A una signorina a Parigi

TEATRO TORDINONA 17 Aprile 2015
Compagnia Barone Chieli Ferrari
presenta
A una signorina a Parigi
Liberamente tratto dal racconto “Lettera a una signorina a Parigi”
di Julio Cortázar
con
Emilio Barone
scene Domenico Latronico
ambientazioni sonore Alessandra Chieli
Carlo Sperduti
regia Alessandra Chieli
Massimiliano Ferrari
realizzato con il sostegno di Fanfulla Teatro (Roma) | Rialto Sant'Ambrogio (Roma) | Teatri Sospesi (Salerno), Inner Wheel (Città di Castello) con il patrocinio Ambasciata Argentina - Casa della Cultura Argentina | Comune di Citerna vincitore premio Tor di Nona alla BiennaleMArteLive 2014
Un efficace scrittore di racconti può scriverne di letterariamente validi, ma se qualche volta ha fatto l’esperienza di liberarsi di un racconto come chi si toglie di dosso una bestiaccia, conoscerà la differenza tra possessione e cucina letteraria. (J.C.) Debutta in prima nazionale al Teatro Td IX Tordinona di Roma da martedì 14 aprile fino a domenica 19 aprile lo spettacolo A una signorina a Parigi de la Compagnia Barone Chieli Ferrari tratto dal testoLettera a una signorina a Parigi di Julio Cortázar. Lo spettacolo che vede in scena Emilio Barone diretto da Alessandra Chieli e Massimiliano Ferrari nasce da un lungo studio dell'opera di Julio Cortázar che la Compagnia ha iniziato nel 2011 con la messa in scena del primo lavoro “La salute degli infermi” e dall'esplorazione dei territori del fantastico e del perturbante. Sinossi: Il fantastico non è inteso come evasione, ma come mezzo per indagare la realtà a distanza. In “A una signorina a Parigi” il fantastico entra nella realtà senza sovvertirne le regole, senza prendere il posto delle strutture ordinarie della vita, ma proprio per questo ne interroga il senso. Qual è il confine tra amare un’abitudine e soccombervi? Ciò che vediamo è un uomo chiuso in una stanza che registra dei messaggi da inviare a una misteriosa signorina a Parigi. Cerca di confessarle la sua strana sindrome: da un momento all’altro si è messo a vomitare coniglietti. Fuori dalla stanza c’è il mondo, l’inesorabilità della vita, l’Altro. Dentro la stanza ci sono un uomo e i suoi coniglietti. È un uomo libero? La libertà è la perdita del controllo? La creazione è dannazione?
Non abbiamo cercato di dare una risposta, non ci interessava una lettura psicanalitica o sociologica. A una signorina a Parigi ci ha portato altrove, è un viaggio nei territori dell'inconscio come del conscio, è un invito a guardare il mondo da un'altra prospettiva, l’ineffabile seduzione per “l'altro lato delle cose”. (Compagnia Barone Chieli Ferrari) La messa in scena
“Lettera a una signorina a Parigi” è una confessione. Nella messa in scena il pubblico entra in una sfera privata, fatta di parole sussurrate e luci soffuse. Il pubblico spia il processo di registrazione di un messaggio audio con un vecchio mangiacassette, continuamente interrotto da esitazioni, da improvvisi slanci di entusiasmo, dalla ricerca delle giuste parole, da momenti di sconforto; la destinataria del messaggio è una signorina a Parigi. I suoni e le musiche si intrecciano al discorso per creare una fitta partitura che conduce il pubblico in una narrazione intima, inquietante e ironicamente spiazzante.
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