DOMUS ROMANA 10 aprile 2015
SALVATORE COSENTINO in
UN DIRITTO... MESSO DI TRAVERSO
Per la prima volta in assoluto il mondo del diritto, spesso freddo e asettico, viene rappresentato su un palcoscenico e si fa calda narrazione. La legalità raccontata attraverso i paradossi, le storture, le contraddizioni, ma anche le virtuose pratiche del mondo dei giuristi.
Magistrato in prima linea nella lotta contro la 'ndrangheta, Salvatore Cosentino – di origine salentina e ora Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Locri – ha fatto sue le parole di Leonardo Sciascia: “La mafia non sarà sconfitta dalla Digos, ma da un esercito di maestri elementari”. Convinto che la divulgazione sia uno strumento potente e irrinunciabile, ha scelto la forma anticonvenzionale del teatro-canzone, proprio per avvicinare la società civile al mondo del diritto. E, accompagnato dalla pianista Carla Petrachi, porta con successo i suoi spettacoli nei teatri, nelle università e nelle carceri di tutta Italia: da Roma a Napoli, Salerno, Lecce, Reggio Calabria, Cuneo, Firenze, Brescia
UN DIRITTO… MESSO DI TRAVERSO è il suo primo monologo - vincitore del Premio Internazionale Kouros 2013 – e nasce da vent’anni di osservazioni sul “campo”, che hanno permesso all'autore di mettere in primo piano i paradossi, le storture e le contraddizioni, ma anche le pratiche virtuose del mondo dei giuristi, con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, con la diffusione della cultura. “La magistratura - dichiara Cosentino - è un’istituzione vista troppo spesso come confinata in una fredda torre d’avorio, lontana dall’uomo, e invece all’Uomo deve tornare. Per questo, ho cercato di umanizzare il mondo dei giuristi ricordando tutte le volte che esso viene declinato dal mondo dell’arte, cinema, teatro, poesia e canzone in primis. E allora, tra citazioni di Shakespeare e Roberto Vecchioni, Pirandello e De Andrè, Alberto Sordi e Tennessee Williams, Platone e Ennio Flaiano, Collodi e Vittorio De Sica - con l’ausilio di qualche breve spezzone cinematografico, e di qualche canzone eseguita dal vivo - cerco di ricordare a tutti che, in un momento di lungaggini giudiziarie e 'incertezza del diritto', la legalità non si fa solo con l'uso dei codici (o delle manette), ma anche con l'educazione al bello, al gusto e all'arte.”
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