Dialogo di una prostituta con un suo cliente



30 LUGLIO 2013

DIALOGO DI UNA PROSTITUTA CON UN SUO CLIENTE
Di Dacia Maraini
Con Caterina Fornaciai, Luca Terracciano
Regia Flavio Furno
Assistente alla regia Melania Genna
Gli anni settanta, sono stati un epoca fondamentale, che ha portato tanti cambiamenti ma soprattutto che ha generato tanti interrogativi, dei quali ancora non si sono trovate soluzioni e risposte. In questi anni le cose non sono cambiate di molto, forse perché ancora c’è una grande differenza tra ciò che una donna può permettersi in questa società rispetto ad un uomo.
Sarebbe banale affrontare un testo al femminile come questo difendendo a spada tratta la donna rispetto all’uomo. No, oggi, a mio parere si deve affrontare l’argomento da entrambe le parti, mostrando al pubblico chi sono questi due personaggi. Senza sfruttare facili stereotipi (quali la ‘povera prostituta’ e il ‘cliente cattivo’), possiamo rivelare da dove vengono, quali sono e loro storie e soprattutto cosa li porta ad agire in un determinato modo. Detto questo, dagli anni settanta ad oggi, cosa si è realmente evoluto? Forse questa parentesi sul nostro passato (neanche troppo lontano) ci farà riflettere su questo interrogativo o, almeno, è ciò che noi inviteremo a fare”.
Caterina Fornaciai
Manila, una ragazza sui trent’anni un po’ sciupata dalla professione di prostituta e un suo Cliente venticinquenne, studente di media estrazione sociale, si incontrano. All’inizio è Manila a tenere le redini della conversazione ‘smontando’ il Cliente di ogni sua fantasia. La prostituta, simbolo del diritto della donna di vendere se stessa e il proprio corpo e un giovane cliente apparentemente ingenuo e innocuo, si conoscono, si provocano, si sfidano e si osservano. Un rapporto di potere che a poco a poco si sgretola e si rovescia nel suo opposto. Dopo l’atto sessuale la situazione si ribalta ed è il Cliente ad usare violenza su Manila cercando ogni pretesto utile per non pagare la prestazione ricevuta.
Il Dialogo è una spettacolo duro e delicatissimo, dal linguaggio feroce, privo di ipocrisie, che mescola il sapore del sangue e il battito del cuore. È la storia di una doppia scoperta: la scoperta del limite di una donna che rivendica il possesso del proprio corpo non facendo i conti con l’eventualità dell’amore; la scoperta di un ragazzo, che consapevole dell’età in cui vive, assapora invece il gusto della violenza di un potere radicato all’interno della nostra società ormai da tempi immemorabili: quello dell’uomo sulla donna.
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