differenti. Così, al suo debutto assoluto in Italia, Ben Moor sarà anche supervisore artistico di questo lavoro che tanto successo ha avuto nel Regno Unito e in Europa. Il progetto "Three Wishes" ha vinto il premio alle Arti L.A Petroni 2014 promosso da Residenza Idra, che è anche partner produttivo insieme a OffRome e Piefrancesco Pisani.

TVATT

27.4.15 ,
Teatro Tordinona 21 Aprile 2015
Etérnit e Teatraltro in collaborazione con Lunarte
presentano:
TVATT
Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali
un esperimento performativo ideato da Luigi Morra liberamente ispirato a EAST e WEST di Steven Berkoff
con Luigi Morra, Eduardo Ricciardelli, Pasquale Passaretti
musiche e suono Camera
luci e video Domenico Catano
drammaturgia e regia Luigi Morra
TVATT è acronimo di Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali. TVATT, in una parte di Sud Italia, è in realtà un modo per dire “ti picchio”, oppure, volendo azzardare una traduzione letteraria dal dialetto, “ti batto”.
Studio performativo, in gran parte comico e grottesco, su una precisa tipologia di violenza: schiaffi, pugni, risse, sopraffazioni. Quella violenza primordiale, scovata nel quotidiano, che spesso agisce come esperienza piena di significati, caratterizzata da dinamiche che nel bene o nel male risultano essere inevitabilmente spettacolari.
L’arte di picchiarsi, tra la necessità di farlo e quella di saperlo fare, viene catapultata in una dimensione di esperimento e gioco teatrale.
Dialetto calcato, espressioni rituali, posture improbabili, episodi di vita, atteggiamenti di sfida poco chiari nelle intenzioni. Tutto diventa linguaggio possibile, per raccontare conflitti e impulsi esistenziali legati a principi poco comprensibili ma al tempo stesso curiosi e affascinanti. TVATT prende libera ispirazione da “East” e “West” di Steven Berkoff, nutrendosi però dell’immaginario di un territorio diverso, per raccontare qualcosa che esiste in ogni luogo, ogni periferia, marciapiede, essere umano.

Un diritto... Messo di traverso

24.4.15 ,
DOMUS ROMANA 10 aprile 2015
SALVATORE COSENTINO in
UN DIRITTO... MESSO DI TRAVERSO
Per la prima volta in assoluto il mondo del diritto, spesso freddo e asettico, viene rappresentato su un palcoscenico e si fa calda narrazione. La legalità raccontata attraverso i paradossi, le storture, le contraddizioni, ma anche le virtuose pratiche del mondo dei giuristi.
Magistrato in prima linea nella lotta contro la 'ndrangheta, Salvatore Cosentino – di origine salentina e ora Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Locri – ha fatto sue le parole di Leonardo Sciascia: “La mafia non sarà sconfitta dalla Digos, ma da un esercito di maestri elementari”. Convinto che la divulgazione sia uno strumento potente e irrinunciabile, ha scelto la forma anticonvenzionale del teatro-canzone, proprio per avvicinare la società civile al mondo del diritto. E, accompagnato dalla pianista Carla Petrachi, porta con successo i suoi spettacoli nei teatri, nelle università e nelle carceri di tutta Italia: da Roma a Napoli, Salerno, Lecce, Reggio Calabria, Cuneo, Firenze, Brescia
UN DIRITTO… MESSO DI TRAVERSO è il suo primo monologo - vincitore del Premio Internazionale Kouros 2013 – e nasce da vent’anni di osservazioni sul “campo”, che hanno permesso all'autore di mettere in primo piano i paradossi, le storture e le contraddizioni, ma anche le pratiche virtuose del mondo dei giuristi, con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, con la diffusione della cultura. “La magistratura - dichiara Cosentino - è un’istituzione vista troppo spesso come confinata in una fredda torre d’avorio, lontana dall’uomo, e invece all’Uomo deve tornare. Per questo, ho cercato di umanizzare il mondo dei giuristi ricordando tutte le volte che esso viene declinato dal mondo dell’arte, cinema, teatro, poesia e canzone in primis. E allora, tra citazioni di Shakespeare e Roberto Vecchioni, Pirandello e De Andrè, Alberto Sordi e Tennessee Williams, Platone e Ennio Flaiano, Collodi e Vittorio De Sica - con l’ausilio di qualche breve spezzone cinematografico, e di qualche canzone eseguita dal vivo - cerco di ricordare a tutti che, in un momento di lungaggini giudiziarie e 'incertezza del diritto', la legalità non si fa solo con l'uso dei codici (o delle manette), ma anche con l'educazione al bello, al gusto e all'arte.”

Citizen X

20.4.15 ,
Teatro Tordinona 15 Aprile 2015
L'Associazione Culturale La Casa della Locusta presenta
Citizen X
di Manuela Rossetti; con Antonella Civale; digital performer Simone Palma; con la collaborazione di Daniele Fabbri, Masaria Colucci, Alessio Pala, Ilaria Cenci, Ketty Roselli; musiche originali di Mauro D’Alessandro.
Uno spettacolo visionario e surreale che con ironia tagliente e irriverente racconta le storie della disoccupazione in età matura. Lo spettacolo guarda a diverse reazioni alla disoccupazione e inoccupazione con ironia sottile e tagliente, senza pregiudizi, senza la necessità di analizzare, interpretare o dare soluzioni. Ogni finestra si apre e si chiude mostrando la quotidianità di ogni personaggio.
5 capitoli e 5 punti di vista sulla stessa problematica, 5 personaggi circondati dalla loro solitudine, ma uniti dalla stessa alienante preoccupazione, 5 mondi diversi, 5 pagine di un fumetto tragicomico ed espressionista.
Una giovane donna disposta a tutto per apparire ciò che i datori di lavoro cercano; una mamma in un dialogo surreale immagina con terrore distorti stili di vita di suo figlio disoccupato; una donna prova a seguire i dettami sociali per trovare al meglio un impiego, ma cade in una solitudine visionaria tra passato, presente e futuro; un inoccupato si arrende e smette di cercare lavoro, riempie le sue giornate giocando e ricorda una lezione di economia che seguì all'università proprio sui devastanti effetti della disoccupazione per un paese; una giovane donna cerca consigli e soluzioni su come superare il lungo e difficile periodo di inoccupazione a chi la circonda: la mamma, la psicologa, l'amica, il prete, il politico e l'impiegata dell'Inps.
Citizen X è uno spettacolo teatrale dall'impianto visivo che richiama quello fumettistico fatto di bianchi e di neri, di figure sovrapposte e tagli di luce netti. La luce digitale crea atmosfere atipiche per il teatro e più vicine al linguaggio cinematografico, sperimentando la possibilità di realizzare scene in soggettiva, primi piani, contemporaneità di piani diversi. La musica originale segue in contrapposizione la scena accentuandone il carattere surreale e ironico.
Uno spettacolo per chi non cerca soluzioni ma realtà, per chi vuole ridere e pensare allo stesso momento.

Ifigenia

20.4.15 ,
Teatro Tordinona 10 Aprile 2015
 IFIGENIA
il gioco
con
Barbara Bianchi
Chiara Casali
Chiara Laureti
Eleonora Leone
Giusi Loschiavo
Chara Postacchini
Arianna Saturni
regia di
Bea Gaudicci e Rosaria D'Antonio
REGOLE DEL GIOCO:
Il gioco si ispira a Ifigenia di Euripide, riletto, modellato e plasmato in chiave moderna dall'Associazione Culturale SovraGaudio. Si gioca da un minimo di 1 a un massimo di 85 giocatori.
Il terreno di gioco è il teatro TORDINONA Nella scatola sono inclusi anche 7 pedine, 1 carta jolly, 85 bigliettoni di diversi colori. Inizialmente ogni giocatore farà anche il ruolo di banchiere.
Recandosi alla biglietteria del teatro avrà diritto ad un bigliettone.
Ogni giocatore che si sarà prenotato e avrà comprato il bigliettone in PREVENDITA, avrà diritto ad UN BICCHIERE DI VINO, che sarà consegnato all'ingresso. Poi ogni giocatore prenderà la propria posizione liberamente in base all'ordine di arrivo.
Sono presenti poi le caselle di probabilità ed imprevisti, che potranno capitare durante lo svolgimento del gioco. Scopo del gioco è quindi quello di divertirsi, riflettere e scatenarsi con mente, corpo e fantasia.

Di a da

20.4.15 ,
Teatro Tordinona 11 Aprile 2015
 compagnia CAMPOVERDEOTTOLINI
presenta
DI A DA
Me e gli Uomini
con Marco Ottolini
ambiente sonoro Stefano De Ponti
aiuto alla drammaturgia e primo spettatore Carolina De La Calle Casanova
oggetti di scena Francesca Lombardi e Paola Tintinelli
testo e regia Elisa Campoverde
una produzione Associazione K.
in collaborazione con CineTeatro Agora' di Robecco sul Naviglio
finalista Premio per le Arti LIDIA ANITA PETRONI 2015
Il potere sconosciuto, riconosciuto, negato.
Spesso capita di imputare il frutto delle nostre azioni, del nostro vissuto quotidiano, delle nostre relazioni ed addirittura della nostra vita, ad Altri. Altri come i genitori, il capo, i superiori o, ripercorrendo a ritroso un' ideale scala del potere, la Natura, il Destino, Dio. Il protagonista di questo monologo, Me, è un essere ingenuo, inventore e creatore di mondi, città, vite. La creazione di Me nasce dal nulla, nasce da cocci di legno, da fili, da suoni.
La sua creazione è precaria, così come il rapporto con le sue creature, Tutto è in divenire, tutto è in cambiamento anche per Me, che da creatore ingenuo diventa distruttore consapevole, fino a negare sé

Bianco e nero

20.4.15 ,
Teatro Biblioteca Quarticciolo 14 Aprile 2015
Bianco e nero
testo e regia Laura Sicignano
scene Laura Benzi
Costumi Maria Grazia Bisio
Musiche originali e video Giacomo Gianetta, Luca Serra, Matteo Spanò
In collaborazione con il Conservatorio di Genova Niccolò Paganini
Consulenza scientifica Prof. Alberto Diaspro
Con Irene Serini e Emmanuel Ansan Osaro
Teatro Cargo
Il mondo non è in bianco e nero, ma prevede un’imperscrutabile scala di sfumature. Questo vale per la natura, il pensiero, l’infinita gamma dell’essere e del sentire. La diversità è all’origine della vita. Cosa è diverso e cosa normale? Che rapporto c’è tra quanto viene definito bello o brutto e la diversità? Esistono le “razze”? Che rapporto c’è tra specie e specie? In scena una donna e un uomo. Una bianca e uno nero. Uno alto e una bassa. Un’adulta e un ragazzo. Uno grosso e una piccola. Uno spettacolo sulle diversità, gli opposti, gli scontri, gli incontri, il dialogo e i monologhi, poche parole, molta azione, musica, video, perché c’è poco da dire, ma molto da fare: cosa succede quando due diversità si trovano dentro il cerchio magico della scena? Il teatro è un piccolo mondo che rispecchia il grande mondo, con le sue contraddizioni: a volte pone domande, a volte suggerisce soluzioni. E’ un piccolo mondo chiuso, ma aperto al grande mondo. E’ un luogo necessario, se si tratta di questioni necessarie nella nostra vita quotidiana. E qui si tratta delle diversità belle e difficili che la nostra epoca così complessa, globale e locale, ci impone di affrontare. Lo faremo con delicatezza e ironia, ma evitando ogni retorica. Il teatro è anche graffiante, se è buon teatro. Il grande mondo spesso non è buono con chi è “diverso” (diverso da cosa? Normale rispetto a che?). A volte sì.
Lo spettacolo rappresenta la seconda tappa della trilogia degli stranieri. Abbiamo iniziato nel 2011 a lavorare con un gruppo di ragazzi, appena arrivati da soli da Paesi lontani, nello spazio e nella mentalità: Afghanistan, Nigeria, Pakistan, Senegal. Erano sbarcati in Italia dopo viaggi difficili. Ragazzi diffidenti e molto arrabbiati con la vita, abituati ad essere imbrogliati, abbandonati, feriti. I ragazzi erano ospitati a Genova in 2 comunità d’accoglienza per minori non accompagnati e richiedenti asilo. Questi ragazzi nel teatro hanno avuto un incontro importante e il teatro ha avuto un incontro importante grazie a loro.

Monologo di un attrice dell'est

13.4.15 ,
Teatro L'Aura 8 aprile 2015
MONOLOGO DI UN'ATTRICE DELL'EST
Testo e regia: Evelina Drianovska
Musiche: Gianluigi Tartaull
Multimedialità: Valeria Nonni
Con: Evelina Drianovska
Il disagio dell'immigrazione, attraverso l'esperienza di Evelina Drianovska. Spettacolo teatrale, nato dal disagio dell'immigrazione, vissuto dall'attrice Evelina Drianovska, intercalato da brani tratti dalle opere di grandi maestri del teatro, quali Shakespeare, Tolstoy, recitati dalla stessa, insieme ad una serie di interventi musicali della tradizione popolare bulgara, russa ed italiana.
Evelina Drianovska è nata a Sofia e si è laureata all'Università Vitis in arte drammatica e regia. Ha lavorato come attrice in Bulgaria in particolare al Teatro Nazionale di Sofia. Dal 1990 vive in Italia. Il suo ritorno al teatro è avvenuto nel 2007 quando ha scritto, diretto e interpretato "Monologo di un' attrice dell'Est".

Amleto

13.4.15 ,
Teatro Vascello 6 dicembre 2014
CollettivO CineticO
Teatro Franco Parenti – Milano
AMLETO
Ospitalità realizzata in collaborazione con Le Vie dei Festival
concept e regia Francesca Pennini
drammaturgia Angelo Pedroni
recitazione candidato vincitore selezionato dal pubblico durante lo spettacolo
consulenza tecnica e programmazione applausometro Roberto Rettura
L'Amleto di CollettivO CineticO è un meccanismo letale.
La scena è spazio preparato ad ospitare aleatorietà e inevitabilità in un limbo costante tra ironia e tragedia. Attori professionisti, dilettanti, malcapitati, timidi intellettuali, registi, parrucchieri, esibizionisti, danzatori, assicuratori annoiati, sostituti dell'ultimo minuto, critici, virtuosi e sfigati si contendono il titolo di protagonista dello spettacolo.
Reali candidati che non sanno quello che li aspetterà in scena. Il loro unico riferimento è un manuale di istruzioni inviatogli due settimane prima. Ciascuno si prepara da solo e si presenta a teatro direttamente per salire sul palcoscenico. Guidati da una incorporea voce fuori campo e seguiti da secondini muti, i candidati si sfidano in una serie di prove che sintetizzano i principi formali dell'opera shakespeariana.
Lasciati in balia di un'istruzione e nell'impossibilità di controllare fenomeni e competenze, precipitano tutti nella condizione amletica per eccellenza.
Tra desolazione e intrattenimento sono gli spettatori di ciascuna replica ad eleggere il vincitore del titolo, unico superstite tra i corpi e i resti dei suoi avversari abbandonati al suolo. Un panorama improbabile di Amleti tra gli innumerevoli interpreti che si sono confrontati per secoli con il più emblematico testo teatrale.

Antigone la principessa di Tebe

13.4.15 ,
Teatro Tordinona 20 Dicembre 2014
 Compagnia dell'Arsenale presenta
ANTIGONE la principessa di Tebe
di Sofocle, regia Luciano Bottaro
Con la morte di Eteocle e Polinice, fratelli di Antigone, e con la vittoria dei tebani si è appena conclusa la guerra dei Sette. Creonte ha assunto il potere; contro il suo editto Antigone vuol dare e dà sepoltura al fratello Polinice, nemico della patria. La solitaria audacia della fanciulla, sprezzante dei prudenti consigli della sorella Ismene, è giustificata da una esigenza di pietàs. Un altro dei temi di questa messinscena dal forte taglio latino-americano, infatti le musiche sono dei sensuali tanghi, è il tema della giustizia che, usata in maniera sbagliata, può essere uno strumento di tirannia più che di democrazia. La giovane Antigone incarna un’idea possente di giustizia, un’ideale giustizia divina che, guardandosi bene dal rasentare i sofismi del caso, fa di questo personaggio di Sofocle un mio personaggio concretamente rivoluzionario.

Il figliol prodigo

13.4.15 ,
Teatro biblioteca Quarticciolo 20 Dicembre 2014
 IL FIGLIOL PRODIGO
di Marco Maltauro e Pier Paolo Fiorini
con Giorgio Colangeli, Giovanni Scifoni, Patrizia Romeo
regia Marco Maltauro
Due attori e un regista (Dio?) alle prese con la nota parabola, dalla parte però del figliol giusto, quello che rimane a casa La parabola del figliol prodigo è un racconto misterioso, scandaloso, violento. Un racconto che, in realtà, non conosciamo ancora, perché il suo culmine e il suo abisso, al pari delle altre parabole, è inconoscibile. Lo si può solo rappresentare lasciando affiorare l’ambivalenza del rapporto tra i personaggi e lo scandalo del perdono finale. E’ un racconto che sconfina dai nostri limiti, dal nostro senso comune, dal nostro modo di intendere l’equità e la giustizia, dalla nostra comprensione del perdono come perfezione di un dono inaudito.
Lo spettacolo, con la regia di Marco Maltauro, su un testo scritto insieme a Pier Paolo Fiorini, e con tre attori straordinari: Giorgio Colangeli, Giovanni Scifoni e Patrizia Romeo, vuole interrogare fino in fondo la parabola, farla risuonare e riverberare, fletterla alle sue estremità, in sospensione tra mito, archetipo e messaggio morale, fino a renderla un’esperienza nuova per gli spettatori, chiamati non solo a meditare, ma a scandalizzarsi ancora.

Eva Unplugged

11.4.15 ,
Teatro Argot Studio 18 Dicembre 2014
Dominio Pubblico presenta
Eva Unplugged
da Innamorate dello spavento di Massimo Sgorbani
con Federica Fracassi
regia di Renzo Martinelli
drammaturgia Francesca Garrola
audio e video Fabio Cinicola
luci Mattia De Pace
con il patrocinio di Next/Laboratorio delle idee
La fine della guerra, la fine di Hitler. Eva Braun, la sua compagna e moglie, aspetta questa fine. Eva che intreccia la sua storia con quella di Rossella O’Hara, protagonista di Via col Vento, il suo film preferito. Eva, una donna che sta per morire, innamorata di Hitler, fedele al suo amore fino all’ultimo istante.

Tutti i padri vogliono far morire i loro figli

11.4.15 ,
Teatro dell’Orologio 3 aprile 2015
Tutti i padri vogliono far morire i loro figli
di Fabio Morgan e Leonardo Ferrari Carissimi
con Mauro Santopietro, Luca Mannocci, Irma Ciaramella, Chiara Mancuso, Anna Favella
Regia Leonardo Ferrari Carissimi
scene e costumi Alessandra Muschella
disegno luci Antonio Scappatura
tecnico luci Martin Emanuel Palma
Produzione Progetto goldstein, Teatro dell'Orologio
Uno dei temi più misteriosi del teatro tragico greco è la predestinazione dei figli a pagare le colpe dei padri. Non importa se i figli sono buoni, innocenti, pii: se i loro padri hanno peccato, essi devono essere puniti.
Lo spettacolo, liberamente tratto da Affabulazione di Pier Paolo Pasolini, narra la storia di un padre, fiero protagonista del ’68, che torna a casa dopo una lunga assenza. Ad accoglierlo un figlio che conosce appena, cinico e rancoroso interprete di una generazione cresciuta nell’abbandono. Per lui il padre è un bambino mai cresciuto che nella vita ha goduto di condizioni estremamente privilegiate. Nella dialettica tra questi due personaggi e nelle istanze che essi rappresentano sta il nucleo di questa tragedia contemporanea che ci appare come un infinito affabulare sul doloroso ed irrisolto mistero dell'essere figli nell'epoca dell'assenza dei padri.

Ritratti di Poesia nona edizione

10.4.15 ,
Tempio di Adriano 5 febbraio 2015
Ritratti di Poesia nona edizione
«La rassegna Ritratti di Poesia – dichiara il Presidente Emmanuele F. M. Emanuele – ebbe inizio nove anni fa come un piccolo salotto sul tema della poesia, nel convincimento che in Italia la poesia dovesse avere la medesima visibilità e fruibilità di altre forme artistiche, quali il cinema, il teatro, la musica e la danza. Abbiamo fatto molta strada da quella data, mossi dalla passione e dalla volontà di portare a Roma una iniziativa che potesse arricchire, in modo originale, l’offerta culturale della città e del Paese. Oggi la manifestazione rappresenta un punto di riferimento, a livello nazionale ed internazionale, per il genere poetico e vanta la partecipazione di poeti noti, italiani e stranieri, accanto al talento di voci esordienti. Sono orgoglioso – conclude Emanuele – del percorso che è stato fatto; la grande partecipazione popolare, che si rinnova sempre più ampia di anno in anno, è la conferma della bontà dell’iniziativa e ci dà l’entusiasmo per crescere ancora e rinnovarci».
La manifestazione, che propone ogni anno un ampio parterre di esponenti di spicco della poesia italiana e internazionale, presenta quest’anno due novità assolute: una «incursione» nella street art con Mauro Pallotta, in arte Maupal – l’autore del famoso murale «super pope» – e un Poetry Slam, competizione di poesia orale e performativa in cui sono gli spettatori a decretare il vincitore. Nato negli Stati Uniti come arte di strada, il Poetry Slam si propone di riportare la poesia a una dimensione più estesa e popolare, riscoprendone la vocazione originaria. In Italia è stato introdotto dal poeta e performer Lello Voce, che sarà EmCee (Masters of Ceremonies) del Poetry Slam di Ritratti di poesia, tappa ufficiale del campionato nazionale L.I.P.S. Lega Italiana Poetry Slam.
La rassegna, aperta gratuitamente al pubblico, è promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con InventaEventi, ed è a cura di Vincenzo Mascolo.
16,45 – 17,15 Di penna in penna (quinta parte)
Rosaria Lo Russo, Giovanna Rosadini
17,15 – 17,45 The Poetry Foundation
Robert Polito con Adam Fitzgerald e Tom Healy. Introduce Damiano Abeni
17,45 – 18,15 Di penna in penna (sesta parte)
Donatella Bisutti, Francesco Scarabicchi
18,40 – 19,20
Poesia sconfinata (seconda parte)
Gilberto Isella (Svizzera)
Durs Grünbein (Germania) con Anna Maria Carpi

For Bergen

10.4.15 ,
Teatro Furio Camillo 26 Marzo 2015
LA COMPAGNIA NO.NO presenta
FOR BERGEN
Co(i)nvolti/TWO/Alone
For Bergen è uno spettacolo in forma di trilogia nato dalla necessità di analizzare il tentativo dell’uomo di dare un senso al proprio essere attraverso un processo di sottrazione e abnegazione.
La compagnia (ex collettivo Linee Distorte) nasce nel Marzo 2013 con l’intento di creare una realtà sperimentale che trattasse di danza, teatro e performance in spazi teatrali e meta-teatrali, cercando di trovare un punto di contatto tra il linguaggio astratto della danza contemporanea e la visione tradizionalistica del pubblico più vasto. Da qui il primo progetto, dal nome Co(i)nvolti, sul concetto di “branco”, sul coraggio delle azioni e sulla responsabilità di scegliere, sullo stato d’insieme che falsa la solitudine ma nella quale ognuno è inevitabilmente condannato ad esistere. Il tutto attraverso uno sguardo volutamente ironico ed ammiccante, senza rinunciare alla fisicità e all’essenzialità del gesto. Dal branco al duplice con Two, che costringe invece il singolo al contatto con il fuori da sé in relazione a quello che lo circonda. Chiusi in un quadrato bianco, nella quasi totale assenza di sovrastrutture, l’attenzione è posta sullo studio del confine e del disequilibrio in un processo di estremizzazione e di precarietà.
“La necessità di esistere per permettere alla forma di essere, perfetta immutabile, inconfondibile. Il movimento passa attraverso la forma per poi mutare, diventare “altrove”. E intanto la relazione con l’altro come misura, come specchio di se stessi, come elemento di possibile fusione. Lo studio del mondo al di fuori da sé, il pensiero lontano da sé, il pensiero dell’altro come proprio pensiero.”
TWO.
Infine Alone, la presa di coscienza di se stessi, il cerchio che chiude esattamente nel punto in cui ha avuto inizio. Alone è il punto di partenza dove la singolarità non è un debolezza ma una forza. Il foglio bianco che non è assenza ma presenza, dove l’incontro è osmotico, totale, cosciente, reale. Necessario.
CON Antonio Marino, Alessandro Pustizzi, Cristina Conti
CONCEPT REGIA Antonio Marino
COREOGRAFIE Alessandro Pustizzi
MUSICHE ENTROPIA e Matteo Bassi
INSTALLAZIONE VIDEO Stefano Gradassai
Con il supporto di ACS Abruzzo – “Electa Creative Arts” Teramo.

Safari live - Work in progress

9.4.15 ,
Teatro Tordinona di Roma, dal 23 marzo 2015
Sycamore T. Company presenta
SAFARI LIVE - WORK IN PROGRESS
Con: Gabriele Sabatini - Il Cacciatore
Emilia Scarpati Fanetti - La Donna
e con l'amichevole partecipazione audio di Luciano Curreli
Tecnico luci e audio/video: Martin E. Palma
(audio/video in collaborazione con Francesca Spinozzi)
Riprese video e disegno luci: Giuseppe “Beppe” Gallo
Montaggio video: Federico Greco
Costruzioni sonore: Emanuela Cotellessa
Aiuto regia: Francesca Spinozzi
Scritto e diretto da: Emanuela Liverani
Si ringrazia Pierpaolo Verdecchi per il contributo fotografico.
Safari Live - Work in Progress è realizzato in collaborazione con il Teatro Bipop Zaccaria Verrucci Un uomo racconta come e perché è diventato il Cacciatore, guidandoci passo dopo passo all'interno del sentiero che lo ha condotto nel luogo in cui ora vive, la jungla (con la j salgariana), da cui parte e torna quotidianamente per ingaggiare l'eterna lotta contro i suoi nemici, i sopraffattori. Convinto di essere solo, si accorge che nella jungla vive, per gli stessi motivi e con le stesse modalità, una Donna. Il loro incontro sospende la convinzione di essere soli e muovendosi tra passato e presente, tra digressioni e citazioni, danno forma a ciò che li ha condotti in quello spazio, il limite oltre il quale prende forma la rivolta.
Il progetto Safari Live – Work in progress è lo spin-off di un progetto di un cortometraggio e di quest’ultimo porta con sé il tema, alcuni brani, suggestioni. Da qui il motivo per cui Emanuela Liverani ha scelto di definirlo “Live”. Essendo, però, del tutto autonomo dalla sceneggiatura del cortometraggio, ne completa l'idea di base, le molteplici suggestioni (letterarie, fotografiche, cinematografiche, teatrali, musicali) e quello che potremmo chiamare il “dietro le quinte”. Pur avendo una scrittura di base molto rigida, Safari Live ha una forma e un contenuto sempre aperti, in linea con il tema che narra - la rivolta - motivo per cui a ogni messa in scena possono corrispondere modifiche del testo, nuovi personaggi, video, foto, suoni, musica, persino partecipazioni “dell'ultima ora” pensati come sviluppo di quella precedente. Questo il motivo del work in progress.
Una prima prova aperta, in forma ridotta, è andata in scena a Roma, il 15 marzo 2014, grazie al Teatro Bipop Zaccaria Verucci in uno spazio alla periferia della città. Da quel momento, Safari Live – work in progress è realizzato in collaborazione con loro. Ogni suggerimento è offerto gentilmente da: A. Camus, E. Salgari, J. Steinbeck, W. Evans, i tumbleweed, le persone che ogni giorno dicono no, quelle che ancora lo devono dire e quelle che vorrebbero farlo ma non sanno da dove cominciare.

Ninetta e le altre

9.4.15 ,
TEATRO ARGOT STUDIO 26 MARZO 2015
NINETTA E LE ALTRE
Le Marocchinate del ‘44″, vincitore del Festival Chimere.
La pièce è scritta e diretta da Damiana Leone ed interpretata da Damiana Leone, Anna Mingarelli e Francesca Reina, disegno Luci di Alessandro Calabrese e foto di scena di Gioia Onorati
Lo spettacolo è inserito nel progetto Racconta la Guerra promosso dalla compagnia Errare Persona con l’Archivio di Stato di Frosinone, con il contributo della Provincia di Frosinone, incentrato sulla ricerca storica di fonti orali applicata al teatro antropologico e di narrazione. Il progetto coinvolge un intera provincia, ed è unico nel suo genere. È infatti il più grande progetto sullo stupro di guerra mai realizzato. Lo studio, da cui è scaturito lo spettacolo, tratta degli Stupri di Guerra avvenuti nel Basso Lazio nel ’44, le cui vittime venivano chiamate Marocchinate, stupri studiati davvero solo negli ultimi dieci anni e solo in parte trattati da Moravia e poi da De Sica ne “La Ciociara”, ma che oggi sia sa essere il più grande stupro di guerra della storia d’Italia e d’Europa (insieme alla Bosnia). Lo spettacolo quindi è un progetto, un lavoro di ricerca e divulgazione portato avanti da anni, che a maggio sarà a New York per il Festival In Scena. Dallo spettacolo e dal progetto sta nascendo un docufilm.

Il pasto degli schiavi

9.4.15 ,
Teatro Tordinona 27 marzo 2015
IL PASTO DEGLI SCHIAVI
testo di Adriano Marenco con uno squarcio di Alessandra Caputo
con Francesca Di Vincenzo, Simone Fraschetti, Barbara Greco, Barbara Nucci, Chiara Pavoni
regia di Valentina Conti e Simone Fraschetti
coreografie di Barbara Greco e Barbara Nucci
costumi di Lisa Rosamilia
foto di scena di Pamela Adinolfi
Una tragedia dove il coro è corpo. Il corpo delle schiave. Amanti, infermiere, badanti, madri che condividono con il Capo i suoi ultimi giorni. Donne che brillano del riflesso della sua stanca luce, che succhiano la scarsa linfa di un albero marcescente. Sacerdotesse degli ultimi giorni di un potere. Schiave che forse apriranno la strada solo ad un altro disumano potere.

Interruzioni volontarie

9.4.15 ,
Teatro Argot Studio 28 marzo 2015
INTERRUZIONI VOLONTARIE
di e con Claudia Salvatore
aiuto regia Sergio Proto
luci e supervisione Francesco Piotti
scenografia, grafica e costumi Valeria Galluzzi
drammaturgia composta da: creazioni originali di Claudia Salvatore, inserzioni liberamente tratte da “Febbre” e “Psicosi delle 4:48” , di Sarah Kane,“Il pianeta Trillafon in relazione alla cosa brutta” e “Questa è l’acqua” di David Foster Wallace produzione: un’anteprima ridotta di “Interruzioni volontarie” è stata prodotta dal RIC Festival 2013 e presentata come studio per un progetto teatrale, all’interno del festival R.I.C, Rieti Invasioni Creative, sostenuto dall’A.T.C.L.
Margherita aspetta, registra messaggi, guarda gli spazi aperti attendendo che ci capiti dentro qualcosa che la riguarda. Margherita per metà c’è e per metà non sa dov’è. C’è qualcosa che interrompe ogni incontro, ogni tentativo di costruire, ogni possibilità, è c’è qualcosa che lo vuole ripristinare. Margherita scappa da persone e da situazioni ma inevitabilmente poi non fa altro che tornare, per riprendersi, per ricominciare quello che aveva interrotto, per rovinarlo in continuazione, non ci sono altro che fratture evidenti ed evidenti intervalli di tempo in cui cerca di ricordare come fare ad andare avanti, in cui cerca di capire, di eliminarsi o di darsi un’altra possibilità, l’ennesima.
Lui si sentiva una ferita sulla guancia, la ferita non c’era, ma lui la sentiva così tanto che alla fine se l’è procurata da solo. Lei si ricordava di quando da piccola aveva visto i nonni che facevano l’amore, ma in realtà non era successo a lei, era successo alla madre.
 
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