Guance rosse

5.10.15 ,
Short Theatre 9 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 2
mise en espace
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe | PRIMA NAZIONALE
Guance rosse
testo Sandrine Roche
traduzione di Gioia Costa
mise en espace di BLUEMOTION
regia Giorgina Pi
con Sylvia De Fanti, Aglaia Mora, Laura Pizzirani
sounscape Valerio Vigliar
una coproduzione BLUEMOTION e AREA06
www.angelomai.org/bluemotion
Cappuccetto rosso senza il lupo. Cappuccetto rosso che si preoccupa della madre e non molto della nonna. C’è un cappuccio rosso, certo, lega queste tre donne uniche protagoniste della storia. Ma l’eredità fatale che le unisce tinge di rosso qualcos’altro: le loro guance. Rosso sul volto che sa di segreto, pudore, dubbio, di desiderio teso come un filo o sfumato. Una bambina, una madre, una nonna? Non lo sappiamo. A leggere bene tutto farebbe pensare che siano solo tre donne, tre visi che arrossiscono. Ognuna col suo rossore.
Sandrine Roche ci porge tre monologhi, tre vite che si raccontano parlando l’una con l’altra, pur senza rispondersi mai. Non c’è il lupo a creare spavento. Dilagano piuttosto sentimenti contrastanti e tensioni madide di paure e solitudine. Queste sono le coordinate che Roche dona per intraprendere il cammino nel bosco e raggiungere la casa della nonna.
Ma chi è il lupo? Possibile che non ci sia? A ciascuna il proprio lupo e il proprio viaggio per conoscerlo.
A ciascuna il suo rosso sulle guance.

A House in Asia

5.10.15 ,
Short Theatre 11 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 1
teatro
A House in Asia
spettacolo con sovratitoli in italiano
creazione Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal
interpreti Àlex Serrano, Pau Palacios e Alberto Barberá
voci James Phillips (Matt) and Joe Lewis ( il giovane marine)
direttrice di produzione Barbara Bloin
video Jordi Soler
sound design e colonna sonora Roger Costa Vendrell
light design Alberto Barberá
modellini in scala Nuria Manzano
costumi Alexandra Laudo
consulenza tecnologica Eloi Maduell e Martí Sánchez-Fibla
consulenza legale Cristina Soler
consulenza al progetto Víctor Molina
fotografo Nacho Gómez
management Iva Horvat / Agente129
consulente per l’Italia Ilaria Mancia
produzione Agrupación Señor Serrano, GREC Festival de Barcelona, Hexagone Scène Nationale Arts et Sciences – Meylan, Festival TNT – Terrassa Noves Tendències, Monty Kultuurfaktorij, La Fabrique du Théâtre – Province de Hainaut
col supporto di Festival Hybrides Montpellier, Festival Differenti Sensazioni, Departament de Cultura de la Generalitat, INAEM ringraziamenti speciali a Montserrat Bou, Emma Argilés, Olga Tormo, Carmen Zamora, Àngels Soria and Cristina Mora.
grazie a cube.bz, Max Glaenzel, Marta Baran, Berta Díaz Laudo, Ro Esguerra, Henar Rodríguez (Escola de maquillatge Montserrat Fajardo), Carine Perrin, Matis Guillem, Rosa Pozuelo, Àngela Ribera, Valérie Cordy, Denis Van Laeken and Iván Gómez García.
www.srserrano.com
La casa dove Geronimo si sta nascondendo in Pakistan. Una copia esatta della stessa casa in un campo militare in North Carolina. Una terza casa gemella in Giordania, dove viene girato un film. La più grande caccia all’uomo della storia. Cowboy e indiani. Aeroplani e birre. Pensieri intorno all’idea di copia e di imitazione, accompagnati da cheeseburger. I linguaggi della compagnia (modellini in scala, proiezioni video, riprese live) per comporre un ritratto popolare e spietato dei dieci anni post 11 settembre 2001, gli anni di nascita del 21esimo secolo. Non potete non esserci.

Peso Piuma

5.10.15 ,
Short Theatre 9 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 1
danza/performance
PESO PIUMA
irriverente azione invocazione anarchica
ideazione messa in scena e interpretazione Michela Lucenti
musiche eseguite dal vivo Luca Andriolo, Dead cat in a Bag
testi Silvia Corsi
luci Stefano Mazzanti
fonica Maurizio Camilli
produzione Balletto Civile
con il sostegno di Fondazione Teatro Due, Centro Dialma Ruggiero/La Spezia e MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali
www.ballettocivile.org
Quando il piccolo peso prepara il suo destro.
Padre e madre parti di noi del viaggio
poi si è soli
forse pronti
non si tratta di essere forti ma di mordere
l’ossessione la nostra battaglia
quello che ora stiamo capendo è quello che c’è da capire non si può aspettare
nessuna lezione da prendere ancora
solo libertà e convinzione
poi bisogna non aver paura e li si capisce se davvero abbiamo imparato l’azione
Immaginiamo che tutto sia una prova infinita
la mise en espace ci da soddisfazione negli ultimi giorni
poi c’è il giorno della prima e niente sarà come avevamo pensato e non sarà importante.
Ci proviamo. Ci proviamo a fare arte, a mettere l’accento sulle cose importanti della vita, radici, lotte, morti e rinascite interiori, palpiti adolescenziali, ribellioni adulte, atmosfere suoni colori… Tanti gesti e parole che si accumulano intorno a un fulcro che non vogliamo sappiamo possiamo più affrontare direttamente. E poi finalmente succede. Metto a fuoco il centro. Non mi spavento. Nasce un’invocazione, che sarà necessariamente puerile, anacronistica, ridicola, roboante, indicibile, inagibile. Interrotta, ripresa, di nuovo interrotta. Ma che per miracolo ce la fa, e si solleva al di sopra del nostro stesso sarcasmo, leggera e timida. Oso dirlo? Posso stupirmi? Ecco, lo dico: sono grata. Della mia storia di merda, sono grata. Della notte del disincanto sono grata. A chi mi ha creato illusioni su questo mondo sono grata, così come a chi me le ha distrutte. A chi mi ha cibato e dissetato e pettinato, a chi mi ha indicato il cammino sono grata. Posso provarci ancora? Posso provarmici ancora? Sono abbastanza in luce? Mi vedete?

Io se voglio fischiare, fischio

5.10.15 ,
Short Theatre 10 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA. FOYER 1
mise en espace
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
Io se voglio fischiare, fischio
testo Andreea Valean
traduzione Roberto Merlo
mise en espace BluTeatro
regia Luca Bargagna
cast Viviana Altieri, Vincenzo D’Amato, Davide Gagliardini, Alessandro Meringolo, Massimo Odierna
elementi di scena Edoardo Aruta
progetto grafico e web Francesco Morgante
organizzazione Maria Piccolo
ufficio stampa Stefania D’Orazio
coproduzione Area 06 e BluTeatro
www.bluteatro.it
Un carcere minorile maschile da qualche parte in Romania. Entra una ragazza. Potremmo fermarci qui. Cosa succede se una ragazza, giovane, carina, si fa chiudere in una cella con tre ragazzi, giovani, carini, che non vedono una donna da mesi (anni forse)? Il fatto che sia lì per fare un test psicologico o per raccogliere materiale per la sua ricerca sulla delinquenza giovanile, il fatto che la situazione sfuggirà presto dal suo controllo, sono accidenti. Io se voglio fischiare, fischio è uno dei più popolari lavori di Andrea Valean, che ha ispirato l’omonimo film vincitore del premio Orso d’Argento al Berlin Film Festival 2010.

Sorry, boys

5.10.15 ,
Short Theatre 11 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 1
teatro
Sorry, boys
Dialoghi sulla mascolinità per attrice e teste mozze (primo studio)
di e con Marta Cuscunà
progettazione e realizzazione teste mozze Paola Villani
assistenza alla regia Marco Rogante
disegno luci Claudio “Poldo” Parrino
disegno del suono Alessandro Sdrigotti
co-produzione Centrale Fies, Operaestate Festival
teste gentilmente concesse da Eva Fontana, Ornela Marcon, Anna Quinz, Monica Akihary, Giacomo Raffaelli, Jacopo Cont, Andrea Pizzalis, Christian Ferlaino, Pierpaolo Ferlaino
con il sostegno di Comune di San Vito al Tagliamento Assessorato ai beni e alle attività culturali, Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia un ringraziamento alle ragazze e ai ragazzi del Gender and Sexuality Group del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico
www.martacuscuna.blogspot.it
I generi sessuali sono delle unità (maschi, femmine, gay, lesbiche, transgender, bisex, ecc) che non stanno isolate, ma sono in stretta interdipendenza reciproca.
Visto che i concetti di femminilità e mascolinità fanno sistema (insieme agli altri) e il cambiamento di uno incide su tutti gli altri, non ha senso parlare di donne senza prendere in considerazione come minimo anche gli uomini.
Sorry, boys cerca di mettere a fuoco domande che li riguardano:
Come stanno oggi i giovani maschi? Che uomini adulti si preparano a diventare? Qual’è il modello di mascolinità in cui si riconoscono e a cui aspirano? Perché, se è vero che una società sbilanciata al maschile inevitabilmente li favorisce, non è altrettanto scontato che quello stesso modello permetta loro di essere uomini felici.
Uomini felici. Forse è anche di questo che hanno bisogno le donne.
Una storia disturbante
Nel 2008 diciotto ragazze di una scuola superiore americana, tutte under 16, rimangono incinte contemporaneamente.
In quell’anno il numero delle ragazze madri della scuola risulta 4 volte superiore alla norma.
Ma la cosa veramente sconvolgente è che sembra che la vicenda non sia frutto di una strana coincidenza ma di un patto segreto. Le 18 ragazze avrebbero deciso di rimanere incinte nello stesso momento per aiutarsi una con l’altra e allevare i bambini tutte insieme, nella stessa casa, in una specie di comune femminile.
Nel giro di pochi mesi, si scatena un vero e proprio scandalo internazionale, l’attenzione viene puntata tutta su di loro: le 18 ragazze – ragazze madri – nel tentativo di vivisezionare, analizzare ed etichettare la loro maternità fuori dagli schemi. In Sorry, boys invece le ragazze non ci sono. Solo se loro mancano, infatti, lo sguardo può spostarsi sul sistema-ospite in cui questa storia è nata. Vera o no, mi sono chiesta: dove può mettere radici l’idea di un patto tra ragazze di 16 anni per creare una piccola comunità fatta solo di giovanissime mamme che scelgono di allevare da sole i propri bambini?
Qual’è il contesto sociale adulto, la cellula-ospite, in cui questo progetto virale di maternità ha potuto attecchire, prendere il potere e riprodursi? Chi sono i giovani padri e perché non vengono considerati adatti a prendere parte al patto? E mentre le ragazze si uniscono e progettano una comunità nuova, i ragazzi dove sono, cosa fanno, cosa pensano?
Teste mozze
Nel nero della scena, due schiere di teste mozze. Appese. Da una parte gli adulti. I genitori, il preside, l’infermiera della scuola. Dall’altra i giovani maschi, i padri adolescenti.
Sono tutti appesi come trofei di caccia, tutti inchiodati con le spalle al muro da una vicenda che li ha trovati impreparati. Potranno sforzarsi di capire le ragioni di un patto di maternità tra adolescenti, ma resteranno sempre con le spalle al muro.
Come le teste della serie fotografca We are beautiful, che il fotografo ventisettenne Antoine Barbot ha realizzato nel 2012 durante il suo internship presso lo studio di Erwin Olaf; e che saranno l’ispirazione da cui partire per progettare e costruire le macchine sceniche di Sorry, boys. Better man
L’idea di Sorry, boys mi è venuta dopo aver letto questa rifessione di Stefano Ciccone, presidente dell’Associazione Maschile Plurale, sull’origine della violenza maschile: “il tema del cambiamento maschile è controverso e contraddittorio ed è una delle strade che ci possono portare a ragionare sulla violenza, perché questo cambiamento viene socialmente rappresentato in termini tendenzialmente negativi. Da un lato viene visto come un cambiamento obbligato (la rinuncia da parte degli uomini del proprio ruolo e della propria identità a causa dell’indipendenza femminile) e messo sotto la categoria della crisi. Dall’altro il cambiamento maschile è schiacciato nella categoria della “femminilizzazione” (l’uomo che esprime apertamente la sua sensibilità viene spesso additato come effeminato). Non riusciamo a nominare questo cambiamento in senso positivo”.
Sorry, boys è il tentativo di ribaltare questo racconto e trovare nuove forme per comunicare il tema del cambiamento maschile, lasciando intravedere come esso potrebbe aprire per gli uomini nuovi spazi di libertà, una diversa qualità nelle loro relazioni, nella sessualità e nell’immaginario. Un cambiamento che non sia più difensivo e frustrante ma volto alla conquista di una nuova felicità.

Mad in Europe

5.10.15 ,
Short Theatre 4 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 2
teatro
SPETTACOLO VINCITORE PREMIO SCENARIO 2015
Mad in Europe
testo di Angela Dematté
collaborazione drammaturgica Rosanna Dematté scene e costumi Ilaria Ariemme
disegno luci e audio Marco Grisa
interprete Angela Dematté
regia del gruppo Mad in Europe
Il progetto parte da innumerevoli suggestioni degli atti comunicativi.
Vi è una riflessione sulla “parola” e sul “linguaggio” e cosa esso comporta nelle nostre vite.
Vi è una seconda riflessione, che parte da una serie di incontri indetti dalla Commissione europea a cui abbiamo partecipato e che sono nati nel tentativo di scrivere “The mind and body of Europe: a new narrative”.
Vi è una terza suggestione, che parte da una prozia rimasta in manicomio per 80 anni della sua vita. Vi è una quarta, inaspettata, suggestione, che è una gravidanza a sorpresa.
Ciò che scaturisce (ed è il nostro progetto) è una donna incinta impazzita. Al Parlamento europeo. Ella sapeva parlare molte lingue…ma ora riesce a formulare solo un “dialetto” internazionale, strano ed informe. Soprattutto non ricorda assolutamente più la sua lingua madre, la sua “Muttersprache”. L’ha rifiutata e ora non la ricorda più. Di chi è la colpa? Dovrà andare molto indietro per cercare di uscire dalla nevrosi in cui è caduta. Rientrare in un’eredità scomoda: materna, religiosa, demodé, di cui pensava di essersi liberata. Resta da capire se troverà ancora qualcosa (se lo vorrà) o se è tutto smarrito per sempre.

Gianni

5.10.15 ,
Short Theatre 8 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 1
teatro
spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2015
Gianni
ispirato alla voce di Gianni Pampanini
di Caroline Baglioni
con Caroline Baglioni
assistente alla regia-tecnico Nicol Martini
Avevo circa tredici anni. Mio padre tornò a casa e disse che era arrivato il momento di occuparci di Gianni.
Era un gigante Gianni. Alto quasi due metri, ma a me sembravano tre.
Gianni era proprio grosso e nella mia mente è un film in bianco e nero.
Gianni sembra oggi un ricordo lontano, ma era lontano anche quando c’era.
Era lo zio con problemi maniaco-depressivi che mi faceva paura. Aveva lo sguardo di chi conosce le cose, ma le ripeteva dentro di sé mica ce le diceva. Fumava e le ripeteva dentro di sé.
Gianni non stava mai bene. Se stavamo da me voleva tornare a casa sua. Se stava a casa sua voleva uscire. Se era fuori voleva tornare dentro. Dentro e fuori è stata tutta la sua vita. Dentro casa. Dentro il Cim. Dentro la malattia. Dentro al dolore. Dentro ai pensieri. Dentro al fumo. Dentro la sua macchina.
E fuori. Fuori da tutto quello che voleva.
Non aveva pace Gianni. Ogni centimetro della sua pelle trasudava speranza di stare bene. Stare bene è stata la sua grande ricerca. Ma chi di noi non vuole stare bene?
Cercava le “condizioni ideali” Gianni, e parlava, parlava di “quando prima”. “Prima” era una delle sue parole preferite. Prima Gianni stava bene, si era ammalato da giovane, ma non così giovane da non potersi ricordare del “prima”, del basket e delle donne che aveva avuto. Nel 2004, in una scatola di vecchi dischi, ho trovato tre cassette. Tre cassette dove Gianni ha inciso la sua voce, gridato i suoi desideri, cantato la sua gioia, espresso la sua tristezza.
Per dieci anni le ho ascoltate riflettendo su quale strano destino ci aveva uniti. Un anno prima della mia nascita Gianni incideva parole che io, e solo io, avrei ascoltato solo venti anni dopo. E improvvisamente, ogni volta mi torna vicino, grande e grosso, alto tre metri e in bianco e nero.
Motivazione della Giuria
Colpisce la trasformazione di un materiale biografico intimo e drammatico in un percorso personale di ricerca performativa: la traccia audio originale di un’esistenza spezzata, come il testamento beckettiano di Krapp, ispira una partitura fisica, gestuale, coreografica in un efficace gioco tra due ambiti scenici che si rivelano anche esistenziali. Un lavoro sulla memoria individuale capace di creare uno spazio di comprensione ed empatia che scuote lo spettatore.

MM&M

5.10.15
Teatro Tordinona 23 settembre 2015
MM&M
Movies, Monstrosities and Masks
Dodicesima parte di Interior Sites Project
di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti
con Roberta Bosetti e Renato Cuocolo
regia Renato Cuocolo
organizzazione Claudio Ponzana
produzione Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre (IT/AU)
Il Funaro Pistoia, Festival delle Colline Torinesi
“I racconti degli altri, i film, la televisione, i libri, le immagini, insieme ai nostri genitori ci hanno tirati su, ci hanno intrattenuto, confortato, imbrogliato, disciplinato e ci hanno detto che cosa potevamo e che cosa non potevamo fare. E hanno giocato un ruolo importante nel trasformarci, non in una persona, ma in tutte le persone buone o cattive che ci sono arrivate attraverso quello che abbiamo letto, visto e ascoltato. Abbiamo un teatro nella testa.” CB
MM&M si interroga sull’identità e sulla natura artificiale di ogni autobiografia. Partendo da elementi autobiografici, affronta il rapporto realtà/finzione e l’ambigua relazione tra attore/persona e personaggio.
Esiste un‘ autobiografia di noi come spettatori. Il film è un pezzo di vita di ciascuno spettatore. E i titoli di coda, le luci che si riaccendono in sala segnano la fine di un frammento di esistenza vissuto guardando uno schermo. Nella nostra autobiografia come spettatori il cinema rappresenta una nuova dimensione dell’esperienza. Un luogo in cui il fantastico si fa verosimile, anzi quotidiano. Un luogo che muta la nostra percezione della realtà e di noi stessi: quella conscia e quella inconscia, i sogni e i ricordi.
Anche le memorie si impastano di immagini, di cinema, di fotografia, e la percezione del passato, non solo quello personale, ma anche quello collettivo, è tinta di bianco e nero o dei colori caldi degli anni cinquanta e sessanta, l’età dell’oro della cinefilia. MM&M cerca di costruire l’identità personale e il tempo della vita sulla base di tagli e piani cinematografici. E’ un viaggio dai confini incerti, fra i sentimenti che proviamo e quelli che ci rappresentiamo, fra quello che pensiamo di essere e quello che siamo costretti ad essere. Illusione, rappresentazione, finzione si sovrappongono e infine diventano una cosa sola con quello che è.
MM&M è uno spettacolo sull’identità. Sull’esplorazione dell’identità, considerando che uno è tanto più autentico quanto più è vicino a quello che ha sognato di essere. Per far questo MM&M attinge ad una narrativa che si costruisce su quegli spezzoni di film che quasi inconsciamente ci hanno accompagnato nella nostra vita. Cultura alta e cultura popolare mischiate insieme alla ricerca della costruzione di una biografia immaginaria. Piccoli spezzoni, frasi di film, scene memorabili che ci hanno costruito. Un autoritratto come un altro.

Tristezza&Malinconia o il più solo solissismo George di tutti tutti i tempi

5.10.15 ,
Short Theatre 8 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 2
mise en espace
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
Tristezza&Malinconia o il più solo solissismo George di tutti tutti i tempi
testo Bonn Park
traduzione Alessandra Griffoni
mise en espace di e con Lea Barletti e Werner Waas e con Simona Senzacqua
in coproduzione con AREA 06
C’era questa tartaruga alle Galapagos chiamato Lonesome George. Fu l’ultimo della sua specie. Non ha più nulla da fare. Non biologicamente perché non c’è nessuno con cui riprodursi né politicamente o né per qualsiasi altra cosa.
Questo racconto parla di tempo, di mondo, di temi caldi, di amore, di odio, di lacrime, di tutto. Solo due settimane dopo aver iniziato la scrittura del testo, nella vita reale Lonesome George è morto.

e-ink

5.10.15 ,
Short Theatre 11 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 1
danza
e-ink
con Biagio Caravano, Michele Di Stefano
coreografia Michele Di Stefano
musica Paolo Sinigaglia
disegno luci Vincenzo Dente
produzione mk 1999
in collaborazione con Festival Teatri 90/Ref
www.mkonline.it
E-ink nasce dalla curiosità per le pratiche antiche dei messaggi oracolari e divinatori che, pur essendo formalmente precisi, sono il prodotto di uno sconvolgimento psichico. Esatta ed ambigua ad un tempo, la loro scrittura é organizzata sull’addomesticamento ritmico di ciò che per sua natura desidera essere continuamente reinventato e frainteso.
Il duetto è il lavoro di esordio della compagnia ed ha avuto al suo apparire una grande fortuna di pubblico e critica. . La sua riproposizione è stata sollecitata dal recente riallestimento per Aterballetto nell’ambito del progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography, ideato e diretto da Marinella Guatterini. Mk è una delle compagnie di punta della ricerca coreografica italiana. Nel 2014 Michele Di Stefano ha ricevuto il Leone d’argento per l’innovazione alla Biennale di Venezia.

Bolero effect

5.10.15 ,
Short Theatre 11 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 2
Bolero Effect sarà presentato in double bill con e-ink di mk
danza
Bolero effect
concept e coreografia Cristina Rizzo
performance Annamaria Ajmone, Cristina Rizzo, Simone Bertuzzi
elaborazione sonora e djing Simone Bertuzzi aka PALM WINE
disegno luci e direzione tecnica Giulia Pastore
cura e distribuzione Chiara Trezzani
produzione 2014 CAB008 con il sostegno di Regione Toscana e MiBACT
coproduzione La Biennale Danza, Venezia
www.cristinarizzo.it
“Quello che ho scritto è un pezzo che consiste interamente di ‘tessuti orchestrali senza musica’ con un lunghissimo e graduale crescendo. Non ci sono contrasti e praticamente non c’è invenzione a parte per il modo in cui può essere eseguito. I temi sono nel complesso impersonali…tonalità-folk nel tipico modo Ispanico-Arabo, e (malgrado si possa dire il contrario) la scrittura orchestrale è semplice e lineare per tutta la durata del pezzo, senza il ben che minimo tentativo di virtuosismo…ho fatto esattamente ciò che volevo, ed è solo all’ascoltatore la decisione di prendere o lasciare.” (M.Ravel)
Il Bolero di Ravel è la danza sul filo del rasoio, sul bordo estremo della radura illuminata dai fuochi dell’accampamento, cui i danzatori si avvicinano per rubare qualche centimetro al bosco e al mistero. (J. Ortega y Gasset)
BoleroEffect è un tracciato, un percorso che si sviluppa come un oggetto coreografico attorno all’assunto esplicito che il Bolero di Ravel è la partitura orchestrale più popolare esistente al mondo, una musica che tutti conoscono e riconoscono. Dato questo punto di partenza sarà possibile verificare una condizione del corpo in ‘apertura massima’, forzare la traiettoria sinuosamente accattivante di una massa eccitata. Ma che cosa è effettivamente un Bolero? È come un’isola deserta. Un luogo dove ri-cominciare, lontano dai continenti, un tracciato sonoro dentro cui trovare delle brecce, dove praticare delle turbolenze corporee e un’erotica del corpo tesa a rompere il quadro della compostezza spingendosi verso altre dimensioni, un luogo dalle molte risonanze esistenziali. Scritto nel 1928, quando Ravel aveva 53 anni e soffriva dei primi sintomi del FTD (frontotemporal dementia), in un certo qual modo, il Bolero è un ‘esercizio da comportamento compulsivo’. L’intero pezzo è costruito su una singola melodia, divisa in due frasi, che si ripete nove volte. Il Bolero raveliano ci trascina, senza particolari allusioni, senza nostalgia, in uno stato di esaltazione inibita, in un felice coinvolgimento collettivo. Sul piano musicale il progetto si articola intorno alla ricerca di sonorità border-crossing di ritmiche da ballo pensate come una corsa archeologica a partire dal Bolero di Ravel. L’ambiente sonoro, in cui si inscrive la partitura coreografica, è costruito su flussi decrescenti e dilatazioni come in una sorta di dance hall post- globale. Il tentativo è quello di attivare un luogo di co-abitazione, un luogo utopico della scena dove figura e sfondo perdono i propri limiti. Spostare il paradigma dal dominio alla disposizione. Un corpo che si prepara ad una trasformazione deve attivare un lume interno, qualcosa di simile ad un fuoco luminoso. Procedere per rapide dissolvenze, fosforescenze e pulviscoli. Ma è mai possibile la definitiva rinuncia a tutte le proprie abitudini mentali? NOTE MUSICALI di Simone Bertuzzi

Cannibali

5.10.15 ,
Short Theatre 6 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 1
teatro
CANNIBALI
di Fiammetta Carena
in scena Tommaso Bianco, Alex Nesti, Maurizio Sguotti
regia Maurizio Sguotti
elementi scenici e costumi Francesca Marsella
disegno luci Amerigo Anfossi
video animazione Fabio Ramiro Rossin
musiche MaNu!
si ringrazia Francesco Gigliotti per la concessione del video “La Sila”
www.kronoteatro.it
Moriamo ogni giorno, ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. ( Lucius Annaeus Seneca) Lo spettacolo tratta l’esercizio del potere.
Come tutti gli accadimenti della vita, anche questo è illusorio, ci induce a crederci vivi, perché assorbe il nostro tempo, le nostre energie e i nostri pensieri.
Quello che in sintesi estrema chiameremmo vita.
L’uomo crede di essere vivo e si sente tale solo nel confronto con le cose di tutti i giorni e le convenzioni sociali nelle quali siamo immersi, ci mettono in costante relazione con l’altro in uno stato o di subalternità o di preminenza.
Tra le attività che maggiormente alimentano in noi un’illusione di esistenza c’è di certo l’esercizio del potere; questo è forse l’accadimento che più ci spinge nell’illusione, poiché prevede il dominio dell’uomo sull’uomo.
In scena vediamo due differenti abitudini di praticare il potere.
Per l’uomo adulto questo è tangibile perché politico, sociale ed economico.
Lo sforzo è quindi il tentativo di accrescere il proprio dominio o perlomeno mantenere uno status quo.
Il giovane possiede un potenziale: la sua giovinezza è il suo potere.
Per lui il futuro è tutto in divenire, tutte le possibilità gli sono concesse e la sua vita è nelle sue mani.
Ciascun individuo lotta per accrescere l’unico dato sensibile che gli conferma d’essere in vita: il potere sull’altro.
Ne nasce uno scontro volto all’accumulo di comando.
Ed è la vita a diventare terreno di conquista, far west dove espandere i confini del proprio dominio.
Le due forme differenti di potere si rispecchiano anche nei corpi.
L’anziano, carico di potere, porta appresso un corpo su cui chiari sono i segni del decorso degli anni e che egli tenta in tutti i modi di mantenere giovane, performante.
Il giovane, pieno di potenziale esprimibile, fa del corpo il tempio del proprio potere, rendendolo competitivo ed omologato agli ideali di forza, potenza e bellezza.
Sono proprio questi ideali che dall’esterno danno il modello ai due. Su entrambi, con risultati e modalità differenti, influiscono messaggi di potenza, bellezza, prestanza e longevità cui il nostro quotidiano ci ha abituati.
Il messaggio è semplice e percorre aspetti solo apparentemente distanti.
Non si deve morire.
Non morire è non mostrare i segni del tempo sul corpo.
Non morire è non accettare l’inevitabile decorso biologico.
Non morire ci è impossibile.
Soprattutto se si pensa che si inizia a farlo in giorno in cui si viene concepiti.
La resa è ancora una volta l’unica possibilità.

~55

5.10.15 ,
Short Theatre 8 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 2
danza
Nell’ambito del progetto IYMA – International Young Makers in Action | PRIMA NAZIONALE
~55
concept e performance Radouan Mriziga
assistente Alina Bilokon
produzione Moussem Nomadic Arts Centre
coproduzione C-mine cultuurcentrum (Genk), WP Zimmer (Anversa)
con il supporto di Cultuurcentrum Berchem, Pianofabriek Kunstenwerkplaats (Bruxelles), O Espaço do Tempo (Portogallo), STUK (Leuven)
www.iyma.eu/artists/radouan-mriziga-ma-be
Le informazioni che un esecutore può scambiare con uno spettatore sono tante e di varia natura, e tutte compongono un linguaggio, aiutando o confondendo la comprensione di una situazione. Nella prima creazione di Mriziga, ~ 55, la danza diventa un linguaggio ibrido e personale, fatto di sensualità e di sentimento. Sono 55 i minuti di questo spettacolo “architettonico”, durante i quali la narrazione può infiltrarsi tra le forme e i volumi che si aprono, nell’articolarsi dinamico del dialogo tra corpo e spazio. Affascinato dal gesto artigianale in cui il movimento serve per la produzione, Mriziga usa il suo corpo come uno strumento per produrre movimento.

Pisci ’e paranza

5.10.15 ,
Short Theatre 4 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 2
teatro
SPETTACOLO SEGNALATO PREMIO SCENARIO 2015
Pisci ’e paranza
progetto e regia Mario De Masi
con Andrea Avagliano, Serena Lauro, Fiorenzo Madonna, Rossella Miscino, Luca Sangiovanni
organizzazione e tecnica Gaetano Battista
Una stazione. Luogo di interconnessione fra i luoghi, motore di un movimento incessante di persone e cose. Ciò che i più semplicemente attraversano, da alcuni è abitato. Quello che per molti è un corridoio, per altri è casa. Pochi metri quadrati compendiano l’intero universo delle relazioni umane che abitano fuori, allo stesso modo in cui un acquario, piccolo o grande che sia, riproduce esattamente le dinamiche animali del mare aperto. Come in un acquario, si muovono i pesci di paranza di questa stazione immaginaria. Piccole figure senza qualità se non quella di essere umane. Umanamente vivono l’emarginazione, umanamente ne generano altrettanta. Tanto essi subiscono lo sguardo schifato del mondo di fuori, tanto lo rigurgitano nel microcosmo che compongono. Rifiuti della società che rifiutano a loro volta, in un circolo vizioso di negazione dell’altro da sé. In questo mondo di ultimi trova spazio la bellezza, l’ancoraggio disperato alla vita, la struggente consapevolezza della sua caducità. Acquario dalle pareti a specchio, questa società ai minimi termini non ha né capo né coda. Si nutre delle briciole che il mondo esterno le offre. Vive nei limiti che questo le impone. Il marciapiede è dunque il meraviglioso, terribile limite che è insieme tensione al superamento e divieto di transito, horror vacui e curiosità adrenalinica, insofferenza al presente e paura del futuro. Al marciapiede, significante universale dei limiti soggettivi, si contrappone la platea, luogo del giudizio comune che pretende di farsi oggettività.

FaustIn and out

1.10.15 ,
Short Theatre 7 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 1
teatro
nell’ambito del Focus Jelinek
FaustIn and out
sotto sopra dentro fuori il Faust di Goethe
di Elfriede Jelinek
regia Fabrizio Arcuri
traduzione di Elisa Balboni e Marcello Soffritti
sopra/sotto Angela Malfitano, Francesca Mazza, Sandra Soncini e Marta Dalla Via
dentro/fuori Matteo Angius e Fabrizio Arcuri
scenotecnica Marco Manfredi
un ringraziamento a Alessandro Saviozzi
produzione Tra un atto e l’altro, Accademia degli Artefatti e Festival Focus Jelinek
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione
e con il sostegno della Regione Emilia Romagna
Prima parte
La Presentazione durata 65 min
Seconda parte
La Rappresentazione durata 85 min
Terza parte
La Cronaca durata 35 min
www.artefatti.org
Una riscrittura al femminile del Faust di Goethe che percorre e intreccia tre livelli di significato: filosofico, politico e della cronaca, secondo una tecnica consueta per Elfriede Jelinek, scrittrice austriaca Premio Nobel per la letteratura nel 2004.
L’autrice riprende la vicenda, accaduta in Austria, del padre che ha tenuto segregata per anni la figlia nella cantina di casa costringendola a un rapporto incestuoso, ponendola però in una dimensione fisica e metaforica che prevede un alto e un basso, un fuori e un dentro. Per questo FaustIn and out è stato definito dalla stessa autrice “dramma secondario”, ovvero una specie di commentario teatrale all’opera di Goethe.
FaustIn and out è un’impresa. Folle.
Come è folle cercare di leggere l’Occidente nel suo conflitto uomo/donna, nel partire dalla centralità del progetto maschile di cercare la felicità “l’assunto faustiano” per poi applicarlo a un fatto di cronaca estremo dove le logiche capitalistiche, l’essere e il nulla di Heidegger e la Bibbia precipitano in soccorso per una giustificazione che di fatto non c’è.
Non c’è nella religione, non c’è nella filosofia e non c’è nell’economia. Non c’è nell’idea di comunità dell’Occidente.
Tutto questo e’ ancora più arduo se si prova a scardinare le convenzioni teatrali. Allora FaustIn, significa faust, ma significa anche faust dentro e in effetti noi siamo dentro al Faust.
Faust è allo stesso tempo anche dentro la protagonista, quindi chi ha faust dentro? Margherita.
E gli attori sono dentro questi personaggi.
La tragedia di Margherita del Faust diviene pertanto il punto di partenza. C’è qualcosa dell’avanspettacolo nel testo della Jelinek che fa di Faust il palcoscenico di un cabaret. La vittima qui è il protagonista, come di là lo era il carnefice. Ma poi, chi è davvero la vittima? E chi il carnefice? Faustin and out, inedito in Italia, è stato appositamente tradotto da Elisa Balboni e Marcello Soffritti, direttore del Dipartimento di interpretazione e traduzione dell’Università di Bologna. La produzione è nata all’interno del Festival Focus Jelinek la cui direzione artistica è di Elena Di Gioia. Fabrizio Arcuri, uno dei registi più interessanti e attenti alla drammaturgia contemporanea, ne curerà la messa in scena. Angela Malfitano e Francesca Mazza proseguono l’approfondimento sulla scrittura della Jelinek e sul mito di Faust iniziato con gli spettacoli La regina degli Elfi e Histoire d’F. Attori e tecnici costruiranno e decostruiranno la scena così come la Jelinek costruisce e decostruisce il testo; affronteranno l’improbabile cabaret da lei proposto cercando di stare sopra e sotto, dentro e fuori l’opera. La produzione è nata all’interno del vasto progetto Festival Focus Jelinek con l’ideazione e la direzione artistica di Elena Di Gioia e vede la collaborazione tra Accademia degli Artefatti e Tra un atto e l’altro intorno al nodo che lega Goethe e la Jelinek, oltre che le loro volontà culturali e teatrali.
Da FaustIn & out (2011) di E. Jelinek:
“Ha fatto tutto lui qui sotto, ha minato la porta e ci ha attaccato i tubi del gas, per poterci gas-tigare tutti in caso di fuga, così ha detto, ha ammesso, l’ha ammesso, ma non era vero: non c’era alcun gas, non aveva fatto cattivo viso a buon gioco, non c’era nessuna mina che potesse saltare in aria, l’unico che può saltare di sopra è lui, noi restiamo sotto, noi purtroppo dobbiamo rimanere sotto, era pur sempre il mio amato papà, non c’era alcuna mina cattiva là sotto da noi.
L’aveva detto soltanto per incuterci paura della libertà. Come se non l’avessimo già! Eravamo la sua unica clientela, la clientela di papà, avrebbe potuto comportarsi meglio con noi, ma in ogni caso ci dava da mangiare, eravamo la sua famiglia. Eravamo la sua seconda famiglia. Certi non ne hanno neanche una e lui ne aveva due. La mia lingua ha persino trovato una parola, di solito non è capace di trovare abbastanza parole, ma una ora ce l’ha, la lingua è una delle poche cose che qui si possono muovere, c’è così poco spazio…”

My personal tàranto

1.10.15 ,
Short Theatre SABATO 5 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 1
teatro/performance
nell’ambito di IYMA/International Young Makers in Action
my personal tàranto
di Isabella Mongelli
con Isabella Mongelli e Antonello Greco
tecnico Francesco Catacchio
luci Valentino Ligorio
sound design Alessandro Altavilla
attrezzeria Yesenia Trobbiani
produzione Isabella Mongelli, Teatro Menzatì in coproduzione con Area 06
con il sostegno di ExFadda, Manifatture Knos, Teatro TaTà
iyma.eu/artists/isabella-mongelli.it
www.isabellamongelli.it/my-personal-taranto
my personal tarànto è uno spettacolo su Taranto che non nomina mai la città né l’Ilva ma fa volare cozze.
In scena una donna/ragazza e un uomo/ragazzo, non hanno nomi, l’ambientazione è distopica, i colori intermedi, tanto fumo. La città è vissuta dal punto di vista di una persona anagraficamente appartenente alla città ma che se ne distanzia, la guarda da fuori, la vive come un turista o uno straniero con carta di identità a breve scadenza. Con quell’accento è un posto esotico, un tristissimo tropico da studiare e vivere tra se e sé. E tarànto non fa più riferimento al luogo reale ma è una nuova parola che vuol dire: vita in luoghi tossici.
Il punto di vista è mobile e incarna spostamenti tra interno, esterno, scivolamento sia volontario che involontario, uscita auto-forzata, visione e distorsione. La città è presa in considerazione come una qualsiasi città in cui la vita va avanti saltando tra veleni e un desiderio costante di evasione ne rende più vivida la permanenza. Lo spettacolo ha un’aria mentale antecedente ai fatti dell’autunno 2012, quando la città era un posto abbandonato da dio/media/moda/politica. Non c’era nessuno e c’era molto spazio per l’immaginazione (ma anche ora nel 2015 è più o meno così). My personal tarànto vuol parlare di assetti umani particolarissimi. A Taranto si assiste ad un’estremizzazione molto agghiacciante e degna di attenzione: l’azione politico/economica non ha solo degli effetti sulla vita quotidiana delle persone ma entra proprio dentro le cellule delle persone, fino a modificarle.
Occorrerebbe essere ovunque prendere e schizzare via in un sacco di punti mettersi in una di quelle, come si chiamano???
E lanciarsi, andare a trovare tutti.
Lo spettacolo ha debuttato in Febbraio 2014 al Teatro TaTà di Taranto, nella stagione della rete ‘Teatri Abitati’ e porta in Teatro un percorso di indagine che ha prodotto Visions in tarànto e Lido Azzurro, performance che rimanda ad una spiaggia tossica frequentata da due bagnanti temerari e passibili di continua commozione, la performance è stata invitata da Michele Di Stefano per la rassegna ‘Tropici’ . E’ in preparazione Industrial Grand Tour : un tour in Bus GT nell’area industriale tarantina, con una guida al microfono, delle brevi soste, dei souvenirs e un aperitivo di arrivederci.

WAR NOW!

1.10.15 ,
Short Theatre 8 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | TEATRO 1
teatro
WAR NOW!
concept e regia Valters Sīlis, Teatro Sotterraneo
in scena Matteo Angius, Sara Bonaventura, Claudio Cirriscrittura, Valters Sīlis, Daniele Villa
set design Ieva Kauliņa
luci Marco Santambrogio
consulenza marketing per la Terza Guerra Mondiale Mali Weil, Virginia Sommadossi
si ringrazia Francesco Canavese, Tempo Reale per le registrazioni audio
produzione Associazione Teatrale Pistoiese
collaborazione alla produzione Santarcangelo •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Teatro Sotterraneo
da una proposta di Santarcangelo •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza
sostegno alla produzione Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Toscana
in collaborazione con Centrale Fies, Provincia Autonoma di Trento
residenze artistiche Associazione Teatrale Pistoiese, Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Centrale Fies, Dirty Deal (Riga – LV)
Teatro Sotterraneo fa parte di Fies Factory ed è residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese
produzione e amministrazione Monica Papperetti
segretaria di produzione Sara Bruni
con la collaborazione di Marianna Caruso
ufficio stampa Francesca Marchiani

www.teatrosotterraneo.it
www.centralefies.it

All’interno del progetto internazionale SharedSpace, Valters Sīlis (LV) e Teatro Sotterraneo (I) s’incontrano per realizzare insieme uno spettacolo, sollecitati dal centenario dello scoppio della Grande Guerra. Se nel 1914 nasceva il concetto moderno di propaganda su scala globale, nel 2014 la guerra psicologica è parte integrante di ogni strategia militare: ogni bomba è accompagnata dalla nostra capacità di ruotare il punto di vista sui conflitti, producendo vocabolari nuovi, narrazioni coinvolgenti e porzioni d’immaginario sempre più efficaci nel condizionare l’opinione pubblica all’accettazione del massacro reciproco. Da questo punto di partenza, WAR NOW! cerca di proiettare in avanti il senso del centenario allestendo un gioco che racconti la Terza Guerra Mondiale attraverso determinati meccanismi manipolatori, fra infowar e disinformacjia fino ai limiti del warporn, dove il divertimento anestetizza l’orrore. WAR NOW! mette in scena un’esperienza paradossale in cui attori/storytellers e spettatori/players si ritrovano dentro un ipotetico terzo conflitto, nel tentativo di interrogare le possibilità dell’entertainment bellico come ultima frontiera della persuasione. Wanna play the game?

Confessione

1.10.15 ,
Short Theatre DOMENICA 6 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 1
teatro
Nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
Confessione
(Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull’orlo della crisi)
di Davide Carnevali
con Michele di Mauro
suoni G.U.P. Alcaro
con il sostegno di PIIGS – Festival de Dramatúrgia sobre la crisi, Barcelona 2014
Outis Tramedautore, Milano 2014
Lo spettacolo Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull’orlo della crisi è interpretato da Michele Di Mauro. Confessione è un testo del 2012, che nasce in un contesto geograficamente lontano, ma in qualche modo socialmente prossimo a quello italiano. Nel periodo in cui vivevo a Buenos Aires, abitavo vicino al Congreso, il parlamento argentino, a pochi minuti a piedi dalla Casa Rosada -sede presidenziale- e dal neonato Museo del Bicentenario, che ripercorre la storia politica del paese dalla sua nascita ad oggi. La politica argentina è senza dubbio un argomento affascinante, così come affascinante è il suo più grande mistero: il Peronismo. Un’etichetta che unifica -ma solo nominalmente- politiche anche opposte, come quella che si fa in Argentina oggi e quella che si faceva negli anni Novanta; quella dei Kirchner e quella di Carlos Menem, il presidente che dal 1989 al 1999 ha plasmato l’immagine dell’Argentina pre-crisi. Un paese allora ricco, neoliberale, cool, che aspirava al modello etico ed estetico incarnato dal suo presidente. Un presidente che, senza che (quasi) nessuno se ne rendesse conto, portò il paese sull’orlo del baratro, e lo lasciò cadere. Un episodio della storia argentina che può insegnare molto all’Europa di oggi.
In Confessione un ex presidente parla al suo popolo dicendo tutto quello che non ha voluto, potuto, o saputo dire durante il suo mandato. L’ex presidente si rivolge al pubblico come se si stesse rivolgendo alla corte di un tribunale popolare che lo deve giudicare. Lo spettatore si sentirà quindi letteralmente chiamato in causa, invitato a svolgere il compito che ogni evento teatrale implicitamente o esplicitamente gli richiede: l’esercizio dello spirito critico. In questo senso il teatro torna a essere politico: teatro per la polis, la comunità. Confessione è un’opera sul linguaggio.
Sulla facilità nel confondere il linguaggio come strumento descrittivo e il linguaggio come strumento creativo.
Sull’uso del linguaggio, e soprattutto sull’uso che il potere fa del linguaggio, nel creare un’immagine della realtà che sottilmente si impone sulle altre, e diviene immagine egemonica, e divenendo egemonica giustifica il proprio uso (o meglio: l’uso improprio) del linguaggio.
Parassita della retorica politica (e dunque, in qualche modo, alla retorica teatrale), il discorso fluisce qui limpido, semplice, a partire dalla ricerca della parola che dica finalmente le cose come stanno, senza confondere.
Ma è davvero possibile esprimere la reale realtà delle cose attraverso le parole? O non è forse il linguaggio stesso già la costruzione di una finzione, che inevitabilmente allontana dall’esperienza reale, nel momento stesso in cui pretende di comunicarla, analizzarla, fare luce su di essa?
Quella dell’ex presidente è davvero di una confessione?
O non sarà invece, piuttosto, un’altra storia inventata?

Becoming

1.10.15 ,
Short Theatre 6 SETTEMBRE 2015 Roma LA PELANDA | FOYER 2
danza
Nell’ambito del progetto IYMA – International Young Makers in Action | PRIMA NAZIONALE
Becoming
idea e coreografia Youness Khoukhou
danzatori Youness Khoukhou, Radouan Mriziga, Zoltán Vakulya
suono e luci Benoit Pelé
coproduzione Charleroi Danses, Centre Chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Les Brigittines, Moussem, Centre nomade des arts
con il supporto di Fonds Prince Philippe de La Fondation Roi Baudouin, Summer Studios Rosas
www.iyma.it.eu/artists/youness-khoukhou-ma-be
Misurare lo spazio, non solo disegnando traiettorie, ma anche cambiando il ritmo di una camminata, la frequenza di un salto: con questa semplice eppure decisiva, missione nasce la performance, che avanza poi per mimetismo gestuale, lasciando rielaborare a ognuno dei tre interpreti l’azione coreografica. La specificità emerge nel confronto.
Elementi differenti compongono il nostro movimento quotidiano. Quando siamo in un ambiente urbano siamo parte di specifiche messe in scena, secondo tempi dati ma che allo stesso tempo componiamo e influenziamo. La strada è uno spazio pubblico che si presenta come la geometria composta di percorsi fisici e di percorsi astratti. Quando elementi individuali o collettivi si inseriscono in questa geometria, all’improvviso/di colpo una nuova struttura già scritta si mostra. A questo punto possono incidere sulle costruzioni individuali? In che modo i nostri piccoli spazi possono esistere in questa mappa strutturata e come l’individuale può influenzare il collettivo? (Youness Khoukhou)

SHORT THEATRE 10

24.9.15 ,
SHORT THEATRE 10 

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#Nostalgia di futuro
Roma 3 > 13 settembre 2015 | La Pelanda; Teatro India; Biblioteca Vallicelliana Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città, Short Theatre 10, ideato e organizzato da AREA06 con la direzione artistica di Fabrizio Arcuri, è realizzato con il sostegno del MiBACT e di Roma Capitale, in collaborazione con La Pelanda - Centro di produzione culturale, Factory, Zètema Progetto Cultura, Teatro di Roma e SIAE ed è inserito nel cartellone dell'Estate Romana 2015. Il festival multidisciplinare Short Theatre ogni anno costruisce e ricompone una vera e propria "comunità teatrale" (di spettatori, operatori e artisti), accogliendola negli spazi de la Pelanda - centro di produzione culturale all'interno del MACRO – sede centrale del festival e, domenica 13 settembre, anche al Teatro India e alla Biblioteca Vallicelliana, per due eventi specifici. Quest'anno Short Theatre tocca il traguardo dei dieci anni scegliendo il sottotitolo - "NOSTALGIA DI FUTURO"- che richiama l'anniversario e un primo cammino compiuto. Il programma risponde alle questioni poste dal sottotitolo, in coerenza con i progetti ospiti, gli incontri, il cinema, i laboratori aperti al pubblico e le performance non solo teatrali - dove lo spettatore diventa performer a sua volta - in un gioco di rimandi e di doppi, in cui un set o un racconto particolare vengono invasi dal reale. La direzione artistica di Short Theatre, da dieci anni a cura di Fabrizio Arcuri, nasce da un collettivo di persone che per prime si pongono le questioni messe al centro del festival. < Il sottotitolo dell’edizione 2015 di Short Theatre è NOSTALGIA DI FUTURO, una condizione e una sensazione per descrivere un paesaggio, e raccontare un orizzonte impossibile. Questa è l’era geologica in cui l’uomo sembra essere primo e unico motore di ogni cosa, tranne, forse, che del proprio futuro. Dieci anni fa abbiamo provato a immaginare come ci sarebbe piaciuto essere oggi. Adesso continuiamo a immaginare come ci piacerebbe essere, oggi >. Il festival non vuole rappresentare una generazione o delle tendenze, ma cerca di cogliere suggestioni e di descrivere un'idea del "fare teatro", offrendo possibilità di sguardo su nuove frontiere, da conquistare o scoprire. Per questo l'offerta cerca di essere più varia e internazionale possibile, seguendo i linguaggi più diversi del contemporaneo, presentando spettacoli in prima nazionale, approfondendo con gli incontri a tema o attraverso gli sguardi critici più diversi. “Dieci anni sono un traguardo inaspettato – conclude il direttore artistico Fabrizio Arcuri - e l'attenzione delle istituzioni in questi anni di continui e costanti cambiamenti ci danno la forza e la motivazione per continuare a inventare, trasformare e accogliere il fertile panorama creativo italiano e internazionale che arricchisce le scene e i linguaggi più diversi, che trova sempre nuovi modelli di confronto con la realtà”. Molte le presenze internazionali, i progetti speciali e i gruppi italiani.

http://www.shorttheatre.org/

Miracoli

24.9.15
Teatro Tordinona Sabato 19 settembre ore 21.00 Domenica 20 settembre ore 18.00
Miracoli
 Le vicende e le traiettorie esistenziali di “Miracoli” nascono dalla umana, e pur tuttavia assurda, idea che possa essere qualcuno, o qualcosa, a sgravarci dai fardelli della quotidianità e dai fantasmi che coltiviamo nell’animo.
Salvo poi scoprire che il mondo a cui quell’idea ci introduce è un concentrato di inimmaginabile sofferenza e di continue, sanguinose, cadute. E di ricadute, per usare un termine clinico così drammaticamente comune a tante storie di dipendenza.

“Miracoli!” è il prodotto di un intenso laboratorio a cui hanno partecipato, sotto la supervisione degli ideatori del progetto denominato “Fuori dal Giro”, i giovani ospiti della Comunità di recupero per tossicodipendenti AIVA di Nettuno (Roma).
Ciò che vi si rappresenta è, pertanto, ispirato alle narrazioni autobiografiche emerse in seno al Laboratorio e che hanno poi costituito il motore degli esercizi teatrali veri e propri.
Si tratta di storie che decisamente inducono a ripensare al concetto della “realtà che supera la finzione”. In cui i ricordi portano a infanzie di stenti e paure, a rapporti regolati solo dall’opportunismo o dalla disperazione, a luoghi angusti dove ci si sente soli, poveri, reietti. In cui l’abuso di sostanze e la dipendenza – intesa come perdita della capacità di scegliere e di desiderare – sono alla base di eventi eccezionali e memorabili (ergo, straordinariamente teatrali), ma che chiunque, se potesse, farebbe a meno di vivere.
Ciascuno le ha raccontate – e ascoltate - ridendo e piangendo, emozionandosi e certe volte provando a “scappare”, perché magari dilaniati dal dolore che si sprigiona quando si va a toccare certe cicatrici, o più banalmente perché le cose intime è complicato condividerle, e le si regala agli altri solo a prezzo di pudore e imbarazzi. Ma poi quelle vicende sono diventate patrimonio di un gruppo, che ha voluto (divertendosi!) romanzarle e adattarle al linguaggio teatrale. Che le ha portate, diremmo “alle estreme conseguenze” spettacolari, rendendo quindi certi contenuti finalmente filtrabili/trattabili attraverso i più vari registri: il grottesco, il tragico, il comico. Per poi, alla fine, ripescare nella memoria, come naturale contrappunto al dolore, anche fugaci momenti di gioia, concreti segnali di speranza, importanti progetti di rinascita.
È in questo senso che crediamo che il teatro possa ritenersi davvero terapeutico. Non perché guarisca malattie o azzeri debolezze e limiti. Non perché ci metta al sicuro da nuove rovinose cadute. Ma perché quelle cadute può insegnarci a guardarle negli occhi e a non viverle come inesorabili fallimenti, bensì come la parte di un tutto, la vita, che improvvisamente può stupirci con la bellezza e la poesia, a patto che si sia abbastanza lucidi da non lasciarsele scappare.

SCOTCH im-BALLATI vivi

17.9.15 ,
SCOTCH im-BALLATI vivi
Spettacolo multidisciplinare ideato da Marina Michetti
Coreografia: Froz e Bandits crew
Regia: Alessio Tagliento e Walter Leonardi

Abator

16.9.15
TEATROMANIA emersioni sceniche, Accademia di Romania,
Villa Borghese, Roma 28 giugno 2015
ABATOR
(Mattatoio) – prima italiana
di Marco Di Stefano, regia Mădălina Țurcanu, con Olimpia Mălai e Liliana Tofan, produzione Dot Spot Media, Bucarest – In romeno con sopratitoli in italiano Abator è un’investigazione dei tempi in cui viviamo, dei valori morali e dei limiti della dignità umana di questo nostro presente. Il tema proposto dalla pièce parte da una realtà inquietante. Spinti dalla povertà, sempre più europei offrono in vendita parti del proprio corpo, uno o anche più organi: un rene, un pezzo di fegato, la cornea, il midollo. Nella visione del drammaturgo Marco di Stefano, questo fatto è una forma di prostituzione estrema. Abator non è un manifesto anticapitalista bensì un’interrogazione sul corpo umano spogliato da qualsiasi sacralità, un’indagine sui bisogni, materiali o non, che portano a scelte estreme. Il ritmo svelto, quasi cinematografico dello spettacolo cattura l’attenzione del pubblico di ogni età: in fondo, è una fetta di vita della storia di due donne.

Ultimul Lepros

16.9.15
TEATROMANIA emersioni sceniche, Accademia di Romania,
Villa Borghese, Roma 28 giugno 2015
ULTIMUL LEPROS
(L’ultimo lebbroso) – prima italiana
da un’idea di Vlad Zografi, con Vlad Chico, drammaturgia e regia Radu Botar, scenografia Adrian Ganea, musiche Blue Sound, produzione Teatrul de Nord Satu MareIl futuro suona bene! O no?… Non è un manifesto politico o uno slogan pubblicitario per l’ultima offerta promozionale televisiva. Nel futuro non ci saranno più malattie, la speranza di vita raggiungerà 115 anni, e tutte le persone per strada saranno sorridenti … fintantoché ci saranno sufficienti quantità di Prozac per tutti. E noi, chi siamo e dove andiamo? Stiamo progredendo o ci dirigiamo verso l’auto sterminio? Se la seconda possibilità è quella corretta, possiamo fare ancora qualcosa per questo treno che sta correndo alla velocità massima? Cos’è la “società”? Una forma di organizzazione necessaria dell’umanità, o un organismo che respinge ogni individuo incapace di adattarsi ai suoi rigori. Sono solo alcune delle domande alle quali questo spettacolo-manifesto cerca di fornire una risposta.

Giuseppe Picone e i grandi della danza

15.9.15 ,
Villa Doria Pamphilj 31 luglio 2015
GALA INTERNAZIONALE “GIUSEPPE PICONE E I GRANDI DELLA DANZA ”
In questo momento storico ci appare particolarmente fragile la situazione della DANZA CLASSICA che sempre meno viene rappresentata e che, a nostro avviso, ha bisogno di essere tutelata per non sparire definitivamente dai palcoscenici italiani. Nel cartellone 2015 la danza classica viene rappresentata dal Gala “Giuseppe Picone e i grandi della danza”. Nel programma, ideato dall’etoile partenopea, si alternano le più importanti coreografie del repertorio classico accanto a produzioni contemporanee. Interpreti ne sono i migliori danzatori dello scenario internazionale con i quali Picone si è confrontato durante la sua carriera, provenienti dai più importanti teatri e compagnie internazionali: LIUDMILLA KONOVALOVA (Opera di Vienna), NICOLAI GORODISKII (Teatro Colon di Buenos Aires)
ANA SOPHIA SCHELLER (New York City Ballet), SARA RENDA (Balletto di Bordeaux)
KATERYNA KUKHAR e ALEXANDER STOYANOV (Teatro dell’Opera di Kiev), AVETIK KARAPETYAN (Balletto di Toulouse).
PROGRAMMA
Grand Pas de Deux da “La Bayadere”
Pas de Deux da “ La bella addormentata nel bosco”
Pas de Deux da “ Le Corsaire”
Pas de Deux da “Don Chisciotte”
Duetto “Carmen”
Solo “Le Bourgeois”
Duetto “Temporary Conflict”
Solo “Mozart Piano”
“Bolero”
“Defile finale”

Lercio News Night

26.8.15
Romexpo – Roma Fringe Festival 3 Luglio 2015
Lercio News Night
La satira di Lercio e Improv Italia si uniscono sul palco per uno show dal vivo completamente dedicato alla sporca informazione. Gli autori di Lercio e gli spunti del pubblico daranno vita ad una serie di scene improvvisate che creeranno il Tg Lercio della serata. Uno spettacolo di improv comedy, longform ispirata agli stili statunitensi tra Chicago e New York per un’esperienza diversa ogni sera.
Uno spettacolo di 50 minuti tra satira e improv comedy ispirato alla longform statunitense, tra Chicago e New York per risate e riflessioni. Si consiglia la visione ad un pubblico maggiore dei 14 anni, ma anche ai minori cresciuti da una “famiglia politicamente attivista”.
Con: Simone Salis, Cecilia Marchi, Fulvio Maura, Fil Mo, Cecilia Fioriti, Giacomo Cappucci, Daniele Lanzillotta; Per Lercio Alfonso Biondi e Stefano Pisani Compagnia Improv Italia.

Adesso è notte

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
31 LUGLIO 2015
ADESSO E' NOTTE
Scritto, diretto e interpretato da Armando Quaranta
Nicola Palmisano è un ragazzo giovane, confuso, "tormentato" dalla vita e dagli affetti. Non riesce neanche a dormire. Colto da un'indecisione cosmica e improvvisa non sa se andare a dormire o meno. Cerca di trovare i pro e i contro di un gesto che, per lui, determinerebbe la fine di una giornata. La sua vita, il rigore del padre, la paura per il mestiere che ha scelto di affrontare ma che non riesce ad affrontare, lo portano ad una notte solitaria, tra il salotto e il balcone di casa sua, tra ricordi e paure, tra frivole indecisioni e importanti decisioni.

Tensione superficiale - Al di dentro dal di fuori e viceversa

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
28 LUGLIO 2015
TENSIONE SUPERFICIALE – AL DI DENTRO DAL DI FUORI E VICEVERSÀ
Testo e Regia Jean Paul Sneider
Con Renato Vizziello, Giulia Pera, Eleonora Mancini, Stefano De Santis, Fabio Massenzi, Guglielmo Lello
In un prossimo distopico futuro nei centri di igiene mentale vengono internate tutte quelle persone che non sono ritenute conformi ai nuovi standard morali. Per cui, gli educati, gli onesti e gli altruisti non hanno più spazio nel nuovo ordine sociale e devono essere “conformati” alla realtà a loro contemporanea.
Un nuovo internato, che per praticità burocratiche verrà chiamato Pinco, si troverà a confrontarsi con questo bizzarro contesto, con molte difficoltà…

Per tutti i gusti: come ti cucino l'amore

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
28 LUGLIO 2015
PER TUTTI I GUSTI: COME TI CUCINO L’AMORE
Con Anna Abate e Valentina Perucca
Accompagnamento musicale Maria Alejandra Peña
Regia Anna Abate e Valentina Perucca
Il tema principale del corto è l’amore declinato nelle sue varie manifestazioni, raccontato in salsa agrodolce senza dimenticarne tutti gli aspetti e le ricadute umane e sociali. Il filo conduttore che unisce le vicende è, infatti, il cibo e l’arte culinaria.

L'incidente

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
28 LUGLIO 2015
L'INCIDENTE
Con Stefania Tanca, Matteo Fasanella, Antonio Coppola, Federica Lenzi, Susanna Lauletta Regia di Edoardo Sala
Un incidente. Uno scontro il giorno del derby Roma Lazio tra due vetture davanti all'obelisco dello Stadio dei marmi, al foro Italico. Nell'incidente vengono coinvolti una donna radical chic dei Parioli, un macellaio della Lazio, un extracomunitario venditore ambulante di bandiere e sciarpe, e una giovane tifosa romanista. L'extracomunitario è grave e invece di chiamare l'ambulanza tutti perdono tempo a litigare. Interviene una vigilessa che perde ancora più tempo con cavilli burocratici, così l'extracomunitario che poteva essere salvato, muore.

Drag queen shoes

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
28 LUGLIO 2015
DRAG QUEEN SHOES
Di Gennaro Francione
Riadattamento del Testo Emanuela Petroni
Regia Emanuela Petroni
Con Stefano Ferraresi
Lo spettacolo è ispirato ad un’opera di Gennaro Francione “DRAG QUEEN SHOES”. Tra danze, tableau vivant, riti, canti popolari, costumi esageratamente colorati, parrucche e lustrini, scarpe e accessori, e un scenografia umana a tratti in movimento… Si parla della vita di una ragazzo che si traveste da donna in teatro, per dar dignità al suo travestimento e per rendere reale la “MASCHERA” (“sua VERA essenza”) che la società non riconosce tale. Raccontando la sua vita rievoca in maniera universale la storia ancestrale del TRAVESTITISMO.

Ludlow il massacro

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
22 LUGLIO 2015
LUDLOW. IL MASSACRO
Di e Con Oriana Fiumicino
Musica di Roberto Pentassuglia
(semifinalista)
Il corto si ispira dalla storia di Maria Petrucci, emigrata da un generico sud d’Italia in America, nei primi anni del ‘900. Maria, insieme al marito Tommaso, si trasferiscono a Ludlow, in Colorado, dove l’uomo lavora come minatore per la Colorado Fuel and Iron di proprietà di Rockefeller Jr. La storia fa riferimento, in particolare, al “massacro di Ludlow” avvenuto nell’aprile del 1914 in Colorado, in cui le guardie, assoldate dal magnate americano, aprirono il fuoco su i minatori e le loro famiglie. La tragedia fu il tragico epilogo di uno sciopero iniziato da i minatori 9 mesi prima e che aveva l’obiettivo di migliorare le precarie condizioni di oltre 11.000 lavoratori in tutto lo Stato

A vostra completa disposizione

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
23 LUGLIO 2015
A VOSTRA COMPLETA DISPOSIZIONE!
Di e con Alessandro Blasioli
(semifinalista)
“A Vostra completa disposizione!” racconta in maniera irriverente, mediante la tecnica del Teatro di narrazione, la sventurata storia vissuta da una famiglia aquilana, a seguito del terribile terremoto abruzzese del 6 Aprile 2009. Il triste evento, considerabile ad oggi la più grande tragedia italiana del XXI secolo, è raccontato attraverso le parole di un giovane aquilano, che subisce in prima persona la furia della Natura e…la stoltezza dell’uomo.

Moldavia mon amour

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
23 LUGLIO 2015
MOLDAVIA MON AMOUR
Con Monica Mihaela, Alessandro Capone, Flavia Pinti
Testo e Regia Michele Zaccagnino
Aiuto regia Antonio Petruccelli
Musiche Valter Dadone
“Moldavia mon amour” racconta la storia di Inna, è una giovane ragazza proveniente dalla Moldavia. È molto benestante, anzi decisamente ricca e la sua ricchezza è legata alla proprietà di diversi giacimenti di gas naturale, infatti lei si definisce “Principessa del gas moldavo”. Inoltre, è prossima alle nozze, sposerà quello che definisce un “cretino italiano” …

Il sumo provoca il cancro

26.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
23 LUGLIO 2015
IL SUMO PROVOCA IL CANCRO
Autore e interprete Andrea Onori Questo è un pezzo che parla di me e delle mie passioni che sono: la politica, la gnocca e Berlusconi. Se non vedete un collegamento tra queste tre cose è un problema vostro. Se lo vedete, il problema è di tutti.

Siamo Fratelli

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
23 LUGLIO 2015
SIAMO FRATELLI
Di Bruno Petrosino e Cristina De Santis
Con Bruno Petrosino
Regia Bruno Petrosino
Lui e Lei, marito e moglie, scoprono, nel giorno del loro primo anniversario, di essere fratelli. Lui è sconvolto dalla notizia e si suicida, impiccandosi. La scena parte da un anno dopo: Lei incontra Lui in un sogno. Lei ha tante domande da fargli, Lui ha tante fragilità da confessarle. Lei vorrebbe riportarlo nella sua vita, ma Lui sa che non è possibile e si aggrappa alla morte. Dopo una lotta disperata tra i due, Lei si risveglia, portando con sé un ricordo di Lui.

Assi cartesiani

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
23 LUGLIO 2015
ASSI CARTESIANI
Di Ilaria Conti
Con Ilaria Conti e Lorenzo Marziali
Regia Ilaria Conti
A e B si incontrano per la loro nuova e consueta partita a quello che apparentemente sembra il vecchio e banale gioco della battaglia navale. Chi sono A e B? Due uomini che si incontrano esclusivamente per giocare? Degli amici di vecchia data che si incontrano regolarmente per giocare? Una coppia di sposi che seriamente hanno questo appuntamento?

Prospettive

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ
2015
24 LUGLIO 2015
PROSPETTIVE
Di e con Alessia Capua, Giulia Delicato e Masha Pappalardo
Regia di Giulia Fiume
Una prospettiva in quanto tale può essere giusta o sbagliata?
“Una storia unica di una donna come tante. Una storia come tante di una donna unica. Una donna e un’unica storia. Come tante.” Una donna in procinto di uccidersi immagina di dialogare con la sua versione adolescente e quella bambina. L'adolescente spinge la donna ad uccidersi, la bambina a riapprezzare la vita. Nel momento decisivo, la donna uccide il marito, lasciando morire con lui la sua parte bambina.

Waiting for the diva

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
24 LUGLIO 2015
WAITING FOR THE DIVA
Con Gaia Bellunato, Marco Bosco
Testo e regia Emiliano Metalli e Jacopo Saltallà
Waiting for the diva è un viaggio nella vita di una donna, nella sua musica che spazia dai fumosi cabaret berlinesi di Kurt Weill e Marlene Dietrich fino agli sfavillanti teatri di Broadway, dove risuonano le note di George Gershwin e Cole Porter, non senza una breve sosta nei locali parigini, in cui Edith Piaf incanta gli avventori con le sue chanson graffianti. Un concerto-spettacolo in cui appaiono alcune icone femminili del 900, racchiuse nella voce e nell’interpretazione di Gaia Bellunato, accompagnata al pianoforte da Marco Bosco.
Di questo percorso, nell'ambito del concorso, si assisterà soltanto ad una parte. Essendo lo spettacolo composto di "quadri", la possibilità di isolarne uno in particolare si presta con facilità.

Il cucito

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
25 LUGLIO 2015
IL CUCITO
Regia Francesco Petti
Con Cinzia Antifona, Francesca Pica
Questo corto è estratto dallo spettacolo “Indubitabili celesti segnali”, tratto da “Festa al celeste” , “Nubile santuario” e altre opere di Enzo Moscato. Si tratta di una piccola tragedia quotidiana. E’ un’indagine su tre assurde solitudini: Elisabetta, Annina e Maria (così le hanno chiamate i genitori, gente devota) sono le tre sorelle protagoniste. Tre sepolte vive, che della loro condizione “isterica” assumono le forme tipiche: mutismo, cecità e falsa gravidanza. Tre aspiranti sante e la loro lingua arcaica, confinate in un universo sotterraneo e asfittico, dove né suono né luce possono entrare dall’esterno, né tanto meno essere umano…Un intreccio di religiosità aberranti e rituali malsani azzereranno la vita stessa all’origine. “Perché un abito bianco macchiato, è sempre un abito bianco macchiato…per Lui”.

Emigranti

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
25 LUGLIO 2015
EMIGRANTI
Liberamente tratto da un testo di Slawomir Mrozek
Con Andrea Bruno, Cristiano Leopardi
Regia Andrea Bruno
Adattamento Andrea Bruno e Cristiano Leopardi
Aiuto regia Cristiano Leopardi
(Semifinalista)
Prendiamo un Israeliano ed un Palestinese, rinchiudiamoli insieme in una piccola stanza, senza finestree piena di strani tubi; aggiungiamo un pelouche, uno Zippo, un po’ di tè, Brandy a volontà, risate, lacrime e la notte di capodanno….
…mescoliamo il tutto, cuociamo bene al fuoco freddo della diffidenza e serviamo in scena…
EMIGRANTI è una commedia “tragica” dove due anime così diverse tra di loro si scontreranno, rideranno, piangeranno, si confesseranno e infine renderanno in qualche modo possibile l’impossibile…
…l’amicizia tra due popoli in guerra

Django, joue pour moi!

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
25 LUGLIO 2015
DJANGO, JOUE POUR MOI!
Di e con Fiorenzo Lo Presti
Regia Fiorenzo Lo Presti
“Django, joue pour moi!” è uno spettacolo che, attraverso la tecnica del teatro di narrazione, racconta la vita e le avventure di Django Reinhardt: il rom padre del Jazz Manouche (o Gypsy Jazz) attraverso le numerose leggende metropolitane e gli spaccati storici della prima metà del Novecento. In questo contesto crudele la forza della musica riesce a placare, con la sua dolcezza e la sua forza innovativa, la sete di sangue che percorre le strade.

Le quattro stagioni

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
25 LUGLIO 2015
LE QUATTRO STAGIONI
Testo e regia Patricia Carè
Con Dev Lo Storto, Fanny, Edoardo De Piccoli, Silvia Casabianca, Patricia Carè, Rudy Allen
Assistente regia Cinci
Costumi Daniela maschere
Musiche Michele Pagliari
Le stagioni dell'anno diventano personaggi con una propria identità,all'inizio della storia vivono in accordo tra loro poi con l'arrivo di due loschi personaggi cominciano a litigare rubandosi e scambiandosi le caratteristiche fino ad arrivare ad un catastrofico ed ironico epilogo ... il finale sarà sorprendente, poichè qualcuno si salverà e tutto ricomincerà. Ma come?

Dis-sacranti abissi di ricercate, mancate, perdute sacralità

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
26 LUGLIO 2015
DIS-SACRATI TRAGICOMICI ABISSI DI RICERCATE, MANCATE, PERDUTE SACRALITÀ
Regia Laura de Marchi
Di e con Juri Stevanato, Ettore Mazzanti, Daniela Cirone, Ada Maya Antonioli, Fabrizio Patriarca, Concetta Trombino e Ugo Mauro.
Aiuto Regia: Fabrizio Patriarca
La compagnia Dis-agiati presenta un percorso comico sul senso del sacro: dal rito all’identificazione nel divino.
I sette attori e autori si alternano in una breve e serrata serie di dialoghi e monologhi con l’obiettivo di sviscerare le forme, i metodi e le contraddizioni della ricerca mistica ai tempi dell’I-Phone, attraverso cliché, falsi miti e mistificazioni.

Le signore cannavaccio

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
26 LUGLIO 2015
LE SIGNORE CANNAVACCIO
Regia Aniello Nigro
Con Simona Fredella, Rosario Volpe, Alessandra Zaccagnini
Napoli, 2015.
Tre “signore” stereotipate sono sedute allo scopo di interloquire tra loro, ma le convenzioni proverbiali linguistiche di cui si servono sono massime di un popolo andato, nonché delle vere e proprie sentenze incastranti, per cui ogni cosa che diranno sarà un attacco verbale cruento. L’atto unico è un ottimo vademecum di proverbi arcaici e non della tradizione campana, proprio come risulta dal titolo che si ispira ad un proverbio napoletano: “I’ me chiammo Cannavaccio, nun me ‘ntrico e nun me ‘mpaccio” (Io mi chiamo Cannavaccio, non m’interesso di fatti altrui e non faccio chiacchiere).

Marocco

25.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
26 LUGLIO 2015
MAROCCO
Testo e regia Mirko Di Martino
Con Nello Provenzano
“Marocco” è uno straniero, uno dei tanti altri clandestini africani che ogni anno sbarcano in Italia in cerca di una vita migliore. “Marocco” è il nome che gli italiani hanno dato al protagonista dello spettacolo, un immigrato irregolare che, nonostante sia senegalese, viene etichettato come un “Marocco” qualunque. Nel suo monologo, ricco di una amara comicità, Marocco racconta la condizione di semi-schiavitù in cui era costretto a lavorare, le difficoltà che ha dovuto superare per raggiungere l’Italia nell’illusione di arrivare in una terra di ricchezza e benessere. Un'illusione, appunto.

Ulisseide

24.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
20 LUGLIO 2015
ULISSEIDE
(La straordinaria storia di un vecchio e di una cesta vuota)
Autore e regia Valerio Mammolotti e Luigi Astengo
Con Tiziano Ferracci, Valerio Mammolotti e Luigi Astengo
Il corto è un estratto inedito dello spettacolo in preparazione “Andrà Tutto Bello” . Racconta del famigerato momento dell’Odissea in cui Ulisse, appena tornato finalmente a Itaca sotto le spoglie di un vecchio mendicante, incontra suo figlio Telemaco. Con l’aiuto di un improbabile Atena, l’eroe greco tenterà in tutti i modi di farsi riconoscere dal ritrovato figlio, per preparare insieme a lui la vendetta contro i Proci usurpatori. Ma il giovane Telemaco palesa evidenti problemi di ricezione e comunicazione, Atena sembra più d’intralcio che d’aiuto, e tutto questo trascinerà l’azione e i dialoghi in un disperato quanto straziante tentativo di portare avanti la vicenda verso la sua epica co

Un nastro intorno alla bomba

24.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
20 LUGLIO 2015
UN NASTRO INTORNO ALLA BOMBA
Di Ilaria Lemmo
Con Ilaria Lemmo e Francesca Cassottana
“Un nastro intorno alla bomba” è una sorta di intervista a Frida Kahlo: un grande esempio di modernità sotto molti aspetti. Innanzitutto come pittrice: ha anticipato la sua epoca trasformando la sua arte in chirurgia della psiche. Come donna, non ha avuto paura di amare, di lottare, di soffrire.
La Kahlo non ha avuto paura di guardare intorno a sé, come nei suoi autoritratti, sfidando se stessa e il pubblico. A proposito di questo atteggiamento, la Kahlo stessa ha detto: “le lacrime mi solcavano il viso, ma i miei lineamenti rifiutavano di piangere.”

Cessazione attivita biologiche

24.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
20 LUGLIO 2015
CESSAZIONE ATTIVITA' BIOLOGICHE CAUSA ILARITA' (ovvero MORIRE DAL RIDERE)
Di Emiliano Morana
Con Giacomo Genova
Canzoni di Giacomo Genova
Regia Giacomo Genova
Siamo in chiesa. Tutto è pronto per la cerimonia. Il festeggiato freme dall'emozione; vestito di tutto punto si appresta ad affrontare un giorno davvero particolare. Un monologo brillante e paradossale che gioca su due elementi opposti, ma indispensabili tra loro: la vita e la morte.

Aspettando una chiamata

24.8.15
AUTORI NEL CASSETTO, ATTORI SUL COMÒ 2015
20 LUGLIO 2015
ASPETTANDO UNA CHIAMATA
Di e con Matteo Cirillo
(semifinalista)
Un ragazzo di un'età indefinita è in fila in un posto indefinito. Ha il numero “0” nella mano e aspetta fiducioso una chiamata di lavoro che potrebbe arrivare da un momento all'altro, per cui non può muoversi da lì, e non può chiamare nessuno per non tenere occupato il telefono. La verità è che “Il vero lavoro è saper attendere” dice più volte il ragazzo, per cui cerca di ingannare l’attesa, senza mai perdere il suo posto in fila.
 
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