Tierra pisada, por donde se anda, camino
20.9.13
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Performance,
ShortTheatre
Teatro La Pelanda, Roma 5 settembre 2013 foyer 2 El canto de la cabra
“tierra pisada, por donde se anda, camino” (terra battuta, dove si va, cammino)
creazione e realizzazione Elisa Gálvez e Juan Úbeda
traduzione in italiano Miguel Acebes
consulenza tecnica Fernando Úbeda
produzione El Canto de la Cabra
con la collaborazione di Comunidad de Madrid
El Canto de la Cabra viene presentato per la prima volta a Roma grazie alla collaborazione tra l'Instituto Cervantes di Roma e il Ministerio de Educación, Cultura y Deporte. Gobierno de España. INAEM
Potrà un occhio distratto vedere il volo di una foglia oggi che tutto nasce per morire subito dopo? Ci sono novecento fili neri.
Inizialmente non si vedono.Ogni filo ha un nodo, novecento nodi. Inizialmente non si vedono. Ci sono forbici e fiori. Morti. Fiori morti. I fiori sono stati raccolti uno per uno in campagna, nei vivai, dai fiorai, nei parchi, in ogni città …, centinaia di fiori. I fiori sono stati cuciti con ago e filo uno per uno, un bosco di fiori. Le forbici sono state comprate dai cinesi, una ad una, vari negozi, un bosco di forbici. I fili che inizialmente non si vedono, si è iniziati ad appenderli due giorni prima. I nodi ancora non sono finiti.
Fa impressione verificare come, di fronte alle trepidanti e a volte violente trasformazioni del XXI secolo, tutto rimanga al proprio posto. Forse è questo il motivo per cui non ci sono ribellioni, non è possibile ribellarsi contro qualcosa di immobile, morto, e meno ancora se si fa parte di quel qualcosa di morto. Crediamo che sia importante continuare a cercare di celebrare quello che ancora possiamo avere in comune, quello che condividiamo, che non è di nessuno, che non appartiene a nessuno e che neanche esiste, ma che c’è. Al meno ora abbiamo imparato che la realtà, qualunque realtà, può crollare senza preavviso, che non capiremo mai più il luogo in cui siamo e che se non ci siamo non succede niente.
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