Sangue dal naso
26.8.13
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Teatro
Teatro CSA La Torre 17 Luglio 2013 “SANGUE DAL NASO SCUOLA DIAZ-GENOVA 2001”
Spettacolo a sostegno della Campagna 10*100 Genova non è finita Uno spettacolo di Teatro Delle Condizioni Avverse
regia e drammaturgia: Andrea Maurizi
con Andrea Maurizi
musica eseguita dal vivo: Simone Moraldi
luci e audio: Manuela Fioravanti
Rassegna Teatrale “The outside of Theater“. Lo spettacolo SANGUE DAL NASO è la narrazione dei fatti di Genova parte da lunedi 16 luglio 2001 e termina domenica 22 luglio 2001, con particolare attenzione alle giornate di venerdì e sabato.
Andrea Maurizi veste i panni di numerosi personaggi che sono stati protagonisti di quelle giornate del luglio 2001 a Genova. I personaggi scelti sono soprattutto figure legate al potere, al mantenimento dell’ordine e alle perizie. Senza giudicarli mostra le loro idee e le loro convinzioni, mettendole a confronto e svelandone le contraddizioni e i misteri trovando sempre una giustificazione plausibile a tutto, fino al punto di essere comico agli occhi degli spettatori.
La narrazione si intreccia ai ricordi personali dell’attore stesso e al percorso che l’ha spinto a creare questo spettacolo.
Simone Moraldi, insieme a una ragazza muta, sempre presenti in scena senza parlare mai, rappresentano con il loro mutismo e i loro logori vestiti da clown il tentativo delle persone, che a Genova hanno subito delle violenze, di essere ascoltate e credute dall’opinione pubblica. L’unico modo che hanno di farsi sentire è quello di cantare o di mettere della musica in un vecchio stereo. Si ha quindi un forte contrasto nella differente capacità comunicativa dei due personaggi nei confronti del pubblico. Lo spettacolo vuole svelare le differenze tra quello che la gente comune sa e quello che le vittime delle violenze raccontano, usando paradossalmente solo le parole contraddittorie del potere e i ragionamenti dell’attore stesso.
Non siamo gli scopritori della verità su Genova, ma vogliamo mettere lo spettatore nella condizione di chiedersi: “che cosa è falso di quel che mi hanno detto?”. Per facilitare gli spettatori, ogni persona di cui si parla all’interno dello spettacolo ha un pelouche che lo rappresenta.
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