Pazza per la tele

28.2.13


Teatro dell'Orologio dal 19.02 al 10.03.2013 “Pazza per la tele” Spettacolo scritto e diretto da Noemi Serracini, con Valentina Fois, musiche di Gabriele Ortenzi. Intelligente analisi del potere della tv, che forma le persone e plasma le menti. Per sorridere amaramente del male più inquietante dei nostri giorni. Una donna confessa la propria ossessione per la televisione, che la porta a spendere la propria esistenza nel tentativo di entrare a farne parte. Un’ambizione che si alimenta di format e provini fino all’estremo gesto…

Factory - Lucciole nel campo

27.2.13 ,
Factory - Ex Mattatoio di Testaccio dal 8 Febbraio al 3 Marzo 2013 “Festival della Creatività”. Festival creato come un investimento per rivolgere a tutti i giovani artisti della città di Roma una possibilità espressiva. Per quattro week end i circa 250 protagonisti della manifestazione, tra artisti, attori, registi e performer under 35, regaleranno alla capitale il loro talento, la loro fantasia, la loro capacità di espressione artistica. Lo spazio di Factory rimarrà a disposizione dei giovani autorizzati ad “occuparlo” con le proprie idee e proposte costruttive per la città. A confermare Factory come laboratorio polivalente e vivace ribalta di idee, l’Assessorato ai Giovani non ha posto nessuna regola o limite su temi e linguaggi: denominatore comune sono esclusivamente l’età degli autori - rigorosamente sotto la soglia dei 35 anni - e l’appartenenza al territorio di Roma - come residenti, domiciliati o iscritti ad un corso di formazione della città. Lo stesso nome Factory è stato scelto direttamente dai giovani attraverso un sondaggio online sui social network. In linea con altri spazi simili presenti in altre capitali europee, come il Matadero di Madrid, Factory si propone come spazio di intenso e continuo fervore creativo, per diventare “un punto di riferimento per chi non rinuncia alla cultura e cerca proposte di qualità accessibili perché gratuite.



22 febbraio 2013 “LUCCIOLE NEL CAMPO” scritto diretto e interpretato da Giulia Perelli con Eduardo Ricciardelli. E’ la storia di Greta, una ragazza trasferitasi nella capitale per diventare un’attrice e tornata in Toscana un po’ per nostalgia e un po’ perché cacciata da casa. Con la sua amletica confusione interiore, si confronterà con ciò che ha lasciato: la sua famiglia stramba, il nonno semplice e saggio, gli amici che sono rimasti in provincia, il ragazzo di cui si è ossessivamente innamorata e alcuni personaggi in cura da sua madre, psicologa, che esprimono della pazzìa, il lato più saggio e ironico. Queste persone, ma soprattutto la sua terra, il bosco dietro casa, i luoghi magici più vicini al cuore le faranno scoprire ancora una volta chi è e dove vuole andare. Poiché certi luoghi pieni di storia ci parlano, facendoci ritrovare le nostre radici. Greta accetterà con ironia le sue mille paranoie e così crescerà senza perdere il suo personale modo poetico di vedere la vita. "Lucciole nel Campo" è un ironico confronto tra l’ambiente dell’analisi e degli analisti, i vecchi ignoranti e saggi e i giovani filosofi disoccupati. Tutti cercano qualche verità … e la trovano solo sognando.

Factory - L' animale del cuore

27.2.13 ,
Factory - Ex Mattatoio di Testaccio dal 8 Febbraio al 3 Marzo 2013 “Festival della Creatività”. Festival creato come un investimento per rivolgere a tutti i giovani artisti della città di Roma una possibilità espressiva. Per quattro week end i circa 250 protagonisti della manifestazione, tra artisti, attori, registi e performer under 35, regaleranno alla capitale il loro talento, la loro fantasia, la loro capacità di espressione artistica. Lo spazio di Factory rimarrà a disposizione dei giovani autorizzati ad “occuparlo” con le proprie idee e proposte costruttive per la città. A confermare Factory come laboratorio polivalente e vivace ribalta di idee, l’Assessorato ai Giovani non ha posto nessuna regola o limite su temi e linguaggi: denominatore comune sono esclusivamente l’età degli autori - rigorosamente sotto la soglia dei 35 anni - e l’appartenenza al territorio di Roma - come residenti, domiciliati o iscritti ad un corso di formazione della città. Lo stesso nome Factory è stato scelto direttamente dai giovani attraverso un sondaggio online sui social network. In linea con altri spazi simili presenti in altre capitali europee, come il Matadero di Madrid, Factory si propone come spazio di intenso e continuo fervore creativo, per diventare “un punto di riferimento per chi non rinuncia alla cultura e cerca proposte di qualità accessibili perché gratuite.



22 febbraio 2013 “L'ANIMALE DEL CUORE” di e con Alessia Berardi liberamente tratto dal romanzo ‘Herztier’di Herta Muller, musiche originali dal vivo Sebastiano Forte costumi e maschere Martina Augias elaborazioni video Christian Bonatesta. Come può da un vissuto terribile e senza speranza nascere la poesia? Il tema su cui ruota lo spettacolo è la fragilità e allo stesso tempo la forza di un essere umano che prova ad opporsi alla violenza esterna. Nello specifico, la dittatura rappresenta anche una condizione sottile e subdola di violenza che paralizza e non permette di evolversi. Parlare della dittatura rumena degli anni ’80 è pretesto per riflettere sulla libertà di esprimersi, pensare, amare, che crediamo scontate e sentiamo minacciate ad un livello culturale oltre che politico. Ci fa mettere in luce la libertà che ci permette di essere uguali, di stare con noi stessi e con l’altro senza paura. Questo succede nelle dittature dichiarate tali, e profondamente succede in quelle società dove viene distrutta la possibilità della fantasia e della creatività . Perchè l’arte è cosa inutile per la politica dell’utile e del profitto. Lo spettacolo rende fruibile un testo che è attualissimo nel guardare alle catene esplicite della dittatura ed implicite della cultura, degli schemi del terrore e della discriminazione, dell’appiattimento e della costruzione dell’odio e dell’indifferenza. Il senso di appartenenza e l’ambiguità , la storia e la fiaba, la ferocia e l'ingenuità , la ragione e l’irrazionale, il corpo ed il suo simulacro, il volto e la maschera, l'uomo e la sua immagine, l'animale vitale e la bestia distruttiva sono i contrasti su cui gioca lo spettacolo.

Factory - L'ombra

27.2.13 ,
Factory - Ex Mattatoio di Testaccio dal 8 Febbraio al 3 Marzo 2013 “Festival della Creatività”. Festival creato come un investimento per rivolgere a tutti i giovani artisti della città di Roma una possibilità espressiva. Per quattro week end i circa 250 protagonisti della manifestazione, tra artisti, attori, registi e performer under 35, regaleranno alla capitale il loro talento, la loro fantasia, la loro capacità di espressione artistica. Lo spazio di Factory rimarrà a disposizione dei giovani autorizzati ad “occuparlo” con le proprie idee e proposte costruttive per la città. A confermare Factory come laboratorio polivalente e vivace ribalta di idee, l’Assessorato ai Giovani non ha posto nessuna regola o limite su temi e linguaggi: denominatore comune sono esclusivamente l’età degli autori - rigorosamente sotto la soglia dei 35 anni - e l’appartenenza al territorio di Roma - come residenti, domiciliati o iscritti ad un corso di formazione della città. Lo stesso nome Factory è stato scelto direttamente dai giovani attraverso un sondaggio online sui social network. In linea con altri spazi simili presenti in altre capitali europee, come il Matadero di Madrid, Factory si propone come spazio di intenso e continuo fervore creativo, per diventare “un punto di riferimento per chi non rinuncia alla cultura e cerca proposte di qualità accessibili perché gratuite.
 

22 febbraio 2013 “L'OMBRA” regia di Giuseppe Nexus Gatti. Con: Laura Garofoli, Fabio Fusco, Claudio Losavio, Paolo Camilli, Alessandro Carbonara e Corrado Scalia. L'ombra è un sogno che brucia la scena. Al suo interno il regista e poliedrico autore Giuseppe Nexus Gatti ha inserito, su un macrosistema narrativo, dominato dai riflessi post-moderni di una realtà frantumata con il suo drammatico disgregarsi del tessuto sociale, una serie fittissima di linguaggi artistici eterogenei, dalla danza hip-hop alle arti murali più mainstream, realizzati grazie all'uso di tecnologie digitali abilmente sfruttati sulla scena, dal cinema. L’Ombra è il risultato artistico di uno studio sul rapporto fra nuovi media, arte urbana e storia. Pensato per un allestimento itinerante (teatri, spazi urbani e polivalenti) si avvale della convergenza di tre linguaggi - breakdance, teatro e videoarte - per raccontare una storia ad 8 episodi ispirata al fenomeno degli incendi dolosi avvenuto nel Bronx degli anni ’70. Ne L'ombra non sono previste rigide compartimentazioni tra strumenti scenici, non è prevista nessuna forma di frattura tra differenti metodologie narrative. L'ombra è un contenitore-opera energico ed esplosivo, capace di far saltare ogni armonia d'arte predefinita.

Dialogo sul baratto

26.2.13


Università Roma Tre, Aula Columbus (Garbatella) da lunedì 18 Febbraio a mercoledì 13 Marzo 2013 “Incontri con l'Odin Teatret” In occasione della permanenza dell’Odin Teatret a Roma con il suo ultimo spettacolo, La vita cronica, dal 18 febbraio al 13 marzo l’Università Roma Tre ospiterà un ciclo di incontri organizzati dalla rivista “Teatro e Storia”, imperdibile occasione per conoscere questo storico gruppo internazionalmente riconosciuto. Gli incontri, gratuiti e rivolti a tutti gli interessati, vedranno la partecipazione del regista e pedagogo Eugenio Barba e dei suoi attori, con l’intervento di numerosi studiosi. 22 febbraio “Dialogo sul baratto” con Iben Nagel Rasmussen (attrice O.T.) e Nando Taviani (consigliere letterario O.T.).

link: www.odinteatret.dk

Gioco al buio

26.2.13


Colosseo Nuovo Teatro dal 13 al 24 febbraio 2013 “GIOCO AL BUIO” di Giuseppe Manfridi, regia di Claudio Boccaccini con (in ordine di apparizione) Claudio Botosso (Pietro) Marco Guadagno (Luigi) Riccardo Bàrbera (Carlo) Silvia Brogi (Adele). Scene Pasquale Cosentino, costumi Antonella Balsamo, aiuto regia Alioscia Viccaro, Marzia Verdecchi tecnici luci e fonica Gennaro Paraggio, Francesco Bàrbera. Un intreccio di coltelli condominiali; di morti che forse non sono morti e di vittime capaci di far tremare i loro carnefici. Promiscuità sessuali e giochi di ruolo. Tra due coppie e un single. Tutti inquilini di uno stesso stabile. Dalla mezzanotte all’alba, fra il penultimo piano e l’attico scorrerà sangue previsto e sangue imprevisto.Una storia che artiglia alla gola dal primo all’ultimo gesto. Dalla prima all’ultima lama

L'ultima notte

26.2.13


TEATRO TORDINONA dal 19 al 24 FEBBRAIO 2013 “L’ULTIMA NOTTE” Soggetto e Regia di Alessandro Prete con Paolo Bernardini, Matteo Cannito, Giacomo Ferrara, Fabrizio Scuderi, Matteo Vanni con la parte partecipazione di Alessandro Demontis, aiuto regia Cristina DelGrosso, grafica Diego Russo, disegno luci Marco Lautando. Negli ultimi anni le vicende sui bambini sono diventate di sempre maggiore attualità, riempiendo le pagine dei giornali con i drammi e i trionfi di queste splendide creature. Ci siamo mai domandati come é fatta la vita di un bambino orfano che improvvisamente si trova cresciuto e adulto, quali sono i suoi pensieri, le sue dinamiche, i suoi sogni, le sue delusioni, le sue ambizioni…? Sono queste le premesse dello spettacolo. Cinque ragazzi che hanno imparato a vivere in quest’orfanotrofio, che hanno fatto di questo istituto la loro casa e di loro stessi la loro famiglia, improvvisamente si svegliano e il loro nido si sgretola di nuovo. Ce la faranno? Forse alcuni di loro si e altri forse no. Tutto si svolge in una notte, l’ultima, forse.

Antigone

25.2.13


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Italia 19 Febbraio 2013 “ANTIGONE” di Jean Anouilh, con Roberto Latini, Lucia Cammalleri, Alice Spisa, Daniele Pilli, Rocco Piciulo, Gioia Salvatori, Maurizio Panici. Traduzione e adattamento Maurizio Panici, scene Daniele Spisa costumi Marina Luxardo musiche Stefano Saletti luci Roberto Rocca, regia Maurizio Panici. Ad un secolo dalla nascita di Jean Anouilh, celebre scrittore, regista e drammaturgo francese, torna in scena il suo lavoro più celebre e discusso, Antigone. Secondo la definizione di Holderlin, l’Antigone è la natura stessa del Tragico. Infatti l’insanabile conflitto tra la legge non scritta (oikos), che muove Antigone per la sepoltura del fratello, e la legge dello stato (polìs) emanata da Creonte, creano una tensione insostenibile per tutta la durata della rappresentazione. Anouilh rende esemplare questo scontro in una scena memorabile tra i due protagonisti. Maurizio Panici, che cura regia traduzione e adattamento, pone il conflitto in uno spazio atemporale dove si svelano tutte le sfumature psicologiche ed emotive suggerite dall’autore. Lo spostamento operato da Anouilh rispetto alla tragedia di Sofocle, dalla contrapposizione tra leggi divine e leggi dello stato, ad un conflitto di sentimenti, è la ragione della nostra scelta. Creonte e Antigone sono le facce di una stessa medaglia e si riflettono continuamente, rinviando il conflitto come in un gioco di specchi: conflitto eterno tra vecchiaia e giovinezza, maschile e femminile, sfera dell’intimità privata e sua profanazione pubblica. “Antigone” è tragedia dell’oggi, del dubbio e dell’inquietudine, conflitto tra le leggi del cuore e osservanza delle regole, linea di confine dove l’ideale giovanile si misura con l’acquisita responsabilità. La struttura stessa della tragedia di Anoulih è distonica: se l’impianto drammatico è moderno, le didascalie sembrano indicazioni per la sceneggiatura di un film. La scrittura è epica e nello stesso tempo quotidiana e minima, il conflitto con l’assoluto enorme ma reso in maniera piana, parlata e non urlata. Tutto è dichiarato, fin dal prologo che apre lo spettacolo illustrando i personaggi che reciteranno la storia. Anouilh coglie in questo modo un aspetto sostanziale della tragedia (pur trattandolo in forma apparentemente privata), la caducità e l’inutile affanno dei “piccoli” protagonisti immersi in un contesto “grandioso” di insostenibile presenza del destino. Lavorando in questa direzione, la scenografia, più che uno spazio scenico, è un “segno”, forte e assoluto, che rende determinati i rapporti anche fisici tra gli interpreti, la cui recitazione è tesa verso l’assoluta sincerità. I gesti sono essenziali e lasciano spazio alla parola che torna così al suo ruolo principe. La presenza di un coro (filo rosso della Storia che unisce la tragedia dalle origini Sofocle ad oggi) e la musica fortemente evocativa, contribuiscono a riportare Antigone alla sua forza originaria dopo avere attraversato il quotidiano e il presente.

Delitto a Villa Ada

25.2.13


Libreria Ready Cavour 21 febbraio 2013 Chiara Valerio e Mario Desiati presentano il nuovo romanzo di Giorgio Manacorda “Delitto a Villa Ada” letture di Ivan Festa. “Considerate i poeti, almeno i poeti, una specie protetta, come si fa con gli aironi, gli stambecchi o i lupi. A me però mi sa che i poeti sono più lupi che aironi o stambecchi” “Manacorda usa le parole come un chimico, con una precisione che aumenta di pagina in pagina”. A Villa Ada viene ritrovato il cadavere di un famoso poeta che viveva nel parco romano come un barbone. Conduce le indagini un commissario giovane e colto, poeta egli stesso, che non riesce però a venire a capo dell’ingarbugliata faccenda e rinuncia all’incarico consegnando la pratica nelle mani del Questore di Roma. Fra i tanti misteri che affiorano dagli interrogatori dei personaggi che frequentano la villa, uno campeggia insoluto e decisivo: la macchina da scrivere d’oro appartenuta al poeta ucciso. Un oggetto magico che, come la lampada di Aladino, farebbe scrivere a chi la usa grandi poesie. Si tratta di un movente plausibile? Forse, ma che fine ha fatto?… Una fiaba noir sulla poesia, sui poeti, sui tormenti della creatività, sulle invidie che possono portare a gesti estremi anche esseri tra i più distanti dalla realtà, i più astratti e sognanti, persi dietro i propri desideri di gloria.

La Guerra di Klamm - Klamms Krieg

25.2.13


Teatro Valle Occupato mercoledì 20 febbraio 2013 “La Guerra di Klamm - Klamms Krieg” di Kai Hensel traduzione Umberto Gandini regia e scena Filippo Dini con Antonio Zavatteri luci Sandro Sussi. Un attore, una cattedra, una sedia. L’insegnante Klamm, troppo vecchio per ricominciare da capo, troppo giovane per la pensione anticipata, si trova di fronte a una classe (il pubblico) che gli ha dichiarato una guerra di mutismo. L’accusa è di aver provocato il suicidio di uno studente con un voto negativo che ha portato alla bocciatura del ragazzo. Ma Klamm non accetta di essere messo sotto processo. Si difende con un astio che mal cela la sua crisi esistenziale, destinata a evidenziarsi nel corso di un monologo sempre più carico di tensione drammatica. La guerra di Klamm è un dramma attraversato da momenti di forte comicità. Un testo sulla scuola, sugli adulti mal equipaggiati nel rapporto con gli adolescenti, ma anche soprattutto un raffinato studio sui rapporti di forza, sulla violenza del silenzio contro quella della parola.

Oscillazioni

22.2.13


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

TEATRO BELLI dal 12 al 24 febbraio 2013 Giordano De Plano in “OSCILLAZIONI” di Vitaliano Trevisan uno spettacolo di Giuseppe Marini. “Ho sempre pensato di essere quel tipo di uomo che una mattina si alza, fa colazione, si fa una bella doccia, si sbarba, si mette il vestito migliore, pulisce il fucile, scarica il fucile su moglie e figli e quindi si uccide. Non senza prima aver fatto fuori anche il cane.” La storia vede un ragazzo tra i quaranta e i cinquant’anni che, in occasione del compleanno del figlio, traccia un bilancio della sua esperienza di marito e padre. “Entrambe le figure - racconta l'autore Trevisan - hanno la cifra dell'assenza. Un figlio generato da un matrimonio che egli voleva sterile e dunque l’abbandono di un progetto di vita portato a compimento, ai suoi occhi, in modo fraudolento. Da qui l’ulteriore abbandono anche dell'idea che un rapporto uomo-donna possa essere ancora possibile, a meno che non si tratti di un onesto rapporto “mercenario”, come quelli da lui intrattenuti nel corso degli ultimi anni. Ma qualcosa non funziona più...". “Un teatro del corpo, esposto e in fibrillante, sterile ostensione – racconta il regista Giuseppe Marini - generatore di una parola promiscuamente deiettata, “schizzata”, spezzata e in sincopante autocombustione, intrisa di umori, sperma, sudore e che tra i suoni acidi di un inquietante notturno elettro-statico, si disfa proprio nel suo farsi”.

1863-1992 DI GIOVANNI IN OLTRE

21.2.13 ,


FORTE FANFULLA Giov 14, ven 15, sab 16 febbraio 2013 nell'ambito del Festival PARABOLE FRA I SANPIETRINI “da Roma in fuori” “1863-1992 DI GIOVANNI IN OLTRE Storia d'Italia e di persone da Giovanni Corrao a Giovanni Falcone” di Hilario Halubras con Marco Gobetti. Spettacolo in corso di pubblica e infinibile creazione, da un copione nato durante le prime venti prove su strada de "La vera storia di Hilario Halubras" (estate 2010 - con la co-direzione di Thuline Andreoni e Fabiana Ricca e il suono di Baldo).Uno strano personaggio evoca una vicenda che, correndo sul filo di tre attimi e tre vite, unisce indissolubilmente il XIX secolo e l’evento dell’Unità d’Italia, all’Italia del XX secolo e oltre. La stranezza del personaggio che evoca questa vicenda, deriva innanzitutto dal fatto che conosce storie di ogni tempo. Lo strano personaggio che evoca questa vicenda, conosce sì storie di ogni tempo: ma anche quelle non ancora accadute. Si lancia con forza a evocare la vita di Giovanni Falcone, tutta quanta, fino a un viaggio in macchina e a un’esplosione, poco prima di una galleria. Vuole assolutamente arrivare a ciò che di questa infinita vicenda non è ancora accaduto: ciò che può accadere solo se si viene a sapere. Lo strano personaggio finirà per rispondere alla domanda, anche a costo di svelare il segreto della sua identità: evocare l’incredibile vicenda di un uomo dell’800 che grazie a un passerotto diventa un uomo del 900 e oltre, era davvero l’unico mezzo che aveva per farlo.

link: www.marcogobetti.org/

La sovranità appartiene al pop

18.2.13


Teatro Tordinona 15-16-17 febbraio 2013 “LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POP” compagnia Schegge di Cotone scritto e diretto da Emanuele di Giacomo con Elisa Capo ed Ottavia Leoni. Una presentatrice “resistente” che a tutti i costi cerca di salvare il salvabile e una valletta superficiale il cui unico obiettivo è finire lo spettacolo in tempo per poter presenziare a una serata in discoteca. Le due showgirl cercano di mettere in piedi un improbabile show a tema che fa il verso alla celebre trasmissione televisiva “Affari tuoi”. Il tema della puntata è la Costituzione della Repubblica Italiana. La scarsità dei fondi a disposizione, la mancanza dello staff, l’inadeguatezza della valletta renderanno quest’impresa tutt’altro che semplice. Ogni pacco e ogni concorrente partono da un diverso articolo e danno il via a un susseguirsi di situazioni comiche e surreali. Uno spettacolo di teatro civile che riporta al centro della riflessione la Carta fondante della nostra convivenza e il bisogno di ritrovare un insieme di regole condivise per riuscire a pensare a un futuro. Lo spettacolo vede un coinvolgimento diretto del pubblico, perché se nelle nostre teste ha iniziato a suonare un campanello d’allarme sulla democrazia, i diritti e in generale la vita politica di un Paese abituato a galleggiare sull’emergenza, forse è arrivato anche il momento di renderci conto che di questa condizione siamo responsabili tutti e tutti siamo chiamati, nella finzione teatrale così come nella vita reale, a fare qualcosa per cambiare la rotta, a impegnarsi attivamente per ripristinare, anche se simbolicamente e per una sera soltanto, il senso più profondo dei 139 articoli che costituiscono il fondamento dello Stato Italiano.
link: http://www.scheggedicotone.com/

Reading - Il respiro in Bachmann – Passioni

17.2.13


Forum Austriaco di Cultura Roma 14 febbraio 2013 Reading - Il respiro in Bachmann – Passioni Regia e drammaturgia di Maria Inversi con Marco Quaglia e Claudio Curti Gialdino al pianoforte. Musiche di: Franz Schubert: Improvviso, Claude Debussy: Clair de lune, Franz Liszt: Sogno d’amore, Johannes Brahms: Intermezzo, Hans Werner Henze: Frammento, Nicola Valente: Passione, Frédéric Chopin: Valzer. «… E dentro un cortile tagliato dalla luce come in un caravaggesco senza neri, Longhi, la Banti, con Gadda e Bassani…scendono alla fermata dell'autobus, con i saluti di Contini e quelli del Tombra di Spitzer. E, insieme, la Bachmann, Uwe Johnson, Enzensberger…e un gruppo di angeli londinesi e di fotografi americani con gli occhi rossi dei nevrotici, …» Pier Paolo Pasolini, Poesie in forma di rosa, 1964 Solo chi ha fiducia nell'altro e urgenza del dirsi e darsi può rappresentarsi come nuda/o. La generosità spirituale e umana che traspira dalla corrispondenza ci consente di tangere anche la qualità intellettuale ove arte, visione filosofica, estetica ed etica del valore delle relazioni si respirano anche in poche frasi. La Bachmann si rivela attraverso le sue parole e quelle degli altri tra gioia, tristezza, forza e fragilità. L'inconosciuta Bachmann attraverso gli epistolari tra lei e altri artisti con cui condivise passione affetto, acerbità, ricerca di riconoscimento, certezze, ma anche, tentativi di costruire relazioni etiche e, attraverso cui, ha espresso la sua necessità di essere nel mondo con identità libera di pensare e agire. Generosa e caparbia, fu esigente con se stessa e con chi entrò in contatto con lei. La Bachmann visse un'epoca in cui gli eventi storici furono particolarmente drammatici per tutta l'Europa: nazismo, fascismo, stalinismo, guerra fredda e, infine, le rivoluzioni del sessantotto, fatti in tutta la loro complessità, che la spinsero in una forma di inquietudine da cui, unitamente alle delusioni sentimentali, la vide in Via Bocca di Leone e in Via Giulia, stanca, sola e sofferente. Nell'intervista che Maria Inversi fece a suo tempo a Maria Teofili, governante della Bachmann, la stessa dichiarò che il giorno in cui la sigaretta provocò bruciature sul suo viso e parte del corpo la Bachmann, alla domanda: signora, ma lei non piange? La Bachmann rispose: non sono questi i dolori che fanno piangere. Morì quattro giorni dopo. Ciò che noi vogliamo ricordare con questa serata è però la bellezza, la gioia dello sguardo che vede la natura fremere e appassionarci. Vogliamo raccontare la potenza dell'amore, i desideri, i sogni attraverso parole che si scalfiscono nella mente, diciamo anche nello spirito per la loro unicità di scrittura, ma anche per la particolarità delle relazioni: grandi tra grandi di cui riconosciamo altezze e fragilità. La corrispondenza tra Celan e Bachmann ha toni, andamenti e forme completamente diverse dalla corrispondenza che ebbe con Henze, giocosa, divertente e tenera. Nel suo “Diario di Guerra” la Bachmann riporta parte della corrispondenza avuta con Jack Hamesh ove emerge la grande nostalgia che tale soldato, ebreo, provò verso Ingeborg e la sua famiglia e, nonostante la sua giovane età, riuscì a comprendere, fin da subito, la grande necessità della Bachmann a concedersi spazi di grande solitudine. Il reading è una sintesi della corrispondenza finora mai rappresentata che nella drammaturgia mette in scena parole e musica nel tentativo di restituire identità, diversità e atmosfere.

Organizzazione & Info:
Forum Austriaco di Cultura Roma, tel: 06 3608371

link: www.austriacult.roma.it

Teatro Lo Spazio - Il muro

13.2.13 ,


Teatro Lo Spazio dal 22 Gennaio al 10 Febbraio 2013 “IL MURO" piccola opera rock ispirata a THE WALL dei Pink Floyd scritto e diretto da Angelo Longoni (Cendic) con Ettore Bassi & Eleonora Ivone, musica dal vivo suonata dai SOUND ECLIPSE: Stefano Cacace, vocals, Marco Zanni, guitars, Emanuele Puzzilli, drums, Emiliano Zanni, keys & synt, Andrea Agates, bass. Quanti sono i muri che ci separano dagli altri, che ci rinchiudono, che ci isolano impedendoci di essere visti e sentiti? E quanti sono i muri che abbiamo dentro, quelli che ci siamo creati e che rappresentano limiti e frontiere invalicabili? Per non parlare dei muri che crea il contesto sociale, il mondo economico e lavorativo, i muri che ci impone la crisi finanziaria, la disoccupazione o addirittura la malattia. Sono innumerevoli i simboli che l’idea di muro richiama: ostacolo, impedimento, scudo, freno, divisione, blocco, chiusura, ostruzione, argine, trincea, prigione, limite, pregiudizio… e tanti altri ancora. La valenza che il muro porta con sé è non solo sinonimo di segregazione e sopraffazione, ma anche di sospensione di contatto con il mondo. Sono stati moltissimi i contributi artistici e narrativi nella storia della letteratura, della pittura, della fotografia, della musica e del cinema ad utilizzare questo simbolo. Il più famoso e più popolare è sicuramente “The Wall” l'undicesimo album della mitica band inglese dei Pink Floyd, un doppio concept album pubblicato nel 1979 al quale ha fatto seguito il film nel 1982. La forza evocativa delle musiche e dei testi dei Pink Floyd, la loro valenza simbolica e universale, fa da base, oggi, ad una nuova ispirazione per una storia legata al presente e ai tempi che stiamo vivendo. A distanza di oltre trent’anni dall’uscita di “The Wall” i muri intorno e dentro all’uomo e alla donna del nuovo millennio sono aumentati e i loro effetti sono decisamente più evidenti. “IL MURO” è una storia pensata per il teatro, uno spettacolo musicale che si può definire come “piccola opera rock”. Le canzoni del celebre gruppo britannico fanno da contenitore e da base poetica per raccontare la vita di un uomo, di una donna e del loro amore messo a dura prova da tutti i muri presenti nella società e nelle loro menti. “IL MURO” è uno spettacolo emotivo e romantico, divertente e arrabbiato, pieno di speranza. Una storia d’amore che ha bisogno, per sopravvivere, di abbattere tutti i muri con i quali ognuno di noi ha a che fare quotidianamente. In una scenografia, che rappresenta simbolicamente l’interno di un appartamento qualsiasi, i musicisti si mischieranno ai personaggi sostenendoli e accompagnandoli nel loro viaggio sentimentale, mettendo a loro disposizione le musiche e le canzoni dei Pink Floyd che gli attori riutilizzeranno in parte restituendole in forma di drammaturgia nei loro dialoghi.

Non sparisco dalla terra

13.2.13


Casa delle Culture 2 dicembre 2012 Deposito dei Segni in collaborazione con ISM Italia presentano “NON SPARISCO DALLA TERRA” Ideazione Cam Lecce e Jörg Grünert con Cam Lecce, Michelangelo Del Conte,Jörg Grünert, allestimento Jörg Grünert, musiche: Michelangelo Del Conte, scelta dei testi: Wasim Dahmash. Reading di poesie e narrativa arabo-palestinese. La poesia e la narrativa palestinese rappresentano un frammento della vasta letteratura araba. Sono una scrittura fortemente permeata dalla presenza del dramma storico, civile e politico del popolo palestinese. Si potrebbe dire che quasi siano stati i poeti i primi ad accorgersi del conflitto che si stava delineando con l’arrivo dei coloni sionisti al seguito delle truppe di occupazione. Una scrittura di impegno civile in cui i temi dell’amore, dell’esilio, della resistenza, della lotta all’oppressione, contro la persecuzione e la prigionia, per il diritto alla vita e per la difesa della propria identità si intrecciano a sentimenti e memoria, paesaggi interiori di un presente minaccioso ancora esistente, ben restituiti da grandi capacità stilistiche suggestive ed originali. Autori delle poesie e racconti presentati nel reading sono: Ibrahim Tuqan, Fadwa Tuqan, Rashid Husayn, Samih al-Qasim, Samira Azzam, Ibrahim Nasralla, Mahmud Darwish. La scelta dei brani che ripercorre un arco temporale che va dagli anni 30 del '900 fino agli anni 2000 è stata curata del docente universitario, saggista e traduttore Wasim Dahmash.
link; http://www.casadelleculture.net

Prima del vulcano

11.2.13


Recensione dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta

Teatro Tordinona 7-8-9 febbraio 2013 “PRIMA DEL VULCANO” Di e con Luca Di Giovanni (manuale di sopravvivenza per un giovane orfano). Testo Lorenzo Alunni e Luca Di Giovanni. Regia e drammaturgia Luca Di Giovanni, Interpretato da Luca Di Giovanni, Musiche originali Augusto PalloccaSPETTACOLO VINCITORE DI SERATA DEL BANDO INGIUSTO 2011. "Lui siede accanto a suo fratello Luca. Luca è piccolo, ha otto anni, ma non ha paura. Guarda di sotto, non allaccia la cintura, ride e parla in continuazione. Lui lo guarda con tenerezza, ma qualcosa gli brucia in petto. Non riesce a nascondere la preoccupazione, o più semplicemente non riesce a respirare. Il primo volo non si dimentica mai. Tutto fa più effetto, la prima volta. Prima di vederlo dall’alto avrebbe voluto scalarlo partendo dal basso. Ma il vulcano è lì, mastica i suoi ricordi e li risputa sotto forma di fumo. Luca lo saluta con la mano, come a volerlo accarezzare da lontano. Lui sa quanto sarà lontano, il vulcano, quando avranno bisogno di lui. Questa crudele confessione di inadeguatezza nasce dal tentativo di aggrapparsi al nocciolo esistenziale delle opere dello scrittore americano Dave Eggers. Su tutto campeggia l’horror vacui, la paura e la disperata voglia di crescere, la vertigine di chi non si sente mai all’altezza. Il grido strozzato di un giovane che deve farsi uomo. Aldilà di ogni retorica e aldiquà di ogni giovanilismo, questa ennesima epopea di emigranti diventa uno specchio della difficoltà di diventare adulti in quest’epoca in cui prendersi le proprie responsabilità sembra essere sempre più difficile e traumatico. La morte dei genitori, freudianamente parlando, risulta ai giorni d’oggi sempre più necessaria per spiccare il volo. Il protagonista è un giovane di provincia che, persi improvvisamente entrambi i genitori, si trova a doversi occupare del fratello Luca di otto anni e a fare i conti con la necessaria dimensione epica del quotidiano in una metropoli caotica e indifferente come Roma. Il tragicomico racconto del povero ragazzo, più che mai solo nella sua disperata ricerca di celebrità, dà vita ad un racconto crudo e beffardo, intimamente esplosivo."

Sedia sediola

10.2.13


Teatro Nino Manfredi dal 6 al 18 novembre 2012 “SEDIA SEDIOLA” regia Claudio BOCCACCINI, con: Nathalie CALDONAZZO, Felice DELLA CORTE, Teresa DI GENNARO, Ludovica BEI e per la prima volta in scena il piccolo Gabriele CAPPARUCCI. Due genitori ancora giovani che si sono separati ma che forse si amano ancora, forse. La nuova fiamma di lui, forse troppo giovane ed esuberante, forse. Una domestica tuttofare forse troppo invadente, forse. E poi c’è lui , il bambino forse troppo maturo per la sua età, forse. Una girandola irresistibile di situazioni divertenti e paradossali, una baraonda comica di equivoci verbali e sentimentali il cui epicentro è animato da un bambino che combatte con il suo essere troppo piccolo per esserne coinvolto e troppo grande per rimanerne fuori. “Sedia sediola” titolo che prende spunto da una vecchia filastrocca per bambini, scritta da Rosario Galli lo stesso autore della fortunata serie “ UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI….”, è una commedia dolce tenera fresca e divertente sul tema molto attuale di come i bambini riescano a comprendere e penetrare i sentimenti umani forse meglio degli adulti, forse.

SoprailCielodiSanbasilio

10.2.13 ,


FORTE FANFULLA 8 Febbraio 2013 20ChiaviTeatro in “SoprailCielodiSanbasilio” Storie di bambini che si fanno ragazzi, calciatori volanti, storie di immigrati di e con Ferdinando Vaselli regia Valentina Esposito. Soprailcielodisanbasilio è un luogo popolato di ragazzini con lingue mozze, paolorossi jugoslavi, professoresse nane e urlanti, parenti calabresi, zingari silenziosi, calciatori che volano sopra il cielo di S. Basilio che lanciano palloni che bucano reti, bambini razzisti, solitari autodistruttivi, geniali e diabolici. L’idea di questo spettacolo nasce da una serie di laboratori teatrali realizzati nelle scuole elementari e medie nell’ambito del progetto "La cultura degli altri". Lo spettacolo "Soprailcielodisanbasilio" è nato dallo stimolo ricevuto da questi incontri e si è espresso nel desiderio di raccontare la storia di una generazione (la cosiddetta “seconda generazione”) nata e cresciuta in Italia in bilico tra tradizione e perdita di identità, tra voglia di sentirsi accettati e consapevolezza di sentirsi diversi. Registrando bambini e maestri, il risultato è stato il racconto di un anno di scuola nella periferia romana, dal primo giorno alla promozione al passaggio alle scuole superiori, visto attraverso lo sguardo di un ragazzino figlio di migranti bosniaci. Insieme a lui un gruppo di bambini attraversano la città come se fosse un luogo di echi di storie della tradizione popolare fatto di personaggi caricaturali, comici e tragici allo stesso tempo, eccessivi come sono i bambini.

L'odore del mondo

9.2.13


TEATRO ARGOT STUDIO 13 – 18 Novembre 2012 “L’ODORE DEL MONDO” Liberamente ispirato all’articolo “Fuga da Est” di Concita de Gregorio di e con Gisella Szaniszlò. Regia Jacopo Maria Bicocche. Produzione Compagnia dei Demoni, Distribuzione Off Rome. L’odore del mondo è uno spettacolo che racconta della vita di Irina, una bambina Moldava, della sua famiglia, di un avvenimento che all’età di dodici anni sconvolge la sua vita. Irina è una bambina bella. Sua nonna le ha sempre detto: ”sei bela come prima stella di sera!”. Dopo il giorno del suo dodicesimo compleanno, Irina intraprenderà un viaggio che la farà diventare adulta e che la costringerà a riconsiderare la scala delle sue priorità. La bellezza, che da bambina era stata per lei un vanto e motivo di gioia, ad un certo punto della sua vita diverrà una zavorra e in essa dovrà smettere di riconoscersi per ritrovare la libertà perduta e tornare a essere padrona del suo destino. Il racconto parte dal ricordo di un odore, quello della zuppa che la Nonna le cucinava nei giorni di festa e si chiude con la descrizione della ricetta proprio di quella zuppa. La narrazione si sviluppa attraverso tre fasi che Irina vive, che corrispondono ai tre momenti scenici attraverso cui si evolve lo spettacolo e che rappresentano, anche, tre fasi fondamentali della vita di una donna: la fanciullezza, l’età della fertilità e quella della Consapevolezza. Il paradigma di un viaggio che noi tutti compiamo, affrontando le esperienze della vita alla ricerca di noi stessi.

Lulu Ruud

8.2.13


TEATRO DELL’OROLOGIO DALL'8 AL 20 NOVEMBRE 2011 "LULU, RUUD E LE ALTRE" Testo vincitore della V Edizione del Concorso Nazionale per Autori di Monologhi “Per Voce Sola” 2010. Drammaturgia e Regia: Emanuela Cocco, con Cristina Aubry. Scene e costumi Cinzia Iacono. Uno spettacolo a metà strada tra l’impegno civile e la commedia sofisticata, affollato di visi, parole e canzoni di donne che si pongono in maniera ostinata l’eterna domanda: donne si nasce o si diventa? In una cittadina della provincia romana un’educatrice del privato sociale lavora nel progetto Tappeto Volante, rivolto ai minori a rischio e alle donne vittime di violenza domestica. Poche risorse, molti tentativi di costruire una relazione e qualche fallimento. Alle soglie della festa della donna, in una rissa tra alcune ragazze inserite nel progetto, oltre agli schiaffi e agli insulti, fanno la loro comparsa i coltellini a scatto. Risultato: due denunce e tre ragazze all’ospedale. E’ arrivato il momento di parlare a queste ragazze e alle loro madri. La protagonista scomoda a questo scopo tutte le donne del suo immaginario, da Simone de Beauvoir a Pretty Woman, alla Maria Braun di Fassbinder …

Compagnia Aleph

8.2.13


Colosseo Nuovo Teatro 12/01/2013 Performances estratti
1 e 2 "Giasone e Medea" estratti dello spettacolo "Voci Medea" della compagnia Aleph coreografia Paola Scoppettuolo con Giacomo Galfo e Marta Scarsella.
3. "Faccia devastata" da una poesia di Sylvia Plath coreografia Paola Scoppettuolo con Marta Scarsella.
4. "Incomunicabilità" coreografia Paola Scoppettuolo con Giacomo Galfo

PARABOLE FRA I SANPIETRINI

8.2.13 ,


Recensione del festival su TeatroeCritica
FORTE FANFULLA 
8 Febbraio - 25 Maggio 2013,
OFFRome e Fanfulla presentano

PARABOLE FRA I SANPIETRINI

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“C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori, II Edizione. Riparte, dall’ 8 febbraio al 25 maggio il Festival di teatro indipendente, PARABOLE FRA I SANPIETRINI “da Roma in fuori” . Il cuore pulsante dell'iniziativa sarà ancora una volta il quartiere del Pigneto, il luogo performativo i rinnovati spazi del circolo ARCI Fanfulla, in Via Fanfulla da Lodi, 5. Dodici gli appuntamenti come le formazioni ospitate - MO.Lem, Il Cerchio di Gesso, Compagnia Marco Gobetti, Carichi Sospesi, Teatro dei Venti, Compagnia Barone Chieli Ferrari, Vanaclù, Stefano Detassis, Teatro dei Limoni, Ventichiavi Teatro, Mario Jorio, Teatro Campestre - e provenienti da tutta Italia (Torino, Padova, Genova, Roma, Trento, Modena, Foggia). Tutte diverse tra loro nelle proposte estetiche, ma tuttavia accomunate dall'originalità dei linguaggi impiegati, e da una indubbia personalità che caratterizza il proprio percorso di ricerca. Per molte di queste formazioni inoltre, Parabole rappresenta un'occasione concreta di circuitazione 'non convenzionale', un'opportunità di confronto con un pubblico eterogeneo e, confidiamo, stimolato da questo genere di visione. Come già lo scorso anno, anche questa seconda edizione si arricchisce di eventi speciali: oltre alla tradizionale festa di chiusura - quest'anno prevista in coincidenza con l'ultimo appuntamento del festival, sabato 25 maggio - piena di incursioni sonore, culinarie e performative, sono previste altre occasioni di festa: in concomitanza con l'8 marzo infatti, Parabole ha pensato ad un appuntamento dedicato particolarmente alle donne, in collaborazione con la rassegna al femminile INGREDIENTE F: tre giorni di spettacolo, cibi e musiche a tema, e a corollario dell'iniziativa l'esposizione del progetto fotografico Wytya, realizzato appositamente per Ingrediente F. 
email: ufficiostampa@offrome.com
email: fanfullateatro@gmail.com

Factory

8.2.13 ,


Factory - Ex Mattatoio di Testaccio dal 8 Febbraio al 3 Marzo 2013 “Festival della Creatività”

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Festival creato come un investimento per rivolgere a tutti i giovani artisti della città di Roma una possibilità espressiva. Per quattro week end i circa 250 protagonisti della manifestazione, tra artisti, attori, registi e performer under 35, regaleranno alla capitale il loro talento, la loro fantasia, la loro capacità di espressione artistica. Lo spazio di Factory rimarrà a disposizione dei giovani autorizzati ad “occuparlo” con le proprie idee e proposte costruttive per la città. A confermare Factory come laboratorio polivalente e vivace ribalta di idee, l’Assessorato ai Giovani non ha posto nessuna regola o limite su temi e linguaggi: denominatore comune sono esclusivamente l’età degli autori - rigorosamente sotto la soglia dei 35 anni - e l’appartenenza al territorio di Roma - come residenti, domiciliati o iscritti ad un corso di formazione della città. Lo stesso nome Factory è stato scelto direttamente dai giovani attraverso un sondaggio online sui social network. In linea con altri spazi simili presenti in altre capitali europee, come il Matadero di Madrid, Factory si propone come spazio di intenso e continuo fervore creativo, per diventare “un punto di riferimento per chi non rinuncia alla cultura e cerca proposte di qualità accessibili perché gratuite.

Nel bosco

8.2.13


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro dell’Orologio dal 31-01-2013 al 03-02-2013 “NEL BOSCO” di Lucia Franchi e Luca Ricci, regia Luca Ricci, collaborazione alla scrittura scenica e azione Roberto Gudese e Alessia Pellegrino, scena Katia Titolo, luci Gianni Staropoli ambiente sonoro Fabrizio Spera, voce fuori campo Roberto Herlitzka, effetti video Andrea Giansanti, effetti sonori Antonello Lanteri, tecnico Nicola Mancini, organizzazione Laura Caruso, regia Luca Ricci. Lui scappa nel bosco inseguito da una minaccia concreta e mortale, lei vi entra in cerca di una propria indipendenza. Per entrambi il bosco è un invorticarsi nell’oscuro, è andare dietro il paesaggio, sotto il paesaggio, è nascondersi. Per guardare la vita all’altezza dei fili d’erba. Nella fiaba classica, entrare nella dimensione selvatica e misteriosa del bosco è fare un’esperienza della morte, per poi tornare alla vita. È l’attraversamento di una soglia, di solito segna un rito di passaggio. I protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, giovanissimi. Nel bosco si incontrano, si avvicinano l’uno all’altro, oltrepassano la linea d’ombra che separa l’adolescenza dall’età adulta. Le parole che hanno ispirato questo spettacolo sono tratte da “Il Galateo in bosco” (1978), poema di Andrea Zanzotto, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Di quest’opera Eugenio Montale scrisse: “È tanta la sfiducia di Zanzotto nella parola che la sua poesia si risolve in un tuffo in quella pre-espressione che precede il discorso articolato. È un poema percussivo, questo, ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore”.
Web site: www.capotrave.it

I colori maturano la notte

8.2.13


Teatro Tordinona 31 Gennaio 2013 “I COLORI MATURANO LA NOTTE” Concerto di voci, versi e note liberamente tratto dal DIARIO DI UNA DIVERSA, “L’altra verità” e “Terra Santa” di Alda Merini” con Marzia Ercolani - corpo e voce, Sonia Scialanca - sonorizzazioni, chitarra e voce, un progetto a cura di Marzia Ercolani ed Elena Tenga, Il brano “Demone” è scritto e composto da Sonia Scialanca. “Il diario di una diversa è una ricognizione, per epifanie, deliri, nenie, canzoni, disvelamenti, apparizioni, di uno spazio, un luogo in cui irrompe il naturale inferno dell’essere umano. Dentro il manicomio tutto è sacro, reca in sé una sconvolgente volontà di significato, è ustionato e consacrato un destino. Quello spazio è insieme chiuso e spalancato. Grazie alla “Parola” poetica, Alda non è mai stata esclusa dal colloquio con ciò che apparentemente è muto e sordo e cieco; la vocazione salvifica della parola fa sì che il deforme sia insieme se stesso e la più mite, indifesa e inattaccabile perfezione della forma. Solo angeli e demoni parlano lo stesso linguaggio.” (Giorgio Manganelli). Alda Merini ci accompagna, con la sua ironia e la sua schiettezza, tra note poetiche e diari, nei padiglioni psichiatrici che sono stati la sua casa per lunghi anni. Ci presenta reparti infernali, luoghi di tortura, allucinazioni, amori innocenti, ossessioni, dannati senza colpa, mancanza d’amore e visioni di morte, solitudini e lucide ribellioni, dolci amicizie e brutali distacchi. Ascolteremo il suo io di donna straziato e la sua dignità schiacciata e quella di molti degenti, con i suoi occhi vedremo l’altra verità di una diversa tra i diversi. L'attrice, narratrice e regista Marzia Ercolani e la chitarrista, cantautrice Sonia Scialanca intrecciano voci, corpo e note per restituire il pensiero e l’anima della grande poetessa, per attraversare, come degenti, come donne, come artiste, quella “Terra Santa” nella quale il sistema degli uomini sani ha appositamente confinato il libero pensiero, i poveri, le anime poetiche, l’intelligenza incorruttibile e le solitudini diverse, per annientare ogni traccia di una vita che rifiuta omologazione e controllo. Terra santa luogo di storie nascoste, di istituzionalizzazioni e ospedalizzazioni, luogo che ha rappresentato la didascalica truce applicazione del potere che struttura le gerarchie umane, luogo il cui sistema segreto e interno è velatamente applicato tutt’oggi ad ogni categoria sociale. “Anche la follia merita i suoi applausi…” A. Merini

Mattone dopo mattone

8.2.13


Teatro Tordinona 4 e 5 febbraio 2013 “MATTONE DOPO MATTONE” di e con Emiliano Valente. Un'incidente stradale sulla tangenziale di Roma. Un uomo solo alla guida di una panda. La ricerca della verità. Il traffico. Il silenzio dei suoi pensieri. Sono in macchina, ho appena preso la tangenziale, un incidente rende impossibile qualsiasi spostamento. Non mi muovo e non ho il minimo interesse ad ingannare il tempo con uno dei tanti giochini che mi porto dietro. Inizio così a costruirmi un mondo immaginario, fatto di personaggi stravaganti e idee di cambiamento. Ma neanche il mondo immaginario riesce a coprire il mio sguardo dalle costruzioni che si moltiplicano di fianco a me, volumi che invadono il mio spazio, il mio animo, la mia fisicità. Senza mai muovermi dal mio pandino, percorro le vie dei nuovi quartieri romani, osservo le piscine dei mondiali di nuoto mai terminate, le mille nuove costruzioni di una città che continua a espandersi, senza regole e limiti urbanistici. E così nasce il conflitto tra la mia immobilità e questo vagabondare immaginario alla ricerca di inutili verità. Ma a cosa serve conoscere la verità? Intorno al mio pandino solo volti e figure annoiate, provate da un'alienante esistenza, scandita dai soliti gesti, dalle solite abitudini. Gesti ripetuti ogni giorno, in quegli abitacoli che ormai sembrano sempre più somigliare a surrogati di abitazioni. A cosa pensano? Quali sono le loro preoccupazioni? Cosa gli sta davvero a cuore? Non ho risposte, non le possiedo, e sono anche stanco di continuare a domandarmelo. Solo una volta terminato il viaggio mi rendo conto della mia solitudine, del mio grido che non emette suono, dei miei occhi chiusi dal troppo vedere, e dell'impossibilità di poter trovare ciò che vorrei trovare realmente. Lo spettacolo nasce all'interno della macchina e muore lì, è costantemente costruito e distrutto, riorganizzato e denigrato. Forse non è mai esistito, forse deve essere ancora creato.

American Dante

6.2.13


Teatro Belli dal 29 gennaio al 10 febbraio 2013 Giorgio Colangeli in “AMERICAN DANTE” scritto e diretto da Marco Maltauro con Katherine Wilson, Marcus J. Cotterell. Musica di Stefano Switala, Luci e scena di Valerio di Filippo. I poeti in Italia non sopravvivono. Dante Alighieri è costretto a vendere la Divina Commedia agli americani che ne faranno un film. In questo spettacolo Dante svende il suo poema sacro parlando l’inglese e la sua lingua e la cosa sorprendente è che sono due idiomi perfettamente comprensibili. Poesia italiana del ‘300 e lingua del rock.

Canti Dante

6.2.13


Teatro Belli dal 29 gennaio al 10 febbraio 2013E una seconda parte in cui Colangeli recita la prima cantica. «Non una lettura - precisa l'attore -. Conosco la Commedia a memoria e ne porto sul palco una versione viva, per restituire l'emozione della poesia spesso mortificata nei ricordi scolastici».Ogni sera in scena sei diversi canti. «Con un biglietto si può tornare a vedere l'ultima parte dello spettacolo e godersi tutto l'Inferno in una settimana - conclude Maltauro -. Per amare Dante sarebbe meglio leggere i cento canti d'un fiato piuttosto che impantanarsi sulle note di dieci versi».

Tea Tram: The Mind Tourist

6.2.13 ,


Mercoledì 30 Gennaio 2013 “Tea Tram : The Mind Tourist” Spettacolo di Mentalismo con Max Vellucci. È possibile condizionare la mente umana e carpirne i pensieri? È possibile manipolare le scelte e il comportamento altrui? È possibile giocare con la psiche e far vivere esperienze "ai confini del reale"? Attraverso l’uso di raffinati principi psicologici e illusioni percettive, Max Vellucci realizza suggestivi giochi con la mente in uno spettacolo dinamico, misterioso, divertente e interattivo. Ogni performance si traduce in un intrattenimento sorprendente, ironico ed elegante: una nuova forma di intrattenimento che non mancherà di stupire e divertire attraverso la sperimentazione diretta di fenomeni apparentemente inspiegabili. Lo spettacolo alterna momenti ironici e interattivi con il pubblico ad altri di maggiore suspense, coniugando divertimento e colpi di scena. TeaTram è un'iniziativa realizzata utilizzando le vetture del parco "tram storici" di ATAC. Si tratta di un’esperienza inedita ed emozionante con una formula molto semplice: spettacolo + aperitivo + tour di Roma a bordo di un bellissimo tram d'epoca degli anni '30. L’appuntamento è alla banchina di Piazza di Porta Maggiore 15 minuti prima della partenza. Si sale a bordo dopo l’accoglienza e l’emozione già si sente, perché nessuno sa davvero cosa accadrà. Ogni spettacolo è unico e irripetibile. La rappresentazione ha inizio subito dopo la partenza, e gli attori si muovono nello spazio centrale dello storico Tram Meeting, una vettura restaurata del 1928: i sedili in testa sono singoli, ed è facile seguire la messa in scena; da metà in poi, le antiche sedute in legno sono rivolte proprio verso il “palcoscenico”. Quando l’atmosfera si scalda, lo spettacolo prende vita all’interno del tram e si sovrappone al suggestivo scorrere di Roma, fuori dai finestrini: San Lorenzo, Valle Giulia, Santa Croce in Gerusalemme, San Giovanni, i Fori, il Parco del Celio, la Piramide, oppure Viale delle Belle Arti fino a Piazza Thorwaldsen e ritorno.

Hate Mail

6.2.13


Teatro Ambra alla Garbatella 27 gennaio 2013 Compagnia dei Demoni presenta “HATE MAIL - L’amore ai tempi della collera” di Bill Corbett e Kira Obolensky con Mauro Parrinello e Elisabetta Fischer regia Mauro Parrinello. Testo adattato e riscritto dalla genovese Compagnia dei Demoni, formazione di ex allievi dello Stabile di Genova. In scena una storia d’amore, affrontata con straordinaria originalità: l’odio e l’amore, la passione e il fallimento, l’inganno e la gelosia vengono raccontati attraverso la corrispondenza tra i due protagonisti: così lettere, post-it, fax, e-mail e social network si fanno narratori di questa grottesca e tenera storia d’amore, generando un vortice di situazioni esilaranti. Preston, ricco e viziato architetto incontra Dahlia, fotografa povera e nevrotica. I loro modi si scontrano quando lui invia una prima lettera di denuncia che costa a Dahlia il posto di lavoro. Da quel momento è impossibile tornare indietro. La loro corrispondenza diventerà sempre più folle, gettandoli in un vortice in cui precipiteranno. Tra odio e amore, tra coincidenze e ripicche, allontanandosi e ritrovandosi, secondo le più imprevedibili e improbabili leggi che regolano i rapporti tra uomini e donne. Il testo è supportato da una messa in scena essenziale e efficace: due sedie e due cassette della posta, giochi di luce, dialoghi e ritmi serrati, situazioni surreali e dall’irresistibile comicità. Uno spettacolo esilarante, che indaga gli enigmi dell’amore con tagliente e disarmante acutezza.

Tron Dance

6.2.13


TRON DANCE
Questa tecnica di luci automatizzate su sfondo nero, come si è visto in Team Got Talent America coinvolge una squadra di tecnici specializzati. In Giappone, la compagnia di danza “Wrecking Crew Orchestra” si è lanciata dopo aver fatto la pubblicità dello smartphone Sony Xperia.

Dindolo

6.2.13


Andrea Bezziccheri alias Franco Losvizzero nasce nel 1973 a Roma. Vive e lavora tra Roma e New York. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, l’Istituto Europeo di Design e i corsi di regia, nel 1996 si trasferisce a Londra per approfondire gli studi presso la Thames Valley University e successivamente soggiorna frequentemente a New York. È in questo periodo che la sua ricerca subisce un rivolgimento creativo che lo conduce ad indagare i meandri dell’inconscio. La sua arte può essere inserita in correnti espressioniste, pop-surrealism e di transavanguardia. Il disegno, la pittura e, in seguito, la scultura sono i fondamenti del suo percorso artistico. Dopo la sua prima personale a Roma, Carillon Anatomie Meccaniche, viene invitato ad esporre all’Istituto di Cultura Svizzero a Roma per la Mostra Visioni del Paradiso. Nel 2007 il Ministero degli Esteri organizza una mostra con venti artisti arabi del novecento, che a loro volta scelgono venti artisti. Marya Kazoun sceglie Franco Losvizzero e la mostra toccherà Damasco, Beirut e il Cairo. Nel 2008 espone a Davos, in Svizzera, per il Word Economic Forum una scultura in vetro soffiato di due metri. É ora alla sua terza collezione in vetro soffiato da maestri di Murano per la Berengo Fine Arts Collection. Losvizzero è impegnato, oltre che con mostre d’arte contemporanea, nella regia cinematografica con il suo vero nome: Andrea Bezziccheri. I suoi documentari, videoclip musicali e film di sperimentazione sono stati presentati in diversi festival, tra cui il Locarno Film Fest e il Festival Internazionale del Film di Roma, a cui nel 2009 ha mostrato al pubblico per la prima volta il suo film sperimentale N.Variazioni. Nel 2010 debutta a NY con la sua prima mostra personale Anima’LS, partecipa alla collettiva Apocalipse Wow! al museo Macro Future di Roma, espone un’installazione con performance a La Pelanda e al Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma. A Ottobre 2010 è invitato alla Finale del Premio Cairo al Museo della Permanente a Milano. Dal 3 al 7 Novembre sarà a Torino per The White Cellar e dal 19 Novembre sarà a Napoli per un mese con la personale OSSA OSSIA MESSIA.

Teatro Lo Spazio - Spogliarello

4.2.13 ,


Teatro Lo Spazio, Roma, 28 Luglio 2012 Autori nel cassetto, attori sul comò SPOGLIARELLO. Diretto e interpretato da Margherita Lamesta Krebel

Autori nel cassetto, attori sul comò, SPOGLIARELLO, Margherita Lamesta Krebel

Teatro Lo Spazio - Don Giovanni

4.2.13 ,


Teatro Lo Spazio, Roma, 28 Luglio 2012 Autori nel cassetto, attori sul comò DON GIOVANNI MON AMOUR Testo di Daniele Zappalà e Giulia Scarpelli, Regia Daniele Zappalà, Con Daniele Zappalà e Giulia Scarpelli

Autori nel cassetto, attori sul comò, DON GIOVANNI MON AMOUR, Daniele Zappalà, Giulia Scarpelli

Teatro Lo Spazio - Lutto al castello

4.2.13 ,


Teatro Lo Spazio, Roma, 28 Luglio 2012 Autori nel cassetto, attori sul comò “LUTTO AL CASTELLO” Regia Emanuele De Marco. Con Simone Borghini, Sara Calvario, Sara Corelli, Flavia Moretti, Diego Parente, Piergiorgio Maria Savarese e Pamela Vicari

Autori nel cassetto, attori sul comò, LUTTO AL CASTELLO, Emanuele De Marco, Simone Borghini, Sara Calvario, Sara Corelli, Flavia Moretti, Diego Parente, Piergiorgio Maria Savarese, Pamela Vicari

Teatro Lo Spazio - Oracolo

4.2.13 ,


Teatro Lo Spazio, Roma, 18 Luglio 2012 Autori nel cassetto, attori sul comò “ORACOLO HAPPY HOUR TOUR” Scritto e diretto da Sergio Maccari/ Gruppo Oracolo. Con Brunello Arborio,Pierluigi Stentella, Sergio Maccari.

Autori nel cassetto, attori sul comò, ORACOLO HAPPY HOUR TOUR, Sergio Maccari, Brunello Arborio,Pierluigi Stentella, Sergio Maccari

Cronaca di una crisi annunciata

4.2.13 ,


Teatro Tordinona 26 GENNAIO 2013 “CRONACA DI UNA CRISI ANNUNCIATA”
testo e regia Tiziano Turci, aiuto regia Rossella Teramano, con Tiziano Turci (piano e voce), Rossella Teramano (voce), Francesco Saguto (chitarre) Elia Moretti (batteria e vibrafono). Spettacolo vincitore del premio della critica al concorso “Monologando”, teatro dei Contrari di Roma e del premio “Ogni mille passi doppi” talenti sulla via Emilia under 35. Dice un aforisma: se ci scambiamo un dollaro, ciascuno di noi, alla fine dello scambio, resta con un dollaro in mano. Se ci scambiamo un’idea, ciascuno di noi, alla fine dello scambio, dispone di due idee. Si dice con leggerezza che tutte le crisi prima o poi finiscono, salvo poi ammettere in seguito, con altrettanta leggerezza, che ve ne saranno sempre di nuove. Ma le crisi non sono affatto un inevitabile ”effetto collaterale” della finanza. Piuttosto, sono la prova di un difetto costitutivo dell’attuale configurazione della finanza di mercato. “Cronaca di una crisi annunciata” racconta i passaggi fondamentali che hanno segnato la crisi mondiale del 2008, le sue conseguenze economiche ma soprattutto le sue fondamentali conseguenze politiche. In un ritmo vorticoso tra monologhi e canzoni si snodano una serie ininterrotta di fatti, aneddoti, storie, raccolte da libri, giornali, televisione. L’attore suona, parla, canta. Un meta-teatro, un teatro di narrazione, un teatro canzone, un teatro jazz, un teatro rap per correre dal Federal Reserve Act all’accordo di Bretton Woods, da Kennedy alla guerra al terrore, dalla crisi del 2008 a governo Monti.

Io sono un'attrice

2.2.13
IO SONO UN'ATTRICE
i teatri di Roberto Latini
a cura di Katia Ippaso

Esce per Editoria&Spettacolo, "Io sono un'attrice". Curato da Katia Ippaso il libro è un percorso nella poetica dell'artista Roberto Latini e del gruppo Fortebraccio Teatro.

21-04-2009 - “Io sono un’attrice”. Una frase ambigua, anomala, che, come scrive Katia Ippaso, curatrice dell’omonimo libro dedicato a Roberto Latini (e come lei stessa ha spiegato durante la presentazione del libro tenutasi al Teatro Argot di Roma il 17 Aprile), è caduta dalla bocca dell’attore come un vero enigma, “con la stessa insondabilità della pietra”. Perché questa affermazione non si rifà assolutamente ad un teatro di genere, omosessuale o queer, né tanto-meno ad un’esplicita sessualità, piuttosto si collega alla seduzione che l’attore esercita sul suo pubblico, all’erotica ambiguità degli spettacoli di Fortebraccio Teatro, alla presenza sciamanica e rituale dell’attore, al suo “dialogo-combattimento con l’altrove.” Un altrove, della parola, della recitazione, del corpo presente nella figura di Roberto Latini, e ripercorso attraverso le pagine di questo libro, che, lungi dall’essere mero manuale critico, diviene descrizione, ri-creazione della poetica dell’artista. Il risultato è quello di affiancarsi al percorso teatrale di Fortebraccio teatro in termini poetici, comunicarne le energie, le strategie, le emozioni, le parole, i corpi, la prassi scenica, guardando a tutti gli spettacoli prodotti dal gruppo. Il libro si apre con uno scritto dello stesso Latini, che, rifiutando i termini classici della biografia, si abbandona alla nostalgia di un vero e proprio racconto in cui spiega il suo iniziale approccio al teatro. Una chiamata, la stessa che, secondo Katia Ippaso, aveva stravolto la vita al protagonista di Dance!Dance!Dance! di Haruki Murakami; questo danzare sulla vita, il saper perdere le cose per abbandonarsi ad essa. La personalità anomala e conturbante dell’artista – e conseguentemente del gruppo - è analizzata attraverso interviste, conversazioni realizzate dalla stessa Ippaso e poi raccolte, ri-ordinate per riuscire a far trapelare il detto e il “non detto”, ciò che le semplici parole non riescono a mettere in mostra, i silenzi che serpeggiano sullo sfondo di ogni opera d’arte. Si guarda ai testi dell’artista – raccolti nella seconda metà del libro – ma anche al suo stare in scena oltre la parola, al lato corporale-performativo dei suoi spettacoli, a quella che nel libro, Antonella Ottai definisce nascita di una “nuova carne”, attraverso l’esoscheletro costruito per Ubu Incatenato. Completano l’analisi i saggi di Paolo Ruffini, Paola Quarenghi, Antonio Audino e dell’appena citata Antonella Ottai, nonché altri scritti più “critici” della stessa Katia Ippaso. L’analisi e la figura di questa “attrice rock-star” si inserisce perfettamente nella collana Spaesamenti curata da Paolo Ruffini per la casa editrice Editoria&Spettacolo. Arrivata con Io sono un’attrice all’ottava pubblicazione, la collana cerca di puntare un faro sui nuovi artisti della scena teatrale italiana, sul nuovo ibridarsi delle arti, distruggerne i confini, delineando il sentire artistico e performativo caratteristico delle nuove generazioni. Katia Ippaso, critico teatrale, autrice televisiva e scrittrice, in Io sono un’attrice descrive così una delle figure più affascinanti di tale scena teatrale. Una figura “sensuale" e “femminile”. Come “femminile e sensuale” potrebbe essere definito questo libro.

 

"Io sono un'attrice" non evoca un teatro di genere, tantomeno di genere omosessuale o en travesti o queer, benché nella scena tattile e luccicante di Fortebraccio Teatro confluiscano segni di una spettacolarità sempre ambigua, erotizzata. "Io sono un'attrice" non richiama strettamente neanche la sessualità (di ordine naturale), semmai la seduzione (di ordine rituale), che è per sua natura femmina, al di là del corpo di cui si impossessa. E tanto più spaesante è l'effetto del suo potere se è nel corpo di un uomo che si deposita, costringendolo a fare di fronte al suo pubblico una recita di fantasmi, a drammatizzare in forma radicale e inesplicabile il proprio dialogo-combattimento con l'altrove.

Il fazzoletto di Dostoevskij

2.2.13 ,


Colosseo Nuovo Teatro 19- 20-21-26-27 gennaio 2013 “IL FAZZOLETTO DI DOSTOEVSKIJ” di Giuseppe Manfridi, regia di Claudio Boccaccini, musiche di Antonio di Pofi con Paolo Perinelli, scene Pasquale Cosentino, costumi Antonella Balsamo, aiuto regia Alioscia Viccaro, Marzia Verdecchi, tecnici luci e fonica Gennaro Paraggio, Francesco Bàrbera.Nella penombra di una stanza si consuma un mercato strano tra un vecchio morente e un giovane imbellettato che mira a sedurre la moglie dell’altro. Il vecchio è Dostoevskij, mentre il giovane è uno che non ha idea di chi sia colui che gli sta di fronte. Si chiama Pavel, e l’unica cosa che sa è che quel vecchio vuole il suo bel fazzoletto di seta e che lui dovrà darglielo, per poi scoprire suo malgrado che quel fazzoletto è il lasciapassare per altri mondi.
link: http://www.ilteatrodelleccesso.it
 
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