Teatro Vascello Roma 27-28-29 MARZO 2013 Compagnia Atacama “GALLEGGIO, ANNEGO, GALLEGGIO” Ideazione, coreografia e regia: Patrizia Cavola - Ivan Truol
Con: Valeria Baresi, Anna Basti, Ilaria Bracaglia, Cristina Meloro, Marco Ubaldi
Musiche Originali: Epsilon Indi. Costumi: Medea Labate - Eva Seeber
Luci: Danila Blasi. Un discepolo dice al Maestro:“Sono uno stupido. Galleggio, annego, galleggio, annego, galleggio, annego …. Quando potrò liberarmi da questo doloroso mondo? Galleggiare, annegare, galleggiare …. Com’è difficile vivere!”.
Il Maestro non risponde. Il discepolo lo guarda a lungo, in attesa, e alla fine gli dice:
“Maestro! Non sono forse qui, davanti a lei, a farle una domanda?”.
“Dove sei adesso? Stai galleggiando o annegando?” “Fonte di ispirazione di questa creazione è il libro “Cabaret Mistico” di Alejandro Jodorowsky e la frase di Ludwig Wittgenstein “Il sapere e il riso si confondono” contenuta nel testo. Le brevi storie che le diverse culture e tradizioni filosofiche Sufi, Buddhiste, Alchemiche, Koan, Haiku, Zen, Tibetane ci hanno lasciato e che Jodorowsky riporta in Cabaret Mistico, hanno guidato le improvvisazioni e la ricerca coreografica. Insieme ai danzatori i due coreografi hanno letto, abitato, ingoiato le storie e l’immaginario che evocavano, per poi dare vita ad una materia originale e personale che con naturalezza ha preso le distanze dalla fonte e attraverso un percorso di ricerca ha trovato la sua definizione. L’intenzione è di generare l’immagine a partire da quanto evoca la scrittura e dare forma, corpo, vita alla visione al di fuori delle logiche narrative. Attraverso queste storie spesso è stato possibile confrontarsi e ridere o almeno sorridere dei difetti, delle debolezze, delle contraddizioni dell’essere umano. Il progetto coreografico unisce l’elaborazione di una danza che da vita ad una poesia fisica ad un lavoro di costruzione pittorico e visionario sull’immagine, all’uso della parola e ad un lavoro di interazione con le musiche originali.“Galleggio, Annego, Galleggio è un lavoro corale incarnato da un’umanità strabordante in movimento su una pista immaginaria e sommersa, che in una continua alternanza galleggia annega galleggia…….”